Circolano in Italia molti biglietti da diecimila lire falsi, ma assai bene imitati e stampati sulla carta filigranata usata dallo Stato. Per fare indagini in proposito viene inviato a Garico, dove si fabbrica la carta, l'ispettore Moroni, che si spaccia per commesso viaggiatore. Istallatosi alla locanda del paese, si fa amico di tutti e ben presto riesce a sapere come la preziosa carta vien fatta uscire dalla cartiera. Egli intuisce che l'organizzatrice del losco traffico dev'essere Teresa, una equivoca benefattrice, che apparentemente s'occupa d'un istituto d'orfanelle: suo collaboratore è Pietro, un capo-operaio della cartiera. Costui nutre un vivo sentimento, non corrisposto, per un'operaia, Lucia, promessa ad un operaio, Dario. Nel tentativo di far deviare le indagini, Pietro denuncia, in una lettera anonima, Dario e Carlo, fratello di Lucia, quali ladri della carta filigranata. Su consiglio di Moroni, Pietro, arrestato in un primo momento, viene lasciato libero e pedinato. Egli si reca a Napoli, dove Alberto Maggioni, socio di Teresa, possiede una tipografia. I sospetti di Moroni erano fondati: Maggioni e Teresa sono i falsari, cui Pietro passava la carta filigranata. La polizia arresta tutta la banda, ma non può impedire che Teresa uccida Pietro, che essa ha amato e traviato.
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I FALSARI
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