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Il film, tra i tanti dedicati all'argomento, dice che l'aids non è contagioso, che non necessariamente si contrae sessualmente, che i test variano a seconda dei paesi (quindi non si può sapere con certezza chi sia ammalato e chi no) e che principalmente la malattia dipende da uno stile di vista tossico.
Importanti citazioni al farmaco AZT (che fece morire tutti); anche i farmaci stessi sono quindi causa di aids e la morte di pazienti è tutta causata dai farmaci, quasi come per le chemioterapie riguardo ai tumori.
Se l'aids funziona, è grazie a manipolazioni ed allarmismi creati da media e censure (e alcuni dicono che la malattia proprio non esista !!!).
L'aids non è una malattia ne contagiosa ne infettiva, non si trasmette per via sessuale e non è causata dall'HIV; l'aids è uno stato di deterioramento di origine chimica che l'essere umano non può sopportare, poi trasformata in leggenda nata per ricavare soldi.
Esso è causato dall'esposizione ad agenti tossici e stressanti del sistema immune (come droghe, acidi, farmaci, cattivi stili di vita, ecc.); a quanto pare cmq non esistono cure.
Questi sostanzialmente i concetti veicolati da un lungometraggio chiaro,serio, ben fatto e coraggioso, che in televisione non si vedrà mai.
Se ne parla tanto ma l'Aids rimane una nebulosa. Mai stato isolato l'HIV, l'attendibilità dei test di sieropositività è quantomeno discutubile, non esistono criteri standard uniformi contro questa malattia. Per esempio puoi essere malato di Aids in un paese, mentre in un altro non sei entrato nella malattia vera e propria. Il documentario è un atto di accusa verso la dottrina ufficiale dell'Aids, una malattia frutto più di statistiche manipolate che di virus o retrovirus che dir si voglia. E sullo sfondo sempre loro, le industrie farmaceutiche: corporation private che hanno l'obiettivo di fare profitti sulla salute pubblica mondiale. Questo è il vero paradosso, simile ad una malattia incurabile di cui tutti siamo vittime.