Recensione the innocent regia di John Schlesinger Gran Bretagna, Germania 1993
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Recensione the innocent (1993)

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locandina del film THE INNOCENT
 

"The Innocent" uscito nel 1993, è uno dei più riusciti film drammatici di Schlesinger, che si conferma con questa pellicola un autore cinematografico di tutto rispetto, un regista di grande sensibilità artistica, originale e fortemente comunicativo soprattutto sul piano dello sviluppo per immagini delle maggiori passioni umane.
Schlesinger è famoso per opere indimenticabili come "Un uomo da marciapiede" (1969), "Domenica, maledetta domenica" (1971), "Il maratoneta" (1976), "Uno sconosciuto alla porta" (1990).

Questo film rappresenta una riuscita spy story a sfondo horror-famigliare dominata da una storia d'amore drammatica e passionale, che si svolge in un contesto storico di grandi tensioni politiche legate alla guerra fredda, un'atmosfera dalle relazioni difficili, dai toni particolarmente angosciosi, accesi di odio, associati però misteriosamente a speranze ed attese di vita nuove.
Il film sfocia verso un finale di alto valore simbolico, molto originale, che sembra voler lenire, senza alcun monito etico le ferite e le colpe più laceranti prodotte dalle passioni umane.

Il racconto si svolge in due momenti storici precisi: nel 1955 a Berlino in piena guerra fredda e nel Novembre 1989 sempre nella città tedesca, durante l'abbattimento del muro, un evento quest'ultimo che porrà fine alla supremazia dei due principali blocchi politici nel mondo, creando le condizioni favorevoli per lo scioglimento della guerra fredda e lo sviluppo più articolato di nuove alleanze tra le nazioni.
Il film è tratto dal romanzo "Lettere a Berlino" di Ian Mc Ewan, uscito nel 1990 ma non ne rispecchia fedelmente l'andamento narrativo, tralasciando alcuni importanti episodi, tanto che il film finisce per diventare una ricostruzione narrativa nuova, strettamente legata ai codici visivi più funzionali al cinema, quelli meglio collaudati dall'esperienza, con profili dei personaggi molto semplificati rispetto al libro, quasi essenziali, sfrondati di ogni orpello descrittivo anche se qua e là compaiono scene ricche di complesse figurazioni metaforiche che fanno pensare a un tentativo di comunicazione di un pensiero.

Leonard (Campbell Scott) giovane tecnico inglese esperto in telefonia, single, alle prime armi con le donne, arriva nel 1955 nella Berlino occidentale divisa dal muro, per un importante incarico spionistico; deve effettuare dei collegamenti spia a dei cavi telefonici situati in un bunker opportunamente costruito che collega il territorio tedesco con la zona russa. Un lungo tunnel, invisibile, scavato in fretta e furia sotto le principali linee telefoniche, quelle cosi dette riservate, per rubare preziose informazioni ai sovietici.
Il tunnel è realmente esistito, è stato scavato con la collaborazione della CIA e del M16. Il lavoro di Leonard consiste nell'amplificare un debole segnale eco rilasciato nei cavi dalla conversazione originaria, prima che questa subisca automaticamente la conversione in un codice segreto. L'operazione viene denominata Gold e sembra essere di estrema importanza per capire le mosse tattiche più importanti dei sovietici contro l'occidente.
Leonard, insofferente alle severe regole militari e dello spionaggio, lavora sotto il rigoroso controllo dell'ufficiale americano Bob Glass (Antony Hopkins) molto attento alla riservatezza che la situazione richiede, ligio al dovere e alle procedure di servizio più delicate.

Leonard in un locale mondano si innamora, corrisposto, di Maria (Isabella Rossellini) una donna apparentemente single, molto bella che ogni tanto riceve inaspettatamente la visita del marito violento, Otto, un energumeno, ex eroe di guerra.
Il marito scopre la moglie con Leonard nel locale mondano mentre ballano stretti; l'uomo si insospettisce e si intromette nella vita della donna occupandone segretamente l'appartamento. Quando la donna e Leonard si trovano davanti l'uomo, la tensione sale, Otto che esce a fatica da una pesante sbornia propone loro un grossolano baratto: la concessione del divorzio a Maria dietro il pagamento di una ingente somma di denaro e la conoscenza di alcune preziose informazioni spionistiche sull'operazione Gold.

La donna naturalmente rifiuta, ma le tensioni salgono alle stelle perché Otto non digerisce la cosa; scoppia una violenta lite, un corpo a corpo brutale che finisce per coinvolgere anche Leonard, il quale a un certo punto ha la peggio sul gigantesco marito. Ma proprio quando Otto sta per soffocare Leonard Maria salva l'amato colpendo mortalmente alla testa il marito con un piede di ferro.
Il cadavere viene segato e messo in due grosse valige usate dal personale del bunker per il trasporto del materiale telefonico. Leonard non riesce però a sbarazzarsi del cadavere a causa dei rigidi controlli nella zona, che quindi rimane rinchiuso nelle due valige all'interno del bunker spionistico.

Leonard molto incauto nelle conversazioni con i vicini finisce per far trapelare alcune informazioni importanti sull'operazione Gold all'intrigante inquilino dell'appartamento di sotto, il quale altro non è che una spia sovietica ben mascherata.
Il tunnel viene immediatamente scoperto dai sovietici a seguito di una telefonata del vicino di Leonard al suo comando operativo, i soldati rossi quando intervengono trovano anche le due valige con il cadavere di Otto. Leonard è nei guai, difficilmente verrà creduto dalla giustizia tedesca o sovietica, perché l'uomo inglese era l'amante di Maria, quindi interessato alla eliminazione di Otto.

Maria, d'istinto, per salvare l'uomo che ama da una giustizia in cui non crede più, apre una relazione sentimentale con Glass, anche lui molto interessato, da tempo, alla sua bellezza. L'americano, su richiesta di Maria, architetta insieme alla donna un piano per salvare Leonard.
Leonard viene convinto da Glass a ritornare in Inghilterra ma solo dopo aver ricevuto ampia assicurazione dall'ufficiale americano che, all'aeroporto di Berlino, al momento della partenza, ci sarebbe stata anche Maria.

Quando Leonard, nei pressi dell'aereo che lo avrebbe portato a Londra, termina la conversazione con Maria e si avvia sulla passerella di imbarco, la donna rinuncia a seguirlo svelandogli la sua nuova situazione sentimentale con Glass.
I due si rivedranno 34 anni dopo a Berlino proprio durante il periodo della festosa caduta del muro, grazie a una lettera di Maria a Leonard dai contenuti molto ricercati, ma veri e cordiali che evocano nell'uomo uno struggente ricordo del loro grande amore, distrutto da circostanze così sfavorevoli.

Da sottolineare nel film la scena nell'aeroporto di Berlino, nei pressi dell'aereo in partenza, quando Maria svela a Leonard di voler stare con Glass e rinuncia a salire sull'aereo con Leonard, una scena che ricorda il famosissimo finale del film "Casablanca" in cui Ilsa (Ingrid Bergman madre di Isabella Rossellini) protagonista del film, costretta dalle circostanze, sale all'ultimo momento sull'aereo con l'uomo che non ama rinunciando all'amore per Rick (Humphrey Bogart) che rimane a terra per risolvere il complotto.

"The Innocent" ha un po' deluso la critica ma ha ottenuto un buon successo di pubblico al botteghino.
Viene rimproverato a Schlesinger di aver scelto male gli interpreti, dando ad un attore così raffinato come Hopkins una personaggio difficile da sostenere perché caratterizzato da modi comportamentali rozzi e autoritari, un po' tipici degli ufficiali americani di allora.
Di Isabella Rossellini viene apprezzata dai critici solo la bellezza, il suo modo di recitare viene ritenuto infatti troppo forzato, inadatto a un film dove la passione si alterna vertiginosamente alla lucidità delle decisioni da prendere costringendo a cambi recitativi improvvisi e di difficile attuazione.
La Rossellini in questo film effettivamente appare lontana dalle sue migliori recitazioni, quelle espresse con David Linch in film come "Cuore selvaggio" o "Velluto blu"; evidentemente l'attrice riesce a dare prestazioni adeguate o superiori alle attese solo nelle parti filmiche più poetiche.

Il film lascia un messaggio di freddo realismo dopo aver mostrato a lungo gli effetti più stravolgenti di un amore disperato ma vivo, immortale, sempre tenuto in piedi dalla forza del ricordo dei sentimenti provati.
Dopo 34 anni Maria e Leonard si amano ancora ma riprendono a frequentarsi solo perché è cambiata una situazione esistenziale, perché Maria è diventata vedova di Blass e quindi si è sciolto il voto di riconoscenza che aveva verso di lui.

Il film ha un filo narrativo un po' debole, nel senso che non riesce a decollare verso una linearità espressiva progressiva, caratterizzata cioè da una crescente tensione.
Ondeggia incerto tra episodi cruenti e il culto psicologicamente rassicurante che rilascia la vita militare, tra l'amore che sembra aver origine quasi direttamente dall'attrazione sessuale e il senso di colpa per aver provato piaceri che allontanano da una idealità di donna più ricercata e sublimata, tra l'orgoglio per una importante missione da compiere e la forza distruttiva dei sensi che la coinvolge facendola fallire.

"The Innocent" ha delle ottime scene drammatiche, ben tornite dal meccanismo del suspense puntuale in ogni situazione che accenna a divenire tesa.
Difetta forse di poca coesione d'insieme, soprattutto sul piano della costruzione del messaggio etico, del pensiero più filosofico che sembra voler far breccia sullo sfondo scenico ma non riesce a formularsi correttamente, lasciando senza vita, lungo un girovagare confuso tra le pieghe del linguaggio filmico, quei blocchi di immagini maggiormente elaborati che aspiravano a divenire concetti cinematografici di pensiero.

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Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 15/03/2010

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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