dagmar - l'anima dei vichinghi (2012)

Racconto dai toni epico norreni con una splendida ambientazione e godibile nel ritmo. Intrattiene bene e i vari personaggi seppur stereotipati fanno il loro senza esagerare. Finale così e così che un po' rovina quell'equilibrio che il film aveva fino a quel momento.

Nel Medio Evo scandinavo un piccolo gruppo di briganti massacra una famiglia di viandanti e prende prigioniera una ragazza ..... Roar Uthaug è un regista norvegese che si è fatto conoscere con alcune pellicole anche al di fuori dei patrii confini , fino a sbarcare in America per girare il reboot di " Tomb raider " . Qui già dimostra una discreta tecnica registica ed un gran senso del ritmo che , abbinati agli affascinanti paesaggi nordici , gli consentono di confezionare un film più che dignitoso nonostante una trama semplice e stravista . Certo , nella seconda parte assistiamo alla solita metamorfosi , in cui la giovane protagonista si trasforma rapidissimamente da candida ragazzotta in balia degli eventi ad indidtruttibile combattente , avvezza alle astuzie ed alle tecniche di guerriglia ! Il cast , tutto norvegese , mi è sconosciuto , fatta salva la presenza di una letale e folle Ingrid Bolso Berdal ( già vista in qualche produzione internazionale ) , che occupa la scena . Ad ogni modo tutti fanno la loro parte , anche la bambina , che pare la sorellina di Viki il vichingo . Nel complesso è una pellicola che fa il suo dovere ed intrattiene senza troppa fatica . Perciò si merita il suo onesto 6 .

Non male questo film norvegese, bella la location molto suggestiva, la trama e' lineare nello svolgimento e coinvolge abbastanza. Bello il film anche se del tutto irreale.

Essenziale e semplice nella storia che propone un plot quantomai classico, ma ben strutturato e diretto, con un paesaggio aspro che fa da padrone in questa disputa tra due donne. Personaggi essenziali e funzionali al racconto, brave le due piccole attrici e ottima direi la presenza scenica della Berdal. Ha la durata giusta, non cerca spiegoni né li offre ed il pregio dell'essenzialità è la carta vincente. La parte finale in quanto a credibilità non è al contrario il suo aspetto migliore, ma il film promette quello che mantiene.

Di positivo è che riesce a costruire, e ne sfrutta, una buona atmosfera, aiutato dai paesaggi incontaminti. In verità è film esile, soprattutto di credibilità e nei personaggi a cui non viene dato nessuno spazio.

Nonostante le premesse decisamente improbabili (una ragazza e una bambina contro un manipolo di assassini senza scrupoli) questo thriller norvegese riesce a mantenere un certo interesse nel pubblico grazie ad ambienti notevoli e scene tensive ben equilibrate.
Bene le giovani protagoniste, ritmo fluido e film che non annoia, lasciando una sensazione positiva fino alla fine.

Abbiamo visto decine di film post-catastrofici ambientati in un futuro ipotetico...questo è ambientato nel passato e basato su inconfutabili dati storici, aggiungiamoci l'importanza data in tutto il film alla figura femminile (anticamente in Nordeuropa vigeva la discendenza matrilineare, ecc...) rispetto a quella maschile, osservata solo nel suo aspetto più volgare e brutale e comunque sottomesso e alla fine sconfitto dalle più forti donne, inseriamo il tutto in un paesaggio splendido e selvaggio ed otterremo un film forse piattino e non originalissimo ma assolutamente con un suo perchè, e pertanto da premiare, senza esagerare però.

Gli incantevoli scenari della natura scandinava fanno da sfondo a questa storia collocata in epoca medievale.
Una famiglia diretta verso luoghi dove la peste non ha attecchito viene massacrata da spietati predoni capitananti dalla carismatica Dagmar.
Resta in vita solo Signe, adolescente terrorizzata, rapita e portata al campo base dagli assassini. Dopo una notte di prigionia intraprenderà la lunga e pericolosa fuga verso la libertà in compagnia di un' inaspettata alleata.
Trama che più elementare non si può con tutti i sottotesti possibili appena accennati e quindi abbandonati senza remore, con ragazzine non poi così sprovvedute braccate da un branco di barbari brutti, sporchi e cattivi, sino al raggiungimento dell' inevitabile catarsi vendicativa e sanguinosa tutt'altro che credibile.
Action dall'ambientazione inusuale nella quale Roar Uthaug, noto per aver dato il via alla saga horror "Fritt Vilt", mostra vecchi limiti, ossia alle notevoli qualità registiche non fa seguire quel quid fantasioso in grado di donare la giusta qualità ai suoi lavori, non riuscendo mai a trasfomare il prodotto da intrattenimento innocuo in qualcosa di più sfaccettato e degno di maggior considerazione.
"Escape" è un prodottino passabile, imperniato su massicce dosi d'azione cui aderisce bene un cast che svolge senza sbavature il proprio lavoro.
Da paura la definizione dei personaggi, con alcuni elementi ai qauli non viene concessa neppure mezza battuta, figure buone per far numero e mettere un po' di carne al fuoco allungando disperatamente l'idea di partenza.
In definitiva una pellicola evitabile, per quanto non sia irritante e si digerisca senza affanni.