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Dopo quanto successo nel finale de "L'Altra Faccia del Pianeta delle Scimmie" si ritorna indietro nel tempo e in una Terra ancora dominata dall'essere umano, riprendendo le tematiche del primo capitolo ma invertendo le parti. Ovviamente i fasti de "Il Pianeta delle Scimmie" sono lontani anni luce, però è interessante vedere questo capovolgimento di fronti che ci fa anche capire che l'avversione verso il "diverso" è sbagliata a prescindere dalle parti interessanti. Qui questo odio degenera in una paura del sovvertimento della società e in uno degli atavici dilemmi dell'uomo: è giusto uccidere pochi innocenti per salvare molte vite? Da notare anche un interessante cambio di registro durante il film: si parte con uno stile molto vicino alla commedia e diventa poco a poco una sorta di thriller politico fino al dramma nel finale dolceamaro. Assieme a Kim Hunter per la terza volta nella parte di Zira ritorna pure Roddy McDowall (non presente nel secondo film) ad interpretare Cornelius.
Prosegue la storia, dopo il macello creato nel secondo capitolo qui si prova a rimediare qualcosina. Riprende infatti ispirazione dal libro di Pierre Boulle, cosa che il secondo capitolo ha ignorato completamente. Anche se nel libro il tutto si svolgeva sul pianeta Soror, mentre qui siamo sul pianeta Terra. Per cui quello che succede è semplice: il film introduce nuovamente gli elementi del primo film con elementi del libro (parte finale). Il risultato è buono ma tutta l'atmosfera del primo film (su un altro pianeta tra l'altro) non c'è. Ormai non mi aspetto più nulla di nuovo da questa saga, purtroppo rovinata da errori di storia e sceneggiatura.
in quanto il film si svolge in una passato dove la Terra è ancora governata dall'uomo ,
anche per questo motivo il film nel suo insieme risulta meno avvincente, in si perdono dettagli fantascientifici succulenti, dai costumi all'ambientazione.
Kim Hunter (Zira) e Roddy McDowall (Cornelius) hanno dato valore alla pellicola, con un'altra ottima interpretazione.
Accidenti, questo film mi ha spiazzato, in positivo. Dopo l'agghiacciante, a mio avviso, primo sequel "L'altra faccia del pianeta delle scimmie", non mi aspettavo francamente un proseguo della storia su alti livelli. "Fuga dal pianeta delle scimmie" è invece un ottimo lungometraggio di fantascienza. Una pellicola che, come si suol dire, mischia un po' le carte in tavola, e propone una sceneggiatura originale. Mi è piaciuto molto.
Terzo capitolo della fortunata saga de "Il pianeta delle scimmie" che prosegue dignitosamente la serie pur non raggiungendo i livelli del clamoroso primo capitolo. Alla regia questa volta abbiamo Don Taylor che si mantiene sugli stessi piani qualitativi del bistrattato secondo episodio pur provando a fare qualcosa di nuovo. La storia questa volta è ambientata sulla terra e vede come protagonisti Zira e Cornelius che,sempre ottimamente truccati ed interpretati, si troveranno a vivere la stessa situazione,a parti invertite, che affrontò Taylor nel film originale. Dunque avremo le due scimmie alle prese con gli umani del 20° secolo, che prima accoglieranno con curiosità e calore i due ospiti per poi disprezzarli e ripudiarli una volta scoperto il destino infausto che attende la terra. Insomma , la vicenda si snoda sul classico rapporto fra uomo e straniero con tutte le conseguenze del caso e riflessioni annesse , e devo dire che nonostante il tema sia abbastanza comune qui è trattato nel modo giusto senza scadere troppo nella retorica. La trama non presenta grandi sussulti o colpi di scena e si sviluppa da prima come una commedia per poi tramutarsi in un thriller drammatico, tuttavia senza arrivare a toccare il clima post-apocalittico tanto caro ai due predecessori. Il ritmo non è sempre alto e diciamo che il difetto più marcato di "Fuga dal pianeta delle scimmie" è la sua prevedibilità , che fortunatamente viene parzialmente smussata da un finale non impossibile da indovinare ma comunque d'impatto. In pratica, il terzo episodio della saga si regge in piedi e risulta essere una pellicola ancora godibile e dai temi interessanti. Offre qualcosa di nuovo rispetto al passato senza risultare banale nonostante in alcuni punti sia un po lento e prevedibile.
Con la regia di Don Taylor, dopo gli scenari post-apocalittici e l'atmosfera pregna di tensione di Schaffner e Ted Post, la fantascienza della saga de Il pianeta delle scimmie si colora con sfumature tendenti alla commedia e al drammatico, rientrando in ambiti cinematografici meno prettamente di "genere". Divertenti alcuni siparietti con protagonista Zira, a cui Kim Hunter dona una mimica facciale davvero coinvolgente e dolce. E' migliore del precedente, una propaggine del primo capolavoro che ne sfruttava il successo e la genialità, e il paradosso temporale inizia a scorgersi con la nascita del piccolo Milo.
Ecco questo è un eccellente capitolo, il migliore insieme al primo, perchè è abbastanza evidente l'intento satirico dell'opera che con la sola apparizione di scimmie parlanti mettono in crisi un'intera società. Guardate con sorpresa e curiosità, successivamente con imbarazzo e disprezzo. La paura del diverso anche maggiore della paura del nemico di guerra fredda sovietico. L'ambientazione contemporanea aggiunge anche un tocco quasi realistico ad una vicenda abbastanza sentita per quei tempi.
Meglio del suo predecessore questo terzo capitolo della saga. Zira e Cornelius si ritrovano nell'epoca dalla quale provengono gli astronauti del primo film, l'impatto come prevedibile è difficile ma è gestito bene. Gli umani si dimostrano ostili a ciò che non conoscono e spaventati da quello che potrebbe succedere nel caso le scimmie dovessero evolversi come le due arrivate dal futuro. A tratti il film, soprattutto all'inizio è una mezza commedia, divertente e con molte scene tranquille. Poi, quando Zira inizia a raccontare tutto del mondo dal quale proviene alcuni scienziati si convincono che bisogna abbattere il problema alle origini, ovvero uccidere Zira, Cornelius e il loro figlio, inizia cosi una vera e propria caccia ai tre con lo scontro finale, inevitabile. Nel complesso direi un buon film, che scorre bene e si lascia guardare tranquillamente. La saga continua...
Per quanto riguarda IL PIANETA DELLE SCIMMIE penso di essere uno dei pochi utenti del sito ad aver preferito il remake di Tim Burton all'originale(che mi è comunque piaciuto) al contempo uno dei pochissimi utenti che ha apprezzato i sequel di quest'ultimo.
Dopo aver visualizzato il tanto bistrattato "L'altra faccia del pianeta delle scimmie" qualche sera fa ed esserne rimasto abbastanza soddisfatto, ho deciso di vedermi questo "Fuga dal pianeta delle scimmie" terzo capitolo della saga e superiore al sopracitato.
Che dire bel film, trama lineare, coinvolgente e ben collegata con i prequel.
Capisco i tanti rimasti affascinati dall'effetto sorpresa suscitato dal primo film, ma non capisco veramente il motivo per cui siano stroncati questi sequel, in particolare questo dignitoso terzo episodio.
L'incipit del primo ottimo capitolo visto dalla parte della controparte scimmiesca. Forte la matrice moralistica sull'esasperazione della natura distruttice umana, ma storia che mi è sembrata abbastanza scarna di idee veramente interessanti e concentrata più sull'enfatizzare quei concetti sulla scienza che si sostituisce a Dio e sulla paura degli uomini di essere sovvertiti nell'ordine delle cose. Un film che personalmente non ho trovato all'altezza del primo, inarrivabile episodio ma che comunque credo che riesca a raggiungere la sufficienza, almeno sotto il profilo interpretativo, grazie ad un convincente ed abile cast.
Forse è sbagliato valutarlo solo come secondo sequel dell'originale. Qui il rovesciamento avviene di nuovo e porta nuova aria alla storia. Forse, come gli altri film, ha il difetto di prendersi molto sul serio, però resta ben fatto e non lascia indifferenti.
Io trovo personalmente che sia il migliore della serie assieme al primo (e mai troppo lodato) episodio... la disarmante neutralità di Zira-Kim Hunter è qualcosa che affascina al punto che non ci si rende conto nemmeno che si tratti di una "scimmia". Ma il film è intrigante per altri motivi: l'impatto con la società Usa contemporanea e la soppressione "armata" che riporta a tutti i classici del genere passati e futuri (e.t. di Spielberg) , la paura non piu' della "diversità" della guerra fredda ma addirittura del rovesciamento della legge umana, della teologia e delle tesi Darwiniane... nella sua efferata crudeltà, è quasi condivisibile un'atteggiamento anche repressivo-omicida da parte degli esseri umani, la difesa della propria specie, etc. Ma con un monito inquietante: una rivelazione incredibile che non rivelo, e che lascio a chi vuole vedere questo film (spoiler docet)