estranei regia di Andrew Haigh USA, Gran Bretagna 2023
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estranei (2023)

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locandina del film ESTRANEI

Titolo Originale: ALL OF US STRANGERS

RegiaAndrew Haigh

InterpretiAndrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell, Claire Foy, Carter John Grout, Ami Tredrea, Oliver Franks

Durata: h 1.46
NazionalitàUSA, Gran Bretagna 2023
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2024

•  Altri film di Andrew Haigh

Trama del film Estranei

Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra contemporanea, Adam (Andrew Scott) ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry (Paul Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è cresciuto e nella casa d'infanzia in cui i suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno della loro morte, 30 anni prima.

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Voto Visitatori:   7,41 / 10 (17 voti)7,41Grafico
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Voti e commenti su Estranei, 17 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento bleck  @  07/06/2024 20:30:07
   4 / 10
Mi spiace non essere d'accordo con i recenti commenti, magari qualcuno penserà che non ho un livello sufficiente per poter recepire la bellezza di questa opera, e magari (forse) avrà pure ragione, io so soltanto che la noia ha regnato sovrana, una staticità drammaticamente statica, insomma, in parole povere, un mattone.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  22/05/2024 16:50:27
   7 / 10
Film particolare, intenso e difficile da descrivere; a tratti impalpabile. Merita una visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  20/05/2024 12:00:22
   7 / 10
Film sicuramente interessante per struttura narrativa, montaggio, fotografia ( asettica e impersonale ) e suvvia anche ben diretto e con buone interpretazioni .
Di contro soffre di una eccessiva staticità delle situazioni e di un criptico e mai svelato intendere dei protagonisti .... questo potrebbe essere anche la sua forza .
Sicuramente merita una seconda e più accurata visione .

Thorondir  @  13/05/2024 17:43:52
   8 / 10
Questo film mi ha ricordato un altro grandioso film sul tema omosessualità, "Great Freedom" dell'austriaco Meise: sono entrambi film che parlano dell'argomento guardandolo però dal lato dell'esclusione. Inutile girarci attorno: anche se oggi l'omosessualità è vissuta più liberamente che in passato continua a persistere lo stigma, la paura, l'esclusione sociale e a volte l'autoesclusione. Se "Great Freedom" raccontava una storia d'amore nella Germania postnazista dove però le leggi naziste sull'omosessualità furono tenute in vigore (come a dire, i nazisti sbagliavano su tutto, ma non con gli omosessuali...) e se quindi lì l'esclusione era tema prettamente politico-sociale, qui Andrew Haigh racconta la storia di un uomo, Adam, che per via del suo orientamento sessuale ha attraversato un cammino di vita complicato. A ciò si aggiunge il dolore per non essere riuscito a comunicare il proprio io ai genitori, morti prematuramente: il film è quindi una sorta di diario immaginario di Adam, in costante contatto con la morte e i morti, vecchi (e poi nuovi). Un film che lavora totalmente in sottrazione (poche ambientazioni, utilizzo soffuso di un tappeto sonoro minimale, pochi attori) per raccontare però la vita sopra i massimi sistemi, il sogno come evasione dalla realtà di segregazione e autosegragazione (quel palazzo sembra a tutti gli effetti una prigione) per l'esplorazione di realtà impossibili. Quei tormenti interiori inesplicati che restano a pesare sul cuore costantemente, anche a distanza di decenni. Si sente l'urgenza espositiva e comunicativa di Haigh (anch'egli omosessuale), si sente la volontà pregnante di raccontare questa storia come una potenziale storia universale. Ne viene fuori un film decisamente riuscito, capace di parlare un linguaggio moderno ma dentro i ritmi di un cinema del tutto personale (gestione dei tempi e dei temi che richiama il precedente "45 anni"). Peccato per quella scivolata sulla scena della discoteca che per uso della fotografia e ambientazione-narrazione è un qualcosa di già visto e che fa scadere il film nell'ambito del clichè (vedi droghe e alcol) fino a quel momento ben evitato (in un tipo di cinema che è sempre in bilico nel lasciarsi andare al cliché).

Cinder  @  13/05/2024 01:24:39
   10 / 10
Andrew Haigh è un regista da tenere d'occhio.

BigHatLogan91  @  13/05/2024 01:23:57
   8 / 10
Un film emotivamente potente e registicamente accurato. Ottime anche le interpretazioni.

Kyo_Kusanagi  @  12/05/2024 20:25:49
   6 / 10
Non è facile commentare questo film : Potente, toccante, poetico, struggente...personalmente mi ha messo tristezza; Pervade per tutto il film un senso di solitudine; Il film è un viaggio nella coscienza del protagonista che passa per l'accettazione del lutto, di se stesso i suoi tormenti interiori, i ricordi , i rimpianti e la nostalgia. Andrew Scott grande protagonista bravo a trasmettere tutte le emozioni che il film vuole raccontare. Forse però l'eccessiva lentezza potrebbe annoiare ed essere un difetto.

Mauro@Lanari  @  02/05/2024 05:20:08
   5 / 10
Recensione doppia
I road movie, reali o allegorici, sono comunque una forma d'entronautismo, un viaggio/pellegrinaggio per conoscere la propria soggettività e i fantasmi psichici, i tormenti, le ferite dolenti e sanguinanti che l'abitano. I lutti sono inelaborabili quanto gl'eventuali rimorsi e sensi di colpa a essi correlati, andrebbe riscritta la storia ed è ciò che già mostra il video di "The Scientist", Coldplay 2002 (https://www.youtube.com/watch?v=RB-RcX5DS5A). Gl'approcci palliativi e lenitivi delle strategie adattive o di sopravvivenza sono sempre presentati com'unico possibile rimedio. "The [healing or even salvific] Power of Love"? Ma di quale tipo d'amore? Rimbaud, al quale l'amante Verlaine aveva sparato due colpi di pistola ferendolo al polso sinistro, all'età di 19 anni scrisse: "L'amour est à réinventer" (https://books.google.it/?id=QFESF_dtcNEC&pg=PT392&dq=%22L%27amour+est+%C3%A0+r%C3%A9inventer%22). A differenza di quel giovane francese di quasi due secoli fa, Haigh e MacDonald hanno un'idea del lirismo molto meno matura e troppo melodrammatica, né sono interessati ad abbandonare la lamentocrazia per cercare una nuova agapelogia, sebbene siano disponibili i presupposti per un inedito paradigma.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  28/04/2024 18:50:36
   7 / 10
Un film tra realtà e sogno in un percorso sull'elaborazione del lutto e il vivere se stessi.
Mi ha ricordato alcuni passi di Mulholland drive in una versione più romantica, meno dark ma di sicuro non meno drammatica e intensa.
Film un pò lento che purtroppo, nel mio caso, non mi ha emozionato a dovere.

Ho provato poca empatia nel personaggio, forse perchè mancano troppi pezzi per poterne ricostruire un quadro psicologico credibile per poi arrivare alla schizofrenia.

Bello ma non lo rivedrei.

7219415  @  27/04/2024 10:34:23
   8 / 10
molto toccante, una piacevole sorpresa

TheLegend  @  25/04/2024 01:22:38
   6½ / 10
Film che aveva del potenziale ma riesce ad esprimerlo solo in parte.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  21/04/2024 11:25:08
   8 / 10
Adam è un uomo profondamente solo, dall'esistenza bloccata e che non ha mai elaborato il lutto per la morte dei propri genitori avvenuta quando era nemmeno adolescente. La sua esistenza è caratterizzata dal vuoto, dalla insoddisfazione di aver lasciato troppe cose in sospeso soprattutto con il passato. Estranei è un film che elimina le barriere fra mondo reale e mondo onirico in cui Adam si addentra senza soluzioni di continuità. Probabilmente una sua stessa creazione, parto della sua fantasia di scrittore, quando all'improvviso compare suo padre, tale e quale a trent'anni prima che lo porta alla loro casa d'infanzia dove li attende la madre, anch'essa immutata rispetto a trent'anni prima. Allo stesso tempo la conoscenza con SCott gli permette di aprirsi al mondo come non aveva mai fatto. Tutto nasce da un'esigenza o da un desiderio inespresso di esprimersi come non aveva mai fatto: conoscere i propri genitori, rivelare la propria omosessualità, dire addio ad entrambi ed elaborare definitivamente il lutto. Questo dialogo con i fantasmi si chiude magistralmente con The Power Of Love, vera epifania del protagonista. Cast eccellente, regia molto attenta ad unire i due mondi in maniera invisibile ed impercettibile, contenuti emotivamente toccanti. Haigh è realmente un regista da tenere d'occhio.

Oskarsson88  @  21/03/2024 19:48:35
   8½ / 10
Bellissimo e toccante, si affrontano i temi del trauma, della solitudine e probabilmente anche della schizofrenia o qualche altro disturbo mentale non ben definito. Commovente e disturbante, ottima fotografia, sound design e recitazioni.

stratoZ  @  21/03/2024 14:15:48
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Non tanto una sorpresa perché del talento di Andrew Haigh avevo già preso conoscenza in quello splendido film che è "Weekend", a distanza di più di dieci anni l'autore si riconferma con un film che seppur tira in ballo tematiche simili lo fa con uno stile quasi opposto, si allontana dal minimalismo e dal realismo che potevano caratterizzare i suoi film passati e approccia lo stile onirico, realizzando un film dalla forte suggestività, dall'andamento dilatato, non tanto utilizzando una componente stilistica lisergica quanto qualcosa di più ipnotico che nel suo reicontrare i fantasmi del passato funge da ponte per il confronto con la sua coscienza, con una psiche traumatizzata, un modo comunque originale per trattare l'elaborazione del lutto e una formazione dal sapore mozzato.

In più piani temporali, fin da subito l'autore chiarisce la natura onirica del film, mostrando presto il protagonista alle prese con gli incontri con i suoi genitori, che all'incirca avranno la stessa età che ha lui nel presente, e gli stessi momenti con questo nuovo vicino di casa, con cui intrattiene fin da subito un rapporto di tipo sentimentale, mostrando le differenze si nota come in entrambi i casi i genitori siano stati traumatici, Adam li ha persi da piccolo e non ha ancora elaborato bene la loro mancanza, ha tanti conflitti irrisolti, Harry invece li ha ancora, ma non lo hanno mai accettato per quello che è, non ha più contatti con loro, è come se li avesse persi anche se non sono fisicamente morti.

Il film procede con un andamento quasi da requiem, il protagonista compie questa specie di viaggio nell'oltretomba per risolvere i conflitti nel presente, confessando anche la propria omosessualità ai genitori, dato che quando erano in vita era ancora troppo piccolo per parlarne, a questo proposito spicca la figura del padre, comprensivo ma conscio che anche lui sarebbe stato uno a creare problemi ai ragazzi come Adam, tanto che da piccolo si vergognava a parlare dei suoi problemi con i bulli a scuola, invece ho trovato macchiettistica la figura della madre, una delle poche note negative del film, come si vede la prima volta che Adam confessa la sua omosessualità, con quelle domande un po' stereotipo che la dipingono come la mamma pancina media che fa domande superficiali, non lo so mi è sembrato un divagare verso il comico un po' troppo banale e fuori contesto.

Nell'alternanza tra presente e passato il film procede sincopato alla ricerca di una soluzione ai traumi interiori con alcune scene sentitissime e devastanti, come il doloroso addio ai genitori un momento dilaniante ma necessario per la crescita del protagonista, e si conclude in un finale inaspettato che rende ancora più amara la pillola, trasformando il dramma in un mare di solitudine, elemento cardine di un film che sembra senza speranza.

La messa in scena è fantastica, dalle interpretazioni degli attori alla regia dilatata che alterna riflessivi momenti di silenzio a grandi accelerate, tipiche degli sbalzi d'umore di una persona così fragile come il protagonista, memorabili alcuni momenti come quello in metropolitana in cui l'immagine di Adam sembra deformarsi con qualche riferimento pittorico anche a Francis Bacon - che sarebbe pure molto contestuale data la natura da incubo della coscienza del film - ma anche le splendide sequenze in pista da ballo, per il resto, domina una fotografia splendida, fatta di continui contrasti, un uso del till and orange continuo, tra il freddo quasi gelido del mondo esterno e l'arancione caldo degli interni, un uso semantico che mette in evidenza come i caratteri si trovino meglio in una confortevole dimora piuttosto che in un mondo che non è mai stato indulgente nei loro confronti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/03/2024 23:42:31
   6½ / 10
Ok, "Estranei" ti lascia folgorato, le location cfr. Le metafore Lynchiane e Christopher Isherwood ("A single man) a passeggio nei mantra cyber-psicanalitici di Cronenberg, location da 10 e lode, un viaggio distopico nella mente umana, tra fantasmi, training autogeno, (stati di) allucinazione, fantastica colonna sonora di hit iconici degli anni 80". Ok Ma perché a me non è arrivato!? Perché non è riuscito a emozionarmi, quando poi nella vita in questi anni ho perso molte persone che amavo ?! Quando Adam guarda Harry e poi la madre nello stesso letto e poi svaniscono entrambi, o il Salue ai ricordi e ai dolori della perdita, nel tempo, dei genitori ("Non riesco più a vedere le tue mani") ecco queste solo sequenze da Antologia, però o sì entra subito nel meccanismo del film altrimenti ci si perde e ammettiamolo ci si annoia, e tanto. Sul concetto di ricordo di rimorso di domande inespresse potrei scrivere cento pagine anche adesso, soprattutto per tutto quello che mi tormenta e addolora ancora, ma magari certo non sono Haigh e non sono un regista, e lui ripeto ha creato un film ricco di immagini e immaginari straordinari, però non mi ha coinvolto oltre la sua (STUPENDA) estetica, non mi è entrato dentro, forse non vedevo l'ora che finisse. Un film che, come i Frankies, ha di certo "la forza dell'amore" ma esprime secondo me in modo troppo altezzoso la sua barriera psicanalitica. Riparliamone

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  10/03/2024 23:36:31
   10 / 10
È tutto vero. È la stessa villetta di più di vent'anni fa, quella dove sei vissuto, dove la vita si è interrotta. Eppure, nulla muore, in questa a ghost story. O perché è già morente, o perché esiste un solo modo per sopra/vvivere. Nella solitudine. In quel groviglio di sentimenti inespressi, di puntine in faccia, di sirene dell'ambulanza, di gridi d'aiuto, di pianti dietro la porta (non lo so cosa vuol dire amare). E poi c'è lui, terrorizzato, anima gemell(are), piegato dalla vita, sono sempre stato ai margini / so quanto è facile smettere di prendersi cura di sé.

Come fai a sopportarlo? Questo. (Il silenzio).

E poi ci sei tu con loro che si complimentano, si palesano, si legano, ma non sono gli altri, perché l'inferno non sono gli altri, è invece questa solitudine vorace a cui cercare antidoto, questi occhi che portano i segni così come li porta lui, in un corpo, in un anima a cui aggrovigliare la propria, cielo nei cieli, stella fra le stelle. Mancar(si) perché manca chiunque. Ritrovar(si), perché una storia di amore, è sempre di fantasmi, di antidoti, alla solitudine.

I'll protect you from the hooded claw
Keep the vampires from your door

matt_995  @  05/03/2024 11:08:56
   8½ / 10
Andrew High è probabilmente l'autore mainstream più efficace a raccontare l'omosessualità oggi. Qui però si discosta dalla sua cinematografia per raccontare, sì, un uomo omosessuale, ma alle prese di una storia di fantasmi.
Fantasmi che non tornano per infestare la propria dimora (a tal proposito sarà interessante leggere il libro da cui è adattato, giapponese) ma per rivivere lì qualche altro momento di serenità, come nella vita precedente.
Andrew Scott (meraviglioso, in alcuni momenti da Oscar) è un personaggio solo e grigio (come Tom Cullen in Weekend) che vive letteralmente da solo in un palazzone appena costruito e pressoché vuoto.sceglie allora di spostarsi in un'altra casa vuota, ma decisamente più viva e affollata. E sebbene la vita lì fuori, nel palazzone vuoto, apre dei piccoli spiragli di vita, col vicino di casa che lo corteggia insistentemente e goffamente (un Mescal dolce e fragile), Adam sceglie la vita lì dentro, alla ricerca del tempo perduto, chiarendo parole mai dette e rivivendo attimi mai vissuti (Claire Foy e Jamie Bell regalano un paio di scene da fazzoletti).
Al netto di un finale giusto ma forse sbrigativo, il film è geniale anche per la resa di questi Estranei, forse molto più presenti delle persone che abbiamo attorno. Nei titoli di coda, tra il cast, sì leggono letteralmente 6 nomi (4 attori principali e due comparse), perché forse è il mondo dei vivi ad essere deserto ai nostri occhi e quello dei morti è più caldo e affollato.

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