found (2012)

Interessante film gore di quelli estremi,appartenente al circuito di pellicole underground per puri appassionati.
La sceneggiatura risulta interessante,attraverso due personaggi,due fratelli che vivono una vita diametralmente opposta,ma sono in continua simbiosi con loro stessi,seppur la loro famiglia è composta da una madre che non fa la madre,è un papà dal carattere discriminatorio verso le persone di colore.
Il film offre degli ottimi effetti splatter anche disturbanti,e la regia cresce man mano che va avanti,migliorandosi sempre di piu'.
Alcune interpretazioni sono all acqua di rose,altre meglio,ma parliamo sempre di interpreti di serie Z.

il punto è che found in certe scene si disvela proprio come quello che è , senza rimpianti: un progetto amorevole, teneramente convinto di se stesso, a tratti recitato amatorialmente, desideroso di piazzare un paio di bei colpi e segretamente forte delle sue giovani ambizioni. Purtroppo per una buona parte siamo costretti a navigare nella noia e nell'insistenza di fissare il punto di vista sul giovane protagonista, producendo un effetto che ha del grottesco, così come grottesco è l'invece lodevole sviluppo finale, dove si mollano le redini (finalmente!). found è probabilmente quello che stranger things sarebbe stato se gli autori di quest'ultimo fossero stati dei principianti e si fossero curati meno dell'estetica e di omaggiare. Alla fine, per fare un horror ci vuole soprattutto cattiveria, e a schirmer perdoniamo le c a z zzate perchè la cattiveria l'ha tirata fuori. e le sue ambigue posizioni ideologiche sull'horror, i suoi suggerimenti, le sue incertezze e anche un po del suo passato, sicuramente, dal film traspaiono e ciò è bene-sempre di un principiante si tratta, ovviamente. meglio con "harvest lake", almeno secondo me; chi ha dato fiducia a quest'uomo ha fatto bene.

Found è un piccolo gioiello horror (anche se questa catalogazione gli va molto stretta) diretto da Scott Schirmer nel 2012 con un budget di soli 8000 dollari.
Il film oscilla fra dramma e orrore senza cadere mai nel banale, ed è una chiara accusa alla famiglia moderna americana e all'incomunicabilità della società odierna, una società assente e distaccata che da 30 anni a questa parte crea mostri fra le apparentemente confortevoli mura domestiche di una famiglia come tante.
Il regista utilizza i film horror come metafora per parlare dei suddetti argomenti, e di come questi possano influire sulla fragile psiche di un adolescente, col risultato di creare un serial killer efferato e violento. Non a caso i personaggi più fastidiosi del film sono i genitori (sia dei protagonisti che dei comprimari), gli insegnanti, il pastore della chiesa.
Invece paradossalmente il killer, nei pochi momenti di umanità che riesce ancora ad esprimere, sembra più umano e sensibile di tutti gli adulti della storia.
La particolarità di Found sta che tutta la vicenda ci viene filtrata tramite gli occhi del ragazzino protagonista, un bambino che si trova ad affrontare una situazione più grande di lui con l'ingenuità e le problematiche che solo un ragazzino può avere. Inutile dire che alcune sequenze tolgono il fiato, sia a causa della delicatezza che della brutalità.
Per quanto riguarda l'aspetto orrorifico del film, Scott Schirmer si scatena sul finale, regalando un ultimo quarto d'ora d'inferno allo spettatore, malgrado venga mostrato pochissimo. Il regista riesce a imprimere una tale forza a determinate scene che a fine visione ci ritroveremo scombussolati psicologicamente pur avendo visto poco. Le uniche concessioni al sangue e allo splatter vengono dal "film nel film", Headless, pellicola fittizia che nel film funge da ispirazione per il giovane killer.
Straordinario il lavoro svolto dal duo principale, due attori sconosciuti che sfoggiano una prestazione di alto livello e grande intensità.
In sintesi, Found è un film che meriterebbe molta più fama di quella che ha accumulato in questi anni. Un chiaro esempio di opera prima girata con poco ma con alla base idee pregne e importanti.

Provate ad immaginare di essere appena saliti su delle montagne russe di un certo livello; provate ad immaginare che quando siete arrivati alla fine della salita, la discesa che vedete davanti a voi è ripidissima, più di quello che credevate(brutta ed eccitante sensazione no?), ora provate ad immaginare che mentre state effettuando la discesa ad altissima velocità dei razzetti dietro all'ultimo cabinato del convoglio si accendano improvvisamente aumentando ulteriormente la velocità del veicolo.......ecco, più o meno è quello che ho provato mentre vedevo questo film....una cosa pazzesca, inaspettata.....

"Found" è secondo me una piccola perlina da non sottovalutare per diverse ragioni di non poco conto, perchè non si tratta di un semplice film dell'orrore, ne tantomeno di un thriller, uno slasher o un torture porn; "Found" è un pò tutto questo e non.....è come uno specchio che riflette nella realtà tutto ciò che c'è di orribile nei film horror e nei film con una certa violenza; è il viaggio nella mente di un dodicenne convinto che suo fratello adolescente sia un serial killer, vittima di dubbi e paranoie che rendono la sua vità un continuo limbo di incertezze e oscuri segreti.....
La cosa pazzesca è che lo spettatore si trova in una situazione dove non può far altro che seguire i ragionamenti del ragazzino protagonista, vivere i suoi stessi dubbi, le sue stesse paure e le sue stesse emozioni, ipotizzando al massimo una risposta o più risposte, ma senza mai averne l'assoluta certezza.....
C'è un momento dove si comincia a pensare di star vedendo un film interessante ma senza grandi espluà.....
......grosso errore pensarla così.....il film ha un obbiettivo ben preciso che ho addirittura interpretato come uno sguardo verso una realtà che sappiamo esiste ma a cui non vogliamo mai pensare.....
Da vedere assolutamente, ha una potenza che va in accelarazione di brutto( e non è detto che vi immaginiate in che senso)......
Consigliato.....

Horror inquietante..non ne vedevo da un pezzo uno così. Interessanti i temi trattati..e azzeccato il finale.

Incipit intrigante, teste mozzate in borsa e graphic novel, vincolo di sangue tra due fratelli,nel vero senso della parola con fiumi rossi a scorrere dalle mani del più grande dei due. Intreccio socio-psicologico molto solido, la pellicola si dipana in maniera sapiente con una parte centrale splatterosissima (durante la visione della vhs Headless) e un finale da resa dei conti trucidissimo e trashissimo, incastonato in un quadro familiare da incubo. 7,5

Un'inquietante scoperta, conseguenza di una curiosità birichina ed inopportuna, ma è sangue del proprio sangue e che fare? Parlare fa paura, tacere fa crescere il desiderio del proibito. Piccoli mostri, alcuni per passione, altri per indole. Una pellicola rubata o smarrita alimenta il mistero, una verità vissuta, horror emulato. Uno sdoppio, di se amante e, se avesse potuto, carnalmente amato. Ossessione nera. Venuto allo scoperto, un dito non nasconde...ora in fuga dal terrore, stretto in una mano, in un abbraccio, complice di un torto subito. Genitori troppo presi da se stessi. L'apparenza inganna, nessuno è al sicuro. Consapevolezza. Giudizio universale, finalmente contornato da pezzi portanti. Father...Yes son?...I want to kill you. Mather, I want you......

Found possiede un incipit a dir poco strepitoso. Nessun giro di parole o inutili colpi di scena. Sei già proiettato in una dimensione di orrore quotidiano che dalle mura familiari viene espanso nel vissuto del piccolo protagonista, fatto di genitori inadeguati e vittima privilegiata del bullismo scolastico. Un'età preadolescenziale critica, importantissima per formazione e crescita, la quale trova l'unico arpiglio nel fratello maggiore. Il fratello maggiore però è un serial killer psicopatico.
La dinamica tra i due fratelli è centrale per tutto il film. Usando esclusivamente il punto di vista del ragazzo ci si immerge in una realtà ed in un immaginario sottilmente malsano in un primo tempo, per poi essere immersi nell'orrore di un rapporto indispensabile perchè nella sua follia il fratello maggiore è l'unica figura che presta attenzione e considerazione al fratello tormentato, il quale non può far altro che abbracciare l'unica via d'uscita ad un isolamento sociale che diventa sistematico e crudele, in cui il fratello ne rappresenta la rabbia in lui repressa in un primo momento, per diventare la molla per la reazione in un secondo.
Girato con un budget ridicolo di 8000 dollari, Found non è assolutamente un horror sui generis. Il regista Scott Schirmer (nome da tenere d'occhio) mostra una padronanza tecnica e di scrittura non indifferente. Grazie proprio ad una sceneggitura con i fiocchi riesce ad infondere una forte tensione nel racconto, renderlo inquietante e malato e affrontando molte tematiche in maniera semplice ma mai banale. Gli attori sono l'altra grande sorpresa a partire dai due fratelli, credibili e decisamente in parte. Davvero niente male per due sconosciuti. Da ricordare inoltre l'immagine finale del film. La composizione di un "quadro" perverso che dalle immagini fittizie di horror slasher di serie z o di una graphic novel ultraviolenta si catapultano nel quotidiano, sancendo la nascita di un "supereroe" perverso.

Questo horror mi ha piacevolmente sorpreso,girato con appena 8000 dollari il regista riesce a trattare e ad analizzare aspetti molto importanti e sempre attuali (come razzismo,emarginazione ecc),soffermandosi con particolare attenzione sul amore fraterno che lega i due protagonisti,tutto questo senza mai cadere nel già visto, nel retorico o nel noioso,tutto resta interessante e anche coinvolgente.
Molto buona la regia,Schirmer si dimostra molto capace dietro la macchina da presa, (nonostante penso che questo sia il suo primo film),bravissimo il cast,in particolare i due giovani protagonisti,non molto presenti gli effetti speciali (tutti gli omicidi sono fuori campo).
Insomma un lavoro sicuramente interessante,ha dei buoni spunti di riflessione,sicuramente da vedere.

Il piccolo Marty scopre in casa propria una borsa da bowling contenente una testa mozzata. Non gli ci vorrà molto per capire che Steve, suo fratello maggiore, è un serial-killer.
Il terrificante segreto resta però sepolto tra le mura permeate di ipocrisia della tipica villetta di provincia; un po' perché il ragazzo teme la reazione del fratello, ma soprattutto perché questi appare come l'unico in grado di capirlo, di consigliarlo, di proteggerlo da un mondo in cui le vessazioni scolastiche sono all'ordine del giorno, mentre gli adulti si limitano ad abbaiare imposizioni.
L'unica nota anarchica concessa sono i film horror di cui Marty è grande fan, oltre alle sanguinose graphic novel che realizza sognando supereroi vendicatori alla Spawn.
Piacevolmente vintage (dovremmo trovarci a fine anni '80, inizio '90) "Found" si rivela come un percorso di crescita anomalo, un passaggio all'età adulta per nulla banale, un concentrato macabro in cui il protagonista viene brutalmente posto davanti ad una scelta difficile, resa ancor più complicata dalle tendenze folli del fratello, suo unico punto di riferimento.
Il promettente Scott Schrimer concede gore con parsimonia (tra l'altro gli omicidi di Steve non vengono mai mostrati) ma quando decide di sfoderare l'artiglieria pesante infila sequenze decisamente disturbanti, sfruttando un' intrigante trovata metafilmica in cui Marty prende coscienza delle (possibili) gesta del folle consanguineo e di cosa potrebbe comportare la scelta di rinnegare la sua riconosciuta attitudine di "bravo bambino".
Tra una citazione a "Macabro" di Lamberto Bava e a numerose strizzate d'occhio al cinema indie di Buttgereit (tappeto sonoro, la maschera del killer stile "Nekromantik" e le atmosfere cupe mi hanno ricordato molto il regista tedesco) si giunge ad un finale forse esagerato ma tutto sommato possibile, frutto di un'escalation che trova catarsi solo nel gesto estremo. Ancora una volta quel poco che viene mostrato basta e avanza, Schrimer inquieta portando a galla il lato più oscuro di noi stessi, spesso alimentato da una società in cui il razzismo (non solo inerente il colore della pelle), la prevaricazione e l'umiliazione del più debole creano mostri. Quei mostri che furbescamente, spostando con abilità l'attenzione, si dice creati da film, fumetti, musica, in realtà escrescenze tanto degeneri quanto inevitabili di ciò che siamo diventati.

Cosa genera un vero mostro? La voglia di emulazione di un film horror o l'odio, l'intolleranza razziale, il conflitto generazionale, l'incomunicabilità in seno alla famiglia?
Sono domande che sorgono spontanee alla fine del film, un thriller gore drammatico ricco di significati e denso di critica sociale, diretto bene ed altrettanto abilmente interpretato da riuscire a coinvolgere e mantenere nello spettatore un costante interesse, nonostante un ritmo non sempre fluidissimo in alcuni frangenti.
L'apparente normalità di una famiglia devastata dal demone dell'incomprensione e del risentimento, evidenziato dal personaggio di Steve, si snoda attraverso gli occhi del figlio minore che non può fare altro che assorbire e subire attivamente contribuendo alla riuscita del racconto che si mantiene in costante equilibrio tra il drammatico e la tensione fino ad esplodere nel finale, condito anche con una piccola dose di ironia nerissima.
A mio avviso un prodotto discreto, non esente però da difetti.