chi e' senza peccato - the dry (2020)

Buon thriller poliziesco tratto da uno dei romanzi di Jane Harper dedicati all'agente federale "Aaron Falk". L'ambientazione in terra australiana rende ancor più interessante il film di Connolly, paesaggi aridi e secchissimi per la mancanza di pioggia da cui il titolo "The Dry". Eric Bana interpreta il protagonista che per un apparente omicidio-suicidio in cui è coinvolto il suo amico d'infanzia "Luke Hadler", si troverà ad affrontare i fantasmi oramai seppelliti del passato e quelli del presente. Continui flashback ci mostrano gli accadimenti di venti anni prima dove fu ritrovato il corpo di un'altra coetanea "Ellie", apparentemente suicidatasi annegandosi nel fiume. Storia torrida come la location della cittadina di "Kievarra", buona caratterizzazione dei personaggi, con un finale ben fatto che risulta angosciante e sorprendente.

Non proprio la storia più originale del mondo. Ma non si può dirne poi così male.
E' tutto medio.
Ad un certo punto questa sorta di dieci piccoli indiani in salsa australiana di paese mi stava anche intrigando. Poi però nel finale il tutto scema verso una stiracchiata sufficienza.

Un poliziotto australiano torna nel desertico paesello natio per il funerale di un vecchio amico , apparentemente autore di un omicidio-suicidio .... Il regista australiano Robert Connolly dirige questa pellicola ispirandosi all' omonimo romanzo di Jane Harper . Io l' ho visto in televisione qualche giono fa , senza grandi aspettative , ma invece mi è piaciuto . E' un film in bilico tra dramma , thriller e poliziesco , che parte lentamente ma che piano piano è riuscito ad avvolgermi nelle spire del doppio mistero racchiuso nella sua trama , che scorre appunto su di un doppio piano temporale . Belle le ambientazioni nell' ostile outback australiano devastato dall' interminabile siccità , un' aridità che pare rispecchiarsi anche sugli abitanti del posto . Ottima la fotografia di Stefan Duscio ed azzeccata la colonna sonora di Peter Raeburn . Protagonista assoluto è un dolente e misurato Eric Bana , contornato da un gruppo di caratteristi locali , poco noti ma efficaci . Tirando le somme , secondo me merita il 7 .

ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Che noia, che barba, che ripetitività.

“The Dry” sebbene possa sembrare interessante sotto il profilo stilistico purtroppo si trascina tutti i limiti di un genere saturo come il giallo proponendo un film con zero inventiva, pochissima fantasia e una serie di momenti visti e stravisti nel genere da anni.

Già l’incipit sa di replica, di film, di puntate televisive di qualsiasi cosa, un uomo torna nel suo vecchio paese dopo vent’anni di assenza, causata da un evento tragico di cui la popolazione pensa sia coinvolto, per indagare sull’omicidio/suicidio di uno dei suoi amici più stretti e della sua famiglia.

Già dall’inizio si nota un po’ la struttura e la divisione dei personaggi, tra chi ripone fede in lui come i due simpatici vecchietti genitori del suo amico che vogliono scopra la verità e chi lo considera un impostore, un assassino, uno in quel luogo per meri interessi personali e così via, fin da subito viene sottolineato il tipico atteggiamento chiuso e omertoso della piccola cittadina che rifiuta l’elemento esterno venuto a scoprire gli scheletri nell’armadio.

Poi è il momento della solita battuta, quando va all’hotel: “rimango solo una notte” - sicuramente guarda - ovviamente rimarrà un mesetto perché l’investigazione si fa sempre più fitta.

Poi è il momento dei flashback e dei sensi di colpa per l’evento passato della sua ex fidanzata che è morta annegata e lui ha addirittura mentito per proteggere un suo amico senza sapere dove fosse davvero, quindi c’è tutta la divisione del protagonista un po’ determinato a fare giustizia, un po’ che si sente parte del problema e giù di lì.

Poi quando tutto sembra bloccato casualmente scopre la verità e insomma fa un bel casino, risolve due casi avvenuti a distanza di vent’anni in dieci minuti e tutti vissero felici e contenti.

L’elemento più interessante del film, oltre alla buona fotografia, è il contesto della siccità, che introdurrebbe uno sfondo più originale alla vicenda, ma a mio parere viene anche questo poco sfruttato se non per qualche uso metaforico, ma di base influenza davvero poco la vicenda, per buona parte del film che questa siccità ci sia o meno non fa differenza per i personaggi.

Bana l’ho trovato un po’ imbalsamato in tutto questo, non che il ruolo richiedesse chissà che faville, ma non l’ho trovato particolarmente espressivo.

In fin dei conti mi è sembrato un film con tanto fumo - anche fatto bene, perché il pacchetto è interessante - e pochissimo arrosto, convenzionalissimo e decisamente troppo nella media come scrittura, narrazione ed elementi filmici. Non basta una regia dai tempi autoriali a creare tensione se la vicenda ti fornisce poche opportunità.

Un buon thriller dal ritmo non elevatissimo ma dalla sceneggiatura solida e coesa
Bene Bana che ultimamente forse si era un pò perso ..

Thriller solido e ben interpretato, colpi di scena ben orchestrati e indagine che si lascia seguire con semplicita' poiche poco contorta.

Certo la sceneggiatura prevede che a distanza di poche ore si risolvino 2 casi di omicidio distanziati di 20 anni ma pazienza.

P.s. Io nella scena finale avrei fatto piovere, come se fosse una liberazione della natura stessa in quei luoghi macchiati di sangue.

Thriller solido. La trama si dipana in maniera chiara e convincente.
Ottimo Eric Bana e anche il resto del cast fa la sua parte. Ritmo non sempre sostenuto.

Film interessante, ben tratteggiato nel mantenere alto il livello di tensione fino alla fine, non banalizzando nè gli eventi che si intrecciano e nè i personaggi che, per quanto possano sembrare stereotipati in un contesto di una piccola città, mantengono una loro identità precisa e ordinata.
Buona la regia, abile nello sfruttare gli ambienti e un cast affidabile e credibile.

Che bel film finalmente....Un bel film che tiene viva l'attenzione e non eccede mai in americanate che ne precluderebbero il buon esito.Buon sviluppo dei personaggi e degli eventi,da non perdere

Un film ben confezionato, un "giallo" interessante dove tutto è al posto giusto, ma per essere un thriller naviga su un mare piatto, noioso a tratti.

Ottimo thriller dalle scelte intelligenti che non prendono in giro lo spettatore. Solido, da vedere.

Dolente, dimesso, struggentissimo, sussurrato: un tempo il grande cinema e la miglior arte seguivano tali princìpi estetici ogg'invece sempre più accantonati e disprezzati. Può essere scambiato per un film dispersivo, mentr'è la rimarcata metafora della siccità perdurante da quas'un anno, da una vita, dall'intera Storia, la carenza cronicizzata d'un'acqua più salvifica che redentiv'a cui abbeverarsi e con cui lavarsi. Anche la versione del capolavoro "Under the Milky Way" è disseccata e prosciugata (https://music.youtube.com/watch?v=5ASkc0fRvW0). Finora il thriller di maggior successo in Australia, Connolly lo trasforma nell'atmosfera visionariamente survivalista del paesaggio e dei suoi abitanti.

Un buon thriller che risulta un pò piatto in alcune parti.

Bel film. Bell'intreccio di due delitti avvenuti a distanza di decenni ma con gli stessi protagonisti in una paesello della campagna sterminata australiana.
Il tema del cambiamento climatico sta diventando sempre più presente, magari nello sfondo. A me inquieta anche perchè l'unica reale soluzione per inquinare meno è consumare meno. Siamo disposti a farlo tutti?

Solido questo thriller australiano, ben orchestrato nella sceneggiatura nel quale vengono approfonditi i personaggi senza comunque tralasciare lo sfondo della vicenda, anzi delle vicende che si intrecciano tra passato e presente di una comunità isolata dal mondo e devastata da una siccità che inaridisce i terreni ed inaridisce l'umanità. Tocca quindi al protagonista, originario del luogo svelare i bandoli della matassa del caso presente e svelare il mistero di una morte del passato al quale è rimasto legato e tuttora irrisolto con lati oscuri. Mentire diventa una seconda natura, come dice uno dei personaggi, e rimuovere l'omertà presente nel paese è un passaggio necessario ma anche doloroso. Classico nel suo incedere, con qualche particolare che indirettamente cita uno dei capolavori del cinema australiano come Wake in fright.

Tra dramma e poliziesco, "The Dry" si avvale di una forza narrativa su due piani paralleli, presente e passato, che sono destinati a essere legati. Il protagonista (in questo caso un poliziotto), che dalla città torna nella cittadina di provincia natia, non è un elemento nuovo, ma il regista Robert Connolly riesce ad amalgamare ottimamente una vicenda coinvolgente insieme ad altri aspetti come l'ambientazione particolare e flashback determinanti. Il microcosmo di questa piccola cittadina australiana sembra un po' quello di "Cane di Paglia" di Sam Peckinpah, tra ubriaconi, bifolchi e personaggi che hanno qualcosa da nascondere.
Valido il finale, dove tutto bene o male si viene a collimare e anche la siccità del titolo (appunto the dry) si rivela importante. Ottimo come sempre Eric Bana e bene il resto del cast.
Con mio stupore, "The Dry" in patria ha incassato tantissimo e finalmente anche i polizieschi tornano ad avere una certa risonanza.