clean, shaven (1993)

Clean, Shaven opera all'interno di un contesto scarno e freddo, location povere e dimesse che mi ha ricordato molto Henry pioggia di sangue anche per alcune inquadrature (l'apertura del cofano con il sacco di plastica). La visione privilegiata è quella del protagonista, schizofrenico, ossessionato dalla ricerca della propria figlia e delle trasmissioni radio che sente nella sua testa. Questo punto di vista in qualche modo anticipa sia Spider di Cronenberg o Bug di Friedkin ed è praticamente contemporaneo a lavori Schramm, riprendendo qualche suggestione del precedente Angst.
Peter Green con la sua intepretazione rende bene l'idea dell'inferno mentale del suo personaggio, ma in qualche modo questa sorta di paranoia si dimostra anche contagiosa come nel personaggio del poliziotto, gradualmente risucchiato in un vortice dove le voci della radio cominceranno a farsi sentire anche nella sua mente. Un film molto interessante e ben girato che presenta più linearità di narrazione di quanto mi aspettassi.

Kerrigan prova a far recepire al pubblico il significato della schizofrenia, delle allucinazioni, della paranoia, dei sentimenti dissociativi e dell' ansia.
Il tutto attraverso una regia ed un montaggio creati ad hoc.

Esperimento parzialmente riuscito.

Gran bel film sorretto da un eccezionale peter greene.
Montaggio, movimenti di mdp , rumori , tutto è sgraziato e calibrato alla perfezione per dare proprio la sensazione di disagio mentale e schizofrenia del protagonista , per tutta la pellicola si respira un clima di malattia e di ansia a tratti insostenibile che raggiunge il climax nella scena dell unghia e in quella del rasoio sotto la doccia....

Finale commovente, non capisco perchè qualcuno qui sotto lo abbia definito ''poco chiaro'' dato che è chiarissimo

SPOILER

Film angosciante che mette in rilievo la psicologia schizofrenica del protagonista.

Consigliato!

Bello questo film che abbina la schizofrenia del protagonista - e la sua situazione con la figlia - ad una contenuta storia investigativa.. Bravo Greene ma anche la caratterizzazione del detective mi è piaciuta - ambigua, poco convenzionale.. Scorrevole, disturbato e lascia libertà d'interpretazione nel suo sviluppo.

Non totalmente chiaro, caratterizzato da una narrazione frammentata, questo filmone di Kerrigan lascia davvero il segno, aiutatato da un Peter Greene (The mask, I soliti sospetti, Pulp fiction) perfettamente in parte.

Si narra, a metà via tra il thriller ed il dramma, una storia di una mente malata e la si narra in maniera ritmica, rituale, capace, efficace.

Certe parti, tra cui il finale, sono eccessivamente poco chiare ma il tutto è comunque totalmente promosso.

Ottima anche regia e fotografia.