asteroid city regia di Wes Anderson USA 2023
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asteroid city (2023)

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locandina del film ASTEROID CITY

Titolo Originale: ASTEROID CITY

RegiaWes Anderson

InterpretiMargot Robbie, Tom Hanks, Scarlett Johansson, Jeffrey Wright, Maya Hawke

Durata: h 1.45
NazionalitàUSA 2023
Generecommedia drammatica
Al cinema nel Settembre 2023

•  Altri film di Wes Anderson

Trama del film Asteroid city

1955. In una cittadina statunitense isolata nel deserto si tiene l'annuale Junior Stargazer, convention di astronomia che accoglie studenti e genitori di tutto il paese, riuniti per partecipare a competizioni scolastiche, ma anche per godersi una vacanza educativa e del meritato riposo.

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Voto Visitatori:   6,19 / 10 (27 voti)6,19Grafico
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Voti e commenti su Asteroid city, 27 opinioni inserite

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floyd80  @  28/08/2024 16:40:22
   6 / 10
Puro Anderson, colori pastello, personaggi eccentrici, grandi attori, atmosfera tendente al malinconico.
Ma la pellicola, e parlo di un parere puramente personale, non mi ha trasmesso alcuna emozione.
Tecnicamente ineccepibile ma il cuore dov'è?

markos  @  03/07/2024 12:11:20
   6 / 10
Film particolare, con un cast stellare. Il regista vorrà anche trasmettere un messaggio, ma sinceramente un pò annoia.

Elfo Scuro  @  07/05/2024 23:57:05
   7½ / 10
Semplice, carinissimo ma articolato su tre piani narrativi (se teniamo anche conto del narratore onniscente) che non a tutti può andare giù. Tecnicamente è un gioiellino di meta-cinema con impostazione teatrale, che gioca molto sull'estetica rétro dello sci-fi anni 50 con colori vivacissimi e richiami ai quadri dell'America mostrata nei lavori di Norman Rockwell, in queste cose è davvero uno degli ultimi film di Wes più articolati. Pecca nella non continuità narrativa solida e nel sentimentalismo romantico che non è profondo come in suoi altri lavori, in particolare "Moonrise Kingdom" & "Grand Budapest Hotel". Il cast è fatto da grandi nomi che hanno tutti più o meno le loro particine, ma sinceramente chi spicca di più sono stati la bellissima Maya Hawke, un più che in parte Schwartzman e la solita Scarlett nel ruolo dell'attrice dannata. Comunque il film regala uno degli alieni più amabilmente strambi degli ultimi dieci anni di cinema americano, senza parlare del piccolo roadrunner che è una gioia a vedersi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  04/04/2024 12:48:27
   6 / 10
Il solito Wes Anderson superbo tecnicamente e riconoscibilissimo nel suo stile, quanto pero' vuoto nei contenuti con una sceneggiatura che passa dal drammatico al grottesco senza mai lasciare il segno.

Il film vuole, a modo suo, dare risposte importanti sul senso della vita e dell'infinito, in particolare è anche l'elaborazione di un lutto che subisce la famiglia protagonista.

Qualche risata tra un passaggio a vuoto e un altro e il solito grande cast non bastano a ricordare questo come uno dei migliori film del regista.

cort  @  18/03/2024 21:03:47
   6½ / 10
un lavoro di tipo teatrale con molti dialoghi in montaggio statico, piacevole, semplice, adatto per esaltare gli attori(tutti bravissimi anche i bimbi) ma la sceneggiatura è più un esercizio di scuola che una ricerca di qualcosa di nuovo. Promosso ma nulla di speciale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  20/01/2024 18:27:45
   6½ / 10
Classico stile Anderson , surreale , ironico , grottesco, caricaturale e dal sottile senso dell'umorismo ...
Difficile sbaglliare con un cast del genere , la sceneggiatura anche se un pò macchinosa c'e' e il resto lo fanno delle immagini sicuramente originali e d'impatto .
Non sarà il suo migliore ma comunque aprezzabile .

Filman  @  28/12/2023 18:55:59
   8½ / 10
Tutto si può dire meno che Wes Anderson sia un regista autoreferenziale: l'unico elemento smorzante in questo film è il continuo sentore di un cinema già visto ed esistente al di fuori della filmografia dello stesso autore. ASTEROID CITY è infatti una grande citazione al cinema americano contemporaneo, non solo tematica ma anche visiva.
L'autore non è certamente l'unico a filosofeggiare anche spiritualmente sul senso (ed il nonsenso) della vita, né è stato il primo a giocare con l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo. Però non si può che constatare la grandezza di questo contributo artistico in questo momento storico in cui l'essere umano si sente depresso e insignificante più che mai.
Diventa quasi un gioco fatto appositamente per rimarcare questo concetto, il doppio/triplo piano narrativo, in cui i protagonisti del film sono passivi rispetto al piano dell'opera teatrale, così come noi lo siamo rispetto al piano della vita. Sicuramente diventa inevitabile raccontarci tutto questo attraverso uno stile estremo e sensoriale, che ricrea nella fattispecie un sogno percettivo fatto di colori pop anni 50, unendo il realistico al non realistico.
Le soluzioni innovative non mancano ma in generale ciò che si vede lascia di stucco per la cura di ogni singolo frame, seppur dettata in primi dallo stile che identifica dell'autore, al quale mancava un film a tema Guerra Fredda e il quale felicemente l'ha fatto. Ripetere sé stessi non è mai stato così bello.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  25/12/2023 13:12:29
   7 / 10
Il solito Wes Anderson dallo stile inconfondibile. Storia assurda costruita a scatole cinesi che per lo più si svolge in un deserto da cartoon con la solita carrellata di personaggi surreali.

Goldust  @  15/12/2023 17:32:06
   7 / 10
Anderson gioca sui registri di realtà e finzione, sulla correlazione cinema-teatro e torna sul tema della famiglia disgregata a lui tanto caro: qualcuno può pensare che il suo Cinema sia sempre lo stesso ma se da una parte la sua estetica si è ormai stabilizzata in una cornice geometrica pop sempre più accattivante dall'altra la sua drammaturgia sembra essersi inspessita, con incroci di spazi, di luoghi e di tempi in passato impensabili. Il racconto non sempre ne beneficia in scorrevolezza ma è innegabile che l'esercizio narrativo sia, per lo spettatore che ne è catturato, molto stimolante. Parallelamente, per chi ama la materia, resta poi il piccolo risvolto ludico di provare a riconoscere la miriade di attori grandi e piccoli che popolano anche solo per pochi fotogrammi il suo stravagante universo. Il solito, intelligente intrattenimento firmato da un cineasta di razza.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  26/10/2023 14:48:03
   7 / 10
Se i quattro corti usciti su Netflix (voto 6) sono la generale, "Asteroid city" è la prima. Fotografia, montaggio e regia da 10; soggetto e sceneggiatura da boh. Anch'io ho un po' patito la totale assenza di qualsiasi fine narrativo, la piattezza esasperata dell'incidere dei vari atti, l'eliminazione di qualsivoglia climax. Però i dialoghi sono ugualmente brillanti, le prove attoriali ottime, non è un film che annoia in alcun modo. Certo, non il migliore Wes Anderson, ma di certo i tratti distintivi del suo cinema sono tutti lì e in un'epoca in cui gli Usher vengono sceneggiati alla stessa maniera della Sirenetta, per me tanto basta da uscire felice dalla sala.

Ch.Chaplin  @  19/10/2023 21:26:08
   7 / 10
Che dire, il solito Wes. Commedia a suo modo apparentemente con tratti di assurdità, ma sempre lineare, bene diretta, con squarci di metacinema, una fotografia magistrale e un cast sorprendente. Non la sua opera migliore, ma certo un ottimo ritorno.

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Ultima risposta 20/10/2023 11.37.28
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stratoZ  @  10/10/2023 13:28:26
   6½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Quando vedo un film di Wes Anderson capita abbastanza spesso che finisca per essere diviso nella valutazione, da diversi anni a questa parte trovo i suoi film fantastici stilisticamente quanto poveri di idee e inconcludenti narrativamente, credo che Asteroid city non faccia più di tanto eccezione sebbene abbia trovato qualche elemento semantico in più rispetto al recente passato.

L'opera l'ho vista come un omaggio all'America anni 50, a quello stile vintage che a Wes piace molto, qui dipinta con i suoi soliti colori pastellati valorizzati dal forte contrasto tra il blu del cielo, delle auto, delle insegne col giallognolo/arancione delle scenografie desertiche fatte di canyon, crateri e sabbia, interessante anche la contestualizzazione tra gli esperimenti nucleari e la fantascienza, considerato che proprio in quegli anni vi era una forte paranoia sul tema al riguardo, come testimoniato dalle pellicole sci-fi del periodo che fu, in cui prevalentemente l'alieno era visto come l'invasore e probabilmente non era molto lontano dall'essere visto come il nemico sovietico. E' anche qui che Wes affonda la sua pungente parodia, sfruttando il pretesto per ironizzare sulle paranoie istituzionali del periodo e fondamentalmente criticando la coercizione applicata dai procedimenti di sicurezza, con leggerezza sia chiaro.

L'altro livello su cui agisce la pellicola è quello della finzione, denunciata esplicitamente con frequenza dalla cornice in bianco e nero riguardante i drammaturghi, che personalmente ho trovato tra le parti meno riuscite del film, un po' verbosa stilisticamente e troppo sfuggevole a livello di significati, almeno mi sembra siano stati inseriti dialoghi volutamente complicati ma che fondamentalmente non travalicano i significati metartistici di pellicole similari, insomma mi è sembrato il solito discorso un po' trito e ritrito dell'artista alla ricerca del colpo di genio ad affrontare le sue solite turbe e i dilemmi interiori.
La regia di Wes contribuisce ad esaltare il sottotesto finzionale con dei piani prettamente bidimensionali, una prospettiva quasi piatta con la camera che si sposta spesso con precise carrellate laterali che possono ricordare la disposizione spaziale del palco teatrale.

Per il resto Asteroid city è una sfilata di personaggi, chi più chi meno caratterizzato, tra gli adulti un po' nevrotici e nichilisti ai bambini alle prese con un'elaborazione del lutto repressa dall'eccessiva protezione del padre, arrivando agli adolescenti nerd/genietti alle prese con le prime esperienze sentimentali, il tutto trattato con il solito stile leggiadro di Wes che qui mi è sembrato anche calcare un po' di più la mano sull'umorismo demenziale e su gag scandite a ritmo di leitmotiv - guardate la maestra che prova a spiegare il sistema solare ai bambini -

L'autore continua con la sua tendenza a curare molto di più lo stile che la narrazione, anche se devo ammettere che il risultato finale non mi è dispiaciuto ed è leggermente meglio delle ultime opere.

Boromir  @  08/10/2023 22:20:55
   6 / 10
Pochi registi così ben inseriti nel sistema hollywoodiano vantano l'impronta distintivo di Wes Anderson. Asteroid City è una delizia visiva che combina con estro la tipica estetica pastellata di Wes Anderson (qui a tratti più maniera che stile), modellini, animazione a passo uno e solida recitazione in stile teatrale da parte di un cast comprendente 4 vincitori dell'Oscar e 9 candidati all'Oscar. Concepito mentre Anderson cercava di trovare una quadra della propria carriera nel bel mezzo della pandemia di Covid-19, il film tiene banco fintanto che riflette su lutto, incertezza e solitudine all'ombra del timore della guerra nucleare: è frizzante, strappa simpatia nei momenti giusti, fa riflettere con maturità... I problemi sorgono quando Anderson imbastisce la dicotomia tra finzione teatrale (scandita dai tradizionali tre atti) e processo creativo: nelle pause "extradiegetiche" la sceneggiatura diviene verbosa, a tratti sfilacciata e indecisa su quale direzione prendere per condurre a un epilogo soddisfacente. Si tratta dello sfogo disperato di un artista che prova ad affrancarsi dal proprio manierismo? Forse non è un caso che in una delle scene cruciali del film, il buon Jason Schwartzman rivela a Adrien Brody di non capire il senso della farsa.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  08/10/2023 17:20:42
   5 / 10
Mamma mia che delusione: Il caro Wes Anderson si fa prendere la mano e gira un film orrendo, verboso senza essere interessante, pretenzioso e assolutamente vuoto, in cui nessun personaggio ha uno straccio di caratterizzazione e le cose accadono senza alcun motivo, sembra quasi più per stuzzicare i capricci di Anderson che per necessità di scrittura. Certo lo stile è sempre riconoscibile, la fotogorafia ed i movimenti di macchina sono interessanti ed alcune battute o situazioni sono azzeccate: ma nell'insieme la noia impera, e per un film che in realtà dura poco è un difetto mortale. Spero che ritorni il regista dei tempi che furono, perché questo sembra un suo pallido ammiratore coi brufoli.

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Ultima risposta 09/10/2023 20.57.41
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Kyo_Kusanagi  @  07/10/2023 17:54:51
   5 / 10
Un capolavoro dell'estetica, tecnicamente indiscutibile, cast a dir poco stellare ma che non supera la prova dello sbadiglio. Un film sicuramente particolare come lo era stato Grand Hotel Budapest, un film bizzarro,che si presta a molteplici interpretazioni e che disorienta chi lo guarda e cerca di dare un senso a quello che sta vedendo. Un film che all'apparenza non ha il minimo senso .Personalmente non mi ha convinto, ho amato l'impatto visivo ma ho faticato a tenere gli occhi aperti.

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Ultima risposta 09/10/2023 20.55.48
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andrea9002  @  06/10/2023 18:44:00
   6 / 10
Inizio scoppiettante ma poi noia dilagante...
l'effetto wow delle scenografie scema piano piano e la staticità complessiva dell'opera alla fine pesa...
il suo lavoro più artisticamente perfetto ma decisamente il suo film meno riuscito, un divertissement registico che rimane a galla grazie al cast straordinario altrimenti sarebbe tranquillamente catalogabile come un b-movie sperimentale!
Voto 5 e mezzo, speriamo che la prossimo giro il regista cambi registro...
Diamo mezzo voto in più perchè... (vedi spoler)

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/10/2023 00:50:21
   5 / 10
Considero Anderson uno dei grandi Visionari del nostro tempo, ho adorato I Tenenbaum, Moonrise Kingdom, Budapest Hotel, pure L'Isola dei cani etc. pertanto non sono uno che non conosce e apprezza la stilosita' visiva e tecnica dell'autore, che non sapeva cosa aspettarsi. Ma già le sue ultime creature mi erano sembrate puri esercizi di stile, con attori (qui davvero importanti) utilizzati male o semplicemente al servizio del modo di fare cinema del regista, che nonostante molti pareri favorevoli della critica mostra la corda da un po'. Immagino che tra i numerosi spettatori che hanno affollato la Sala, a vedere uno che abbandona il sedile 15' prima della fine qualcuno avrà pensato che di Anderson so poco o nulla. Io so. So che il film sembra durare una vita, ed è un ennesimo esercizio di stile che si compiace del suo manierismo Camp. In quella dead zone basta poco per pensare a Tom of Finland, anche se è un genere lontanissimo dai fumetti Queer. A parte l'esilarante discesa in campo (terra!?) dell'Alieno da cartoonist, il film è di una noia mortale, e i numerosi attori di fama sprecati per uno Spottone sul cinema di Anderson. Lo spunto poteva essere interessante cfr. Una sorta di Dottor Stranamore Pop, ma non basta. Il tutto intervallato, fra l'altro, da terribili country songs. Insomma no non ci siamo, speriamo nei tre Corti, ma adesso Anderson corre il rischio di piegarsi a un'abitudine, un Porto sicuro, che non ha più il mio consenso. Rivoglio i boy-scout di Moonrise Kingdom, e i papà in tuta da ginnastica e i treni indiani (Darjeeling)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  02/10/2023 19:15:10
   6½ / 10
Di Wes Anderson ho sentito dire spesso che i suoi film sono più apparenza che sostanza: non l'ho mai pensato per i precedenti film (ho adorato alla follia lavori come "I Tenenbaum" o "Moonrise Kingdom") che secondo me avevano molto da dire anche a livello di storia e di personaggi. Ahimè con "Asteroid City" mi devo un po' accodare a questa corrente di pensiero; infatti, se da un punto di vista visivo ci viene regalato un vero e proprio spettacolo per gli occhi, la trama ha ben poco da dirci così come i protagonisti, incapaci, per una volta, di far presa sullo spettatore. L'espediente della storia nella storia sembra più una mera decorazione che un tentativo di portare la rappresentazione teatrale nel mondo reale.
C'è tanta aria di occasione sprecata perché su questi elementi di contorno( il motel nel deserto, il meteorite, gli alieni, la quarantena militare), e con la solita bellezza visiva dei film di Anderson, si poteva e si doveva creare un vero cuore pulsante che ci avrebbe regalato un capolavoro vero.

76mm  @  02/10/2023 12:22:34
   5 / 10
Anderson continua a non rischiare nulla e a raschiare il fondo del barile, intrappolato nel suo personalissimo universo fatto di colori pastello, cura maniacale dei dettagli e nichilismo a buon mercato.
I suoi film sono sempre più belli da vedere e sempre meno belli da sentire…far recitare le battute agli attori come se stessero leggendo la lista della spesa (spreco di cast, fra l'altro, considerando i nomi coinvolti) inizia ad essere un po' abusato come espediente per rappresentare il vuoto esistenziale.
Inizio ad essere convinto che tutte le star che accettano sempre con grande entusiasmo di partecipare ai suoi film lo facciano un po' come se si trattasse di una vacanza premio (pagata), in quanto non gli viene chiesto di recitare ma semplicemente di apparire davanti allo schermo a dire e fare cose nello stesso modo in cui potrei farlo io.
Il messaggio che viene ribadito con forza nel finale "Solo chi dorme può svegliarsi" col senno di poi sembra quasi una dichiarazione d'intenti…forse il film è così soporifero per indurre volutamente lo spettatore al sonno per poi realizzare, una volta risvegliatosi dal coma, che questo regista non ha più nulla di interessante da dire…con un po' di fantasia la cosa potrebbe essere interpretata anche come una richiesta di aiuto: "Oh sveglia, smettetela di lodarmi e coccolarmi sempre e comunque, non lo vedete che ho fatto per la ventesima volta lo stesso film? non ne posso più, sono stanco di questa me**a…volete decidervi a stroncarmi una buona volta così posso trovare le giuste motivazioni per lasciarmi tutto alle spalle e provare a fare altro?"
Ci arriveranno anche i critici prima o poi, coi loro tempi.
Io continuerò (temo inutilmente) ad aspettare Wes fuori dalla sua comfort zone per vedere di cosa è realmente capace.

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Ultima risposta 03/10/2023 23.31.57
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marimito  @  01/10/2023 08:59:38
   6 / 10
Una fotografia meravigliosa; il regista appare più impegnato in un esercizio estetico perfettamente riuscito, piuttosto che nella trasmissione di contenuti, che pure esistono ma fanno fatica ad arrivare in maniera immediata (ma anche non immediata). Difficile comprendere dove l'autore vuole condurre lo spettatore. Anche lasciarlo solo nella scelta del significato da attribuire al tutto è una sua scelta più o meno consapevole. I miei occhi si sono riempiti di bellezza, ma la mia anima resta orfana di contenuti.

Wilding  @  30/09/2023 16:53:08
   3½ / 10
Come non fosse bastato già Barbie ecco questo Asteroid City, dove colori e fotografia, oltreché bravi interpreti, non bastano certo a tenere in piedi un film dalla trama sgangherata e soprattutto noiosissima, che fatica non poco a tenere sveglio il povero malcapitato sulla poltroncina. Pessimo.

iancurtis4now  @  28/09/2023 15:22:39
   4 / 10
Una carrellata di attori mainstream hollywoodiani per un film decisamente pretenzioso ed autoreferenziale ma che non aggiunge nulla di nuovo nel panorama cinematografico mondiale...il regista sembra decisamente sottotono ed ormai avviato ad un lento ed inevitabile declino probabilmente in perfetto parallelismo con la cinematografia e la cultura americana attuale. Spesso diventa noioso..

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Ultima risposta 02/10/2023 22.14.25
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nick fury  @  28/09/2023 14:13:20
   3 / 10
non è un film, è una super*****la...

Jumpy  @  27/09/2023 20:35:08
   8 / 10
Come già detto prima di me, il pubblico non è (più) abituato a questo tipo di (grande) cinema: profondo, sfaccettato, su più livelli.
Il teatro nel cinema, o ancora meglio, la recitazione del teatro riportata nella finzione cinematografica... proiezione a sua volta della realtà. In un'opera (teatrale) tra commedia, dramma e fantascienza.
Nelle condizioni esistenziali dei vari personaggi si parla di amori, morte, relazioni.
Più che i personaggi, mi son rimaste impresse situazioni, dialoghi (gli intermezzi dei dialoghi con Brody son da antologia) ed il quadro globale che ne deriva

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Uno spaccato sociale in bilico tra il grottesco, il disincantato e la disperazione che nasce dalla consapevolezza della perdita dei valori.
Non a caso il film è ambientato negli anni 50: periodo anche di tensioni internazionali tra test nucleari, patto di Varsavia e l'escalation della guerra fredda.

Mauro@Lanari  @  25/09/2023 03:09:02
   7½ / 10
Esiste un cinema neoesistenzialista? Se sì, a chi è rivolto quando quel movimento culturale che in Occidente ha dominato la 1a metà del Novecento è percepito estraneo dall'odierna generazione? Nel distinguo nietzscheano fra nichilismo attivo, indiscussa adesione allo status quo, e nichilismo passivo, suo rassegnato e disperato rifiuto, l'approccio (neo)esistenzialista sembra coincidere con la seconda tipologia, impotente a tradurre la denuncia in qualche proposta costruttiva. I Coen, Tarantino, McDonagh, i film trasposti dai romanzi di McCarthy attraggono e soddisfano maggiormente con l'exploitation, il pulp e altr'efferatezze esibite e mostrate. Invece quest'ultimo lavoro d'Anderson è derelizione allo stato puro, espressamente desertico, un imperterrito rimarcare il vuoto di senso ch'affligge il cosmo, eventuale alieno incluso. "Ancora non capisco la commedia." "Non importa. Continua a raccontare la storia". L'inconfondibile stile del regista è al servizio dell'assuefatta convivenza con un'Apocalisse perenne, l'intreccio narrativo si svolge tra i funghi dei test nucleari, Cranston entra in un'inquadratura, chiede se è nel posto giusto e poi si ritrae, si parla ai suicidi dei suicidi con un tono raggelato e raggelante, nell'assurdo logica e sentimenti perdono ogni valore. Impareggiabile coerenza.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/08/2023 10:42:53
   6 / 10
Asteroid City è una bella sfida da affrontare, ma si corre il rischio dal rimanere delusi. Un film che nella sua introduzione racconta di uno show televisivo che mette in scena un'opera teatrale di un drammaturgo. Dal cinema al teatro. Asteroid city, città sperduta nel deserto diventa una grande bolla che racchiude al suo interno personaggi tipici del cinema di Anderson, cioè a loro olta prigionieri di una loro bolla personale di dolore e di un vissuto problematico. Malgrado un cast a dir poco stellare, pochi personaggi rimangono impressi, anche se non mancano momenti come nel finale del terzo atto nel dialogo tra Brody e Schwarzmann in cui il secondo (attore) chiede al regista il senso di quello che sta facendo perchè non lo capisce. E' un film dallo straniamento continuo e forse troppo prigioniero della sua forma impeccabile che ti sfugge il senso di quello che stai vedendo pur non mancando di fascino.

benzo24  @  16/08/2023 20:04:34
   9 / 10
Film magnifico che si sviluppa su più piani narrativi per elaborare il lutto (un classico del cinema andersoniano) e un amore finito, immaginato, mai esistito o semplicemente solo sognato. Fa ridere che molti abbiano frainteso il film, prendendone la battuta "non capisco il senso", e credendo che parlasse del film, quando invece parla della vita o del sogno, e del senso di smarrimento causato dalla mancanza o perdita della fede in Dio, dimostrazione di come i film non si sappiano più guardare e analizzare nel modo giusto, soprattutto quando si hanno di fronte opere profonde e sofisticate come questa. Che tempi brutti e poveri stiamo vivendo..

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Ultima risposta 18/01/2024 23.54.12
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Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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