Un cervellone ha messo a punto un preparato micidiale. Un gangster che vuole impadronirsene per i suoi loschi e pazzeschi scopi ricatta l'inventore rapendogli la figlia. Interviene Joe Castle, esperto di arti marziali.
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L'ultimo capitolo del guerriero americano tende alla derisione di se stesso con qualche tocco febbricitante, per giunta c'è anche un ragazzino che fa da spalla al ninja a stelle e strisce. Tutto questo va benino per un oretta circa poi si eclissa verso lo stucchevole fra piroette non be coreografate, patti fraterni ammazza-cadenza e lieto fine da orticarie.
Ufficialmente sarebbe un sequel, ma in verita' e' un film a se stante che con i precedenti non ha nulla da spartire se non Bradley (che qui si chiama Joe), l'inutilissimo Yamashita (il ninja villain del primo film, qui riesumato nella parte di...se stesso), ed il regista Firstenberg. Ho ignorato questa pellicola per anni accecato dalla mia totale devozione verso la saga originale, specie considerando l'assenza dei due pilastri principali quali Dudikoff e James, ed oggi infatti non mi sorprende affatto la conferma di non essermi perso niente. Tuttavia non infierirei più di tanto visto che qualcosina di buono la si trova anche qui; certo non parliamo della scadente regia, della trama improponibile tirata all'infinito, della recitazione scarsa o della sceneggiatura ridicola, no: tutto sommato la sequela non-stop di risse e combattimenti, seppur ben lontane dai fasti di un tempo (e non si parla solo di esecuzioni coreografiche e modo di riprenderle, ma anche di cattiveria) bene o male intrattengono, mentre Bradley dimostra di avere, oltre ad un bagaglio marziale di tutto rispetto, una non disprezzabile carica ironica sufficiente a tenere in piedi la baracca (e baracca non e' un eufemismo) assieme all'irritante ragazzino coprotagonista dallo spiccato riguardo per Game Gear e Doritos.
Niente di cult, solo un accettabile semi-parodistico passatempo per appassionati.
Quarto sequel del celebre GUERRIERO AMERICANO con Michael Dudikoff, col quale non ha nessun riferimento e cambia anche il protagonista che qui è David Bradley. Cambia nettamente anche lo stile del film, molto meno cattivo assumendo quasi toni da commedia. Quello che resta uguale sono i tantissimi combattimenti marziali ben realizzati e un elevato tasso d' azione costante per tutto il film. David Bradley e il ragazzino Lee Reyes funzionano bene insieme e divertono parecchio. Tadashi Yamashita, presente nel primo film, compare solo cinque minuti all' inizio del film e anche Pat Moria si vede poco. Nel complesso è una pellicola piacevole e godibile per chi apprezza il genere, avvincnte il finale in elicottero