Keira Knightley è Anna Karenina, l'aristocratica russa che tradisce l'odiato marito, un alto funzionario statale (Jude Law), e rimane incinta del suo giovane amante Vronsky, un ufficiale dell'esercito (Aaron Johnson).
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Nulla da dire rispetto alla regia, veramente impeccabile: trasporre il teatro nel cinema è da sempre un'operazione molta complicata, e pochi registi ci sono riusciti in modo così raffinato. Belli e ricercati i costumi; superba e affascinante la fotografia. Cosa non va? C'è qualcosa nel ritmo della narrazione che, a mio modesto parere, non funziona! Lo spettatore è come intorpidito dalla bellezza e dall'eleganza delle inquadrature, dagli ammalianti e sfarzosi cambi di scena; ma è, allo stesso tempo, confuso, disorientato e sballottato da una trama che scorre in modo pesante e prolisso, senza la minima fluidità narrativa e il più sfumato tentativo di coinvolgimento. Le scene che dovrebbero essere profonde e significative non sono che dei punti morti e melodrammatici che appesantiscono la narrazione. Poi, se proprio devo dirlo, e non vogliatemene, trovo che Keira Knighley, attrice che peraltro ho sempre ammirato, non si sia dimostrata all'altezza del personaggio di Anna: più che da un intenso anelito di passione, il personaggio sembra affetto da una noia dilagante e da una brama di evasione dalla monotonia della sua vita e dal provincialismo della sua città ( praticamente, la nostra attrice somiglia più ad un'Emma Bovary che non ad un'Anna Karenina ); senza contare le scene di sesso, in cui è stata veramente ridicola e per nulla sensuale. Metto 8 per la regia impeccabile: io sono un estimatore della forma; della sostanza me ne sono sempre sbattuto :-D.