arang (2006)

Horror piuttosto banale e senza alcuna scena significativa, con un buon plot twist che ne risolleva un po' le sorti ma rimanendo al di sotto della sufficienza.

Consigliato solo agli appassionatissimi degli horror asiatici.

E' il solito buon horror coreano, diretto bene, con una splendida fotografia e bravi attori.
E' una ghost-story abbastanza lineare ma interessante, pur senza elevarsi troppo.

Ottimo film, in cui horror e thriller, ghost story e indagini, si mescolano perfettamente per formare un tutt'uno: una storia splendida, tra l'altro tratta da una leggenda del folklore coreano (la Corea, come tutti i paesi asiatici, è ricca di storielle di fantasmi). Come in tutti i film del paese, gli attori sono molto bravi e danno un certo spessore ai loro personaggi, tra l'altro ben caratterizzati ; molto bello anche da un punto di vista estetico, grazie alla fotografia e agli effetti speciali ottimi. Peccato per qualche richiamo di troppo a Shutter, ma questo si può perdonare.
In ogni caso, K-horror da vedere!

Piccolo gioleinno. Un film senza troppe pretese, perchè son d'accordo, può sapere di fià visto, e non sorprendere come vorrebbe, magari è anche un pò troppo ''occidentale''; però è fatto veramente bene. La tensione è costante, come horror nella prima parte, come thriller nella seconda. Certe scene mettono veramente paura, anche perchè la fotografia è eccelsa, e pure la mano del regista si vede, inoltre la storia regge bene come thriller.
Da vedere

Ghost story un po' sottotono rispetto alle altre pellicole coreane del genere. Storia banalotta e scontata, il tutto sa un po' di "già visto". Il finale, che in questo genere di film di solito spiazza, non mi ha sconvolto più di tanto. Una cosa non mi è chiara:

SPOILER
spero che qualcuno sciolga il mio dubbio!

Nonostante qualche difficoltà in più del solito nel districarmi tra volti e nomi dei vari personaggi il film è molto bello, la classica ghost story orientale con tutte i classici canoni rispettati.
Da subito si rivela molto interessante e coinvolgente, la parte centrale si concentra sulle indagini ma senza diventare eccessivamente noioso, ad un certo punto credevo di essermi perso e di non riuscire più a capire nulla poi, come sempre accade, il finale ha sistemato le cose rendendo chiara la vicenda.
Una visione dagli amanti del genere la merita di sicuro anche se non aggiunge nulla di nuovo se non la consapevolezza che la Korea non sbaglia un colpo.

Un buon film, che mischia thriller e horror. La storia non è male, anche se ha un chè di già visto nella sua tragicità. Comunque il film non è male, fa un pò paura e non fa mancare i soliti scossoni.
Consigliato

Un horror con contorni da thriller e di dramma che sa reggersi soprattutto grazie ad un'ottima regia ed un'altrettanto valida fotografia. La recitazione contribuisce anch'essa a rendere questa pellicola un film di buon livello. Però al contrario del commento precedente non mi sento di elogiare particolarmente la sceneggiatura..certo qualche variante c'è..ma alla fine come capita spesso con questi film che arrivano dal sol levante (o Sud Corea come in questo caso) la sensazione di deja vu è forte..compresi i richiami ad altre pellicole asiatiche (Shutter come è stato detto) e la classica ed immancabile figura dello spirito vendicativo dai capelli lunghi e neri alla The ring. Insomma un horror-thriller che supera abbondantemente la sufficienza proprio grazie all'ottima realizzazione..ma a livello di trama ed innovazione porta ben poco.

Ahn Sang-hoon debutta con un thriller coinvolgente ed originale, caricato con ottimi attori e una trama ben strutturata, ricca di colpi di scena. C’è l’inserimento del tema sovrannaturale, ma è ben dosato in una storia più puntata verso il thriller che sull’horror. c’è la paura, attraverso scatti improvvisi e la creazione della tensione con una suspense davvero notevole. Essa si presenta in luoghi impensabili ed originali, come un autolavaggio. Decisamente influenzato e ispirato da “Shutter” (semi copiata la scena della fotografia ad un gruppo di persone, tra cui appare un fantasma), ma “Arang” sa comunque coinvolgere per la sua incredibile originalità e la cura dei particolari minimi, che ne danno un taglio thriller davvero riuscito, concludendo in un colpo di scena inaspettato ed efficace. Promosso.