dillinger (1973)

Il poliziesco è un genere sempre interessante da monitorare, l'evoluzione del genere ha portato gli americani a spettacolarizzarne eccessivamente l'immagine e la scena; tempo addietro, il poliziesco viveva di ben altre cose.
"Dillinger", ad esempio, è un film figlio di un tempo passato, per questo risulta essere molto più affidabile delle nuove produzioni.
Il nemico pubblico, Dillinger, semina il panico a suon di sparatorie e uccisioni, quella di Dillinger, è una banda che perde sul campo alcuni uomini, ma non impiega tempi lunghi a ricompattare l'organico. Dall'altra parte, invece, un rigidissimo commissario con una grande forza di coercizione, uccide direttamente e velocemente, sembra essere contro la calmierata procedura dell'arresto.

Su queste basi, "Dillinger", conferma tutte le sue positività, si tratta di una produzione fortissima nel contenuto e bella anche per quanto riguarda il lavoro registico, le sequenze delle varie rapine sono ben confezionate e trasmettono una visione drammatica e cruda allo spettatore.
In "Dillinger", funziona alla grande lo schema classico dei buoni e dei cattivi, una lunga sfida sanguinosa, fra uccisioni e fughe.
John Milius non sbaglia quasi nulla, piccole imperfezioni, casomai, sono da constatare sulla durata del film, con qualche minuto in meno, e con qualche ripetizione mancante, "Dillinger", poteva essere maggiormente accattivante, ma il nostro, è solo un minimo accenno di rimprovero.

Cronaca delle gesta del celebre nemico pubblico n.1 degli anni 30, il film di Milius è un guardia e ladri essenziale e restio al romanzato, perfetto nella ricostruzione d'epoca e degli eventi, nonché maniacale nel riprendere la brutalità delle spettacolari rapine e sparatorie, estremamente violente, che ne caratterizzarono il periodo; quest'ultimo aspetto finisce però per prendere il sopravvento ed in maniera ripetitiva un po' su tutto il resto, sacrificando in primo luogo una conoscenza più approfondita non solo dei membri della banda di Dillinger (tra i quali si segnalano Harry Dean Stanton, Richard Dreyfuss, e Geoffrey Lewis) ma anche dei due protagonisti dell'intera faccenda (Oates e Johnson) magistrali nelle interpretazioni ma ridotti proprio al minimo necessario come personaggi (il primo in particolare, tra l'altro troppo stagionato e, sinceramente, privo dello charme richiesto dal ruolo).

In ogni caso, un poliziesco più che buono, e tra i più crudi della decade.

L' esordio alla regia di John Milius è un gangster movie secco, teso e crudo che si sofferma sul confronto tra inseguitore ed inseguito.
Una dei primi ruoli importanti per Richard Dreyfuss che interpreta Baby face Nelson.

Action movie di gran pregio dove Milius assimila bene il cinema di Peckinpah con una messa in scena efficace nel risaltare la violenza di un periodo difficile e turbolento e una coppia di attori formidabile (Oates e Johnson), gangster e poliziotto, anche se in fondo la differenza tra i due risiede nell'avere il distintivo o meno.

Questo film, pur attenendosi moltissimo ai fatti, esalta i lati più "romantici" dei due protagonisti, Dillinger e Purvis, mettendoli a confronto in un lunghissimo "duello". Merito degli ottimi attori, ne riesce un gran film, a tratti quasi un western, dove i buoni e cattivi, vestiti uguali e tutti coi Thompson, si macchiano di efferati omicidi. Più di un momento memorabile.

Un grande gangster movie 'on the road' anni '70 con due icone del cinema: Ben Johnson e Warren Oates come sempre perfetti. Ricorda molto da vicino 'Gangster story' anche se è stato realizzato con minor mezzi. Incarna il desiderio di rottura della gioventù americana non più disposta a sottostare a regole e morale ritenute tradite dal Vietnam, dal Watergate, da omicidi di stato... Bel film sulla ribellione e sulla libertà.

Buona ricostruzione della storia di uno dei crimanali più noti d'America e bella anche la messa in scena anni Trenta.
Cast spettacolare tra cui spicca un grande Warren Oates, cattivo ed ironico al punto giusto.
Film godibile anche se manca di quell'eleganza che appartiene all'ultima versione raccontata da Mann.

Questo era il vero Johnny Dillinger. Non sapevo nulla della sua storia prima di aver visto public enemy e successivamente questo film del '73 ma se devo associare un'immagine a quel bandito leggendario, inconsciamente nella mia ignoranza scelgo Warren Oates (la scena di apertura del film è grandiosa) rispetto a Johnny Depp. Perchè questo criminale non doveva essere bello e dannato. Ma dannato e cattivissimo!!
Quel sigaro di Purvis poi...

Il merito maggiore di questo film sta nel fatto che, nonostante sia incentrato perlopiù sulla lotta Dillinger-Purvis, riesce a non cadere nei personalismi; i due protagonisti vengono messi sullo stesso piano: non c'è il buono e il cattivo, c'è solo la violenza che caratterizza quel periodo e che li muove. Ottime le interpretazioni di Oates e Johnson.

Notevole ricostruzione delle imprese criminale del bandito Dillinger a firma di
uno dei registi piu' interessanti della sua generazione.Bel ritmo,belle scene
d'azione,qualche momento indimenticabile e un cast da brividi.Warren Oates
è un Dillinger da applausi a scena aperta.Ben Johnson è una volta di piu'
straordinario nel ruolo del vice direttore dell' Fbi che da a Dillinger una caccia
implacabile.Ottimi anche gli altri. Da riscoprire.

Notevolissimo, soprattutto per la strepitosa interpretazione di Warren Oates. Accreditata la presenza di John Huston come attore, non si sa bene perchè (non risulta neanche nelle filmografie). Un film in un certo senso vicino allo spirito di Gang di Altman, con una buona ricostruzione d'epoca.
Non dico di più perchè non lo vedo da decenni, e ho ricordi sfocati