february: l'innocenza del male (2015)

Dopo aver visto il sopravvalutato "LungheGambe", per curiosità ho voluto recuperare il film con il quale Oz Perkins ha debuttato nel cinema horror e ho capito tre cose fondamentali:
1. il regista è fissato con satana;
2. gli piace la neve;
3. non è capace di Scrivere e girare film.
Paradossalmente sto "February" è pure superiore a LongFuc*ingLegs solo che Febbraio (che è uscito 9 anni prima) non ha avuto la stessa campagna marketing esagerata e narcotizzante e quindi il film non se l'è ****** di striscio nessuno. Ma guarda un po'. Ah, e poi non c'è Nicolas Cage.
La cosa divertente è che se avessi visto prima questo film, a quell'altro avrei dato un voto anche più basso.
Può essere che prima o poi io veda pure "Gretel e Hansel" però dev'esserci la neve e soprattutto el diablo, sennò potrei rimanere deluso.
Ave stocaz*o!

Film davvero brutto e noioso, del resto Oz Perkins li fa tutti cosi´. La storia e' semplice ma confusa, appare quantomeno sconclusionata nella messa in scena e trasforma il film in puro esercizio estetico. Le linee temporali sono (confusamente e inutilmente) affastellate e non si cava un ragno dal buco fino al finale, quando si fa un minimo di chiarezza in una storia che poteva essere raccontata molto piu' linearmente e senza irritanti manierismi. Qualcuno dovrebbe dire a Oz Perkins che essere figlio di cotanto patre non lo autorizza a sbertucciare le regole della grammatica cinematografica ne' tantomeno a martoriarci i gioielli di famiglia con prodotti soporiferi come questo. Francamente non so come abbia fatto ad arrivare alla fine, ma in qualche modo ci sono riuscito nonostante la tentazione molto frequente di spegnere tutto e di apostrofare opera e maestranze con pittoreschi e poco edificanti appellativi.

Per me noioso!

Film sincero, nel senso che già dalle prime scene si rivela per quello che è: lento, noioso, volutamente "di genere" ma, paradossalmente, con più fumo che arrosto.
Ne esce un dramma "socio-psicologico" con ambientazione e spunti horror. Solo per appassionati del sotto-genere

La possessione diabolica gestita fuori campo, dettaglio semplice capace di rendere il meccanismo della tensione pressoché perfetto. Regia (da 10) di Oz Perkins, figlio d'arte di cui avevo già adorato l'ultimo 'Hansel & Gretel' uscito alle porte del Covid e mai distribuito in sala da noi. Mezzo punto in più per la citazione a papà Anthony sul finale (occhi a cuoricini). Il titolo originale (The Blackcoat's Daughter) fa tutto un'altro effetto.

Ennesimo film sulle possessioni demoniache ma che si rende piuttosto atipico nella struttura e formato da pochissimi dialoghi.
Di difficile giudizio. Per certi versi un ottimo lavoro ed esordio registico per Oz Perkins, specialmente nel dare importanza ad ogni minimo dettaglio nelle varie inquadrature fredde, oscure, vuote, silenziose interrotte da scricchiolii o piccoli suoni e rumori. Grazie a questo sono presenti un paio di scene che regalano una notevole e piacevole suspense. Niente male anche la recitazione in particolar modo da parte di Kiernan Shipka ed Emma Roberts.
D'altra parte bisogna anche ammettere che il film ha un andamento eccessivamente lento e che in effetti un po' tutto quello che accade è sicuramente piuttosto prevedibile, tranne il finale che onestamente non mi è dispiaciuto ma è del tutto interpretativo ed è comprensibile che possa deludere una buona fetta di pubblico a maggior ragione perchè il film essendo una sorta di puzzle sembri dare un'importanza fondamentale al suo epilogo.
Personalmente confesso che mi ha abbastanza inquietato, però la sensazione di incompletezza e mancanza di quel qualcosa in più si fa sentire, non riuscendolo a giudicare meglio di un semplice 6 che però trovo quantomeno meritato.

La fotografia è davvero d'atmosfera ed anche diverse soluzioni registiche sono notevoli; gli attori,poi, danno tutti una convincente prova soprattutto la sempre bella Linda Roberts. Il problema è la storia, lenta, con sequenze dilatate all'inverosimile che portano la totale assenza di suspance e non riescono ad approfondire la psicologia dei personaggi. Insomma sarebbe un interessante thriller...se non annoiasse a morte.

Peccato, un film non riuscito. La storia non è approfondita, un pò tutto lasciato così, scene non cronologiche e il regista ha voluto puntare tutto su questa caratteristica, ha voluto strafare ed è andato a rovinare una storia che poteva essere carina e infatti se mettessimo in ordine le scene la storia non sarebbe nulla di che, ha puntato su questo, cercando di creare un puzzle, ma rischiando, non per forza bisogna arrivarci nel capire la storia, proprio perchè fatto male...peccato perchè l atmosfera ci stava, la Roberts e Shipka molto brave...

film bocciato....
lento, sconnesso e con uno sviluppo non proprio chiarissimo.
si salva solo la fotografia, fredda come il mese che da il titolo al film, e l'interpretazione degli attori, ma la costruzione troppo pretenziosa messa in scena dal regista poco si adatta al tipo di storia.....peccato, perchè le potenzialità c'erano....

Operazione non riuscita questa horror atipico che vorrebbe fare della struttura temporale alternata il suo punto di forza .
Ma la prima ora è veramente lentissima e inconcludente poi qualche buon momento di tensione e va bene, ma il finale è pasticciato e sbrigativo, qui male .
Mettiamoci poi le recitazioni poco convinte delle tre ragazze ...
L'unica cosa che si salva è la bella ambientazione gotico-campagnola..

Le premesse erqno buone i primi minuti ma dopo non ci ho capito na mazza, chi era la seconda ragazza bionda??

Sembra più un dramma psicologico con qualche tinta horror, che un horror puro. Fin troppo elaborata a mio parere la volontà studiata nei minimi particolari di fare un film che ricalcasse il meno possibile i clichè del genere. Puntando molto più sull'atmosfera, realmente angosciosa di un collegio femminile pressochè svuotato della sua vita quotidiana, si evidenzia fin da subito il profondo stato di solitudine, per non dire abbandono delle tre protagoniste che hanno diverse reazioni a seconda delle loro peculiarità di carattere. Una narrazione a mosaico dove le tessere vengono ricomposte secondo una scansione frammentaria anche a livello temporale. Il film però tende ad implodere su se stesso proprio per una ricerca formale particolare, ma un po' fine a se stessa che inoltre mortifica fin troppo il ritmo. Poco convincente anche il finale quando le suggestioni horror sfociano in un epilogo appiccicato con lo sputo ed involontariamente ridicolo. Un film debole tutto sommato, con qualche elemento positivo ed un equilibrio tra presenza del sovrannaturale e allucinazioni di una mente paranoica che a volte funziona.

L'atmosfera opprimente e allucinata/ante è l'unica cosa che mi abbia colpito e interessato di questo film, per il resto noioso e esageratamente cerebrale...forse meglio ri-guardarlo con altre temperature? Mah....per intanto questo è il voto che mi sento di dare.

Horror soporifero in cui non accade quasi nulla fino all'atteso finale che non valeva la pena di attendere tanto.
Non è tutto da buttare (le protagoniste non sono certo da scartare), ma + sicuramente una pellicola trascurabile.

L'introduzione è piuttosto banale: due studentesse, ovvero Kat e la più matura Rose, restano sole nella scuola femminile in cui studiano. Per loro niente vacanze in famiglia, ma solo sette lunghi giorni da passare nell'imponente edificio austero, per nulla accogliente e reso ancora più sinistro da una notevole fotografia dai toni gelidi.
Ovviamente la minaccia -la cui natura verrà rivelata in un finale tutt'altro che esaltante- non tarderà a palesarsi ed i problemi quotidiani delle due ragazze passeranno in secondo piano. In parallelo si snoda la storia di una terza protagonista (Joan), la quale, accettato un passaggio da una coppia di sconosciuti, sembra avere a che fare con i fatti che si stanno verificando nella deserta magione.
In "The Blackcoat's Daughter" a colpire è il tipo di approccio narrativo adottato, Osgood Perkins, figlio del grande Anthony, utilizza due piani temporali e più che ai dialoghi si affida ai non detti, trovando un felice quanto arguto connubio tra immagini e azione.
A dargli una mano le ambientazioni lugubri, le tempistiche splendidamente dilatate e un terzetto di attrici che pur molto giovani (ma già tutte con una discreta carriera alle spalle) impressionano positivamente.
Semmai è la voglia di strafare a tradire un poco il buon Perkins, parecchio si intavola e poco si risolve, andando paradossalmente a spiegare dove sarebbe stato meglio tacere. Restano impresse le centellinate ma efficaci scene d'omicidio, oltre che un approccio allucinato e disturbante a mio modesto parere degno di lode.

Un film d'esordio forse un pochino troppo ambizioso per il figlio del leggendario Anthony Perkins,che nonostante presentava,sulla carta,dei buoni spunti alla resa dei conti risulta purtroppo un po troppo pasticciato (per quanto riguarda la sceneggiatura) e caratterizzato da un ritmo tutt'altro che incalzante,aspetto che non contribuisce a rendere piacevole la visione di una pellicola già non particolarmente coinvolgente o interessante.
E dire che l'inizio non era neanche dei peggiori certo poteva risultare un po pesante ma puntando tutto sull'atmosfera piuttosto lugubre che l'ambientazione trasmetteva riusciva almeno a non far addormentare.....questo a grandi linee resta l'unico aspetto positivo della pellicola.....insieme alla fotografia.......per il resto personalmente non sono riuscito a trovarci veramente nulla da ricordare,anche la regia ,se in questo caso non posso dire che sia anonima,devo però ammettere che mi è sembrata un po fine a se stessa,un po troppo spinta nel voler apparire alternativa ad ogni costo.
Potete evitarlo senza troppi problemi o rimpianti.

Sarà stato il caldo afoso o il quasi abbiocco che mi è venuto durante l'ora abbondante di film in cui non è successo una beneamata mazza, ma ho faticato un po' a seguire questo prodotto insulso di Perkins. E non è servito a nulla il confuso e repentino dilagarsi di sangue nel finale poichè THE BLACKCOAT'S DAUGHTER (per gli amici FEBRUARY) è e rimane una storiella amorfa, senza capo nè coda, noiosa fino allo stremo, eccezion fatta per gli ultimi 10 minuti, di cui non se ne sentiva la necessità e spero che il regista in questione non faccia più altre ca4ate come questa. Sono molto dispiaciuto per Emma Roberts che è andata ad impelagarsi in questa scadente e melmosa produzione inutile, lei che in passato ha fatto cose molto più interessanti e credibili.
Una storia davvero confusa e criptica che non mi ha permesso una visione lineare e soddisfacente, e anche quando le intemperanze sataniche fanno la loro comparsa, la storia non ha comunque motivo di esistere.
Un consiglio: non guardatelo a prescindere, ma se decidete di farlo non guardatelo di sera perchè cadere in un sonno profondo è un attimo...