gigantic (2009)

Sicuramente frutto d'una scommessa.

Quella di qualcuno convinto che ammucchiando un po' di personaggi confusi... e chiacchiere, situazioni e scelte che vann'a parare ovunque tranne che a Meaning Harbour... avrebbe potuto raschiar via una buona percentuale di riconoscimenti (o almeno il dubbio) di raffinato intellettualismo.

Ed è antipatico che possa (probabilmente) aver ragione.

GIGANTIC è una commedia drammatica impegnata ed impegnativa che nasconde stranezze non facili da carpire, ma allo stesso tempo propone vicende ordinarie, già sperimentate in altre pellicole.
La storia non è originalissima ma si lascia seguire abbastanza bene, eccenzion fatta per l'intermezzo dell'uomo barbuto che perseguita il protagonista (proprio non ho capito il nesso), regalando una visione a tratti interessante in cui non mancano amore, famiglia e malinconia, intrattenendo sufficientemente chi guarda.
Il cast è importante, la regia abbastanza disinvolta, il ritmo alterna staticità ad accelerazioni improvvise, ma nel complesso credo che il film di Aselton meriti una visione...forse più attenta di quanto abbia fatto io.

L'esordiente Aselton non tira fuori nulla di nuovo, vorrebbe farlo ma è la solita commediola romantica riprodotta con lo stampino in quel di Hollywood, vorrebbe essere divertente ricercando lo slang giovanile (diretto e senza fronzoli come la richiesta di fare sesso... da cascar le braccia), puzza di Sundance poichè brama originalità e intellettualità, ma scorre molto bassa nel tentativo di farsi umana toccando corde notoriamente sensibili quale l'epopea burocratica a contraltare dell'agognata adozione di un bambino orientale. Nel cast ci finisce non si sa come John Goodman, ancora sulla scia de 'Il petroliere' Paul Dano totalmente spaesato, la Deschanel peggio ma a contribuirne c'è un doppiaggio piatto, asettico.