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A tutti noi sarà capitato almeno una volta di giocare a "Obbligo o verità", che in realtà è un'usanza tipicamente inglese diffusasi in tutta Europa e giunta fino a noi. Son cose da ragazzi, occasioni per divertirsi e per stare insieme senza pensare troppo ai problemi.
"Truth or dare" inizia proprio così: un gruppo di ragazzi durante una festa, fra alcolici, marijuana e cocaina, decide di fare questo gioco. C'è una musica di sottofondo fortissima, tipica delle discoteche, una bottiglia che gira violentemente per terra e poi... TAH, tocca a Felix, il ragazzo più timido, decidere "obbligo" o "verità". Ma scegliendo obbligo, si troverà costretto a baciare una ragazza (Gemma) e inevitabilmente si meriterà la gelosia del bullo Chris, che gli rimedia dritto in faccia un pugno. Vessazioni, risatine, umiliazioni. Questo deve affrontare il povero Felix, che tornato a casa piangente, tenta di porre fine a questa sofferenza. Con il suicidio.
Intanto il fratello dello sventurato (Justin) invita i ragazzi della festa al compleanno di Felix. Loro non sanno che le intenzioni del giovane militare sono tutt'altro che divertimento e sesso a volontà. Egli vuole sapere la verità sul fratello, sul perché si è suicidato e per arrivarci dovrà ricorrere ai mezzi più violenti. Torture, umiliazioni, minacce, violenze e chi più ne ha più ne metta. In quel casolare di campagna, sperduto nel bosco, si va consumando una tragedia che non conosce limiti. Un solo scopo: conoscere la verità.
L'incipit dell'opera del regista in erba Robert Heat (eh sì, è il suo primo lungometraggio) sembra accattivante ed in effetti lo è. Quei fotogrammi iniziali, vivamente colorati, ricordano molto la scena iniziale di "Valentine - appuntamento con la morte": ricordi ancestrali del passato, traumi infantili, feste di fine anno, risatine fra ragazze tutte tette e niente cervello o bulletti di prima classe. Quell'atmosfera tipicamente adolescenziale è resa benissimo dalla musica da discoteca, dalle luci colorati, dal ghigno arrogante e prepotente di chi pensa - conosca già tutto.
I vari adolescenti non si prestano a dire il vero ad una indagine psicologica approfondita, sono loro stessi vittima di stereotipi di genere: c'è lo sfigato (Felix), l'intellettuale sexy (Gemma) e l'oca di pollaio che recita una favola (Eleanor). E poi i 3 maschietti: Paul, Luke e Chris. Tutti con quel sorriso e quella pronuncia tipicamente british, se la cavano benino con la recitazione per essere un cast composto interamente di teens (non c'è da stupirsi, di teen horror si tratta).
Heat crea tuttavia un horror non convenzionale, dove non mancano le scene splatter. Un horror pieno di colpi di scena, che coinvolge da subito lo spettatore grazie ad un'idea narrativa intrigante e mai scontata. E se l'incipit è bello, lo svolgimento lo è ancora di più. Una sola location: il casolare di campagna. Qui riesce a creare da subito una palpabile atmosfera di tensione e di soffocamento al punto che lo spettatore si immedesima sia nei protagonisti sia nel villain di turno.
Justin non è il supereroe americano invincibile, ha i suoi momenti di debolezza, che però riesce a celare ben bene, poiché spinto da ragioni quali la ricerca dell'onore di famiglia e della verità. La violenza da lui compiuta non risulta fine a se stessa così come non lo sono le sue torture.
Commovente, emozionante e mai gratuito. Il sadismo non manca, il sangue neanche. Ed il tutto funziona alla grande. Il finale soprattutto rappresenta l'ennesimo colpo di scena, il più efficace, il più sadico. Chi vince, il bene o il male? Alla fine vince il male, travestito da bene. Ma sta allo spettatore capire e svelare l'arcano di questa pellicola, che non risulta certo superficiale ad un'analisi approfondita. Un arcano c'è, eccome. Un messaggio, una morale anche.
Volendo tralasciare la sceneggiatura che, ad un occhio critico, risulta chiaramente fragile (ad esempio i dialoghi assurdi) e l'esilità della trama, che appare un po' forzata,quasi improbabile,inverosimile, Truth or dare risulta un film più che godibile.Un' evidente dimostrazione che gli Inglesi ci sanno fare con gli horror e non pensano solo a produrre vaccate o surrogati commerciali.
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Recensione a cura di dubitas - aggiornata al 26/04/2013 11.07.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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