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Gli anni prima della predicazione di Gesù secondo i vangeli apocrifi. Un film onesto e dalle buone intenzioni anche se non sempre convincente a causa di una sceneggiatura a tratti inconsistente e di alcuni dialoghi che fanno avvicinare Gesù ad un ragazzo del 900 piuttosto che ad uno vissuto 2000 e passa anni fa. Belle le ambientazioni,bravo Kim Rossi Stuart che fa del suo meglio in un ruolo decisamente non facile. Pur con i suoi limiti si lascia vedere.
Un giovane Gesù, descritto nella sua umanità e alla ricerca della sua natura, credibile per molti versi, ben tratteggiato da D'Alatri, nell'indole, nei modi, nella spiritualità. Qualche osservazione in chiaro-scuro però è da farsi: 1) belle le figure genitoriali, un Giuseppe saggio e uomo giusto, Maria donna semplice, paziente, che sa osservare, figure però nella quali non è stata affatto rappresentata la percezione, se non la consapevolezza, del Mistero racchiuso in quel loro prezioso Figlio, per il quale manifestano solo preoccupazioni "terrene"; 2) la morte di Giuseppe è stata rappresentata diversamente dalle immagini trasmesseci dalle tradizioni apocrife, che a mio avviso potevano essere ben sfruttate ai fini narrativi dalla regia; 3) qualche frase pronunciata da Gesù, che di per sé potrebbe pure avere un senso cristiano, messa lì senza una cornice teologica che la inquadri (operazione difficile da riprodurre in un film, per la verità) è stata un'operazione rischiosa (voluta?), perché si presta ad una visione del divino, sincretistica piuttosto che cristiana. Pur con i suoi limiti, un buon film sugli anni "oscuri" del Signore Gesù.
Stavolta è Alessandro D'Alatri che ci racconta Gesù, ma in una maniera prettamente realistica tanto da lasciare i nomi originali (Jeoshua, Jochannan) e sfiorando quasi il cronicistico. Assistiamo in maniera quasi inedita ad un Messia nel periodo precedente alla sua predicazione, quindi la storia è incentrata sulla formazione spirituale di Gesù, il suo conoscere il mondo e gli uomini con tutti i loro lari positivi e negativi; è una vera e propria formazione del Cristo uomo i cui miracoli sono visti come cure medicamentose e la cui battaglia contro il maligno pare una metafora, un viaggio dentro se stessi. Anche se la pellicola è alquanto lenta è comunque affascinante per la rigorosa ricostruzione storico-ambientale i dialoghi intimisti; Kim Rossi Stewart se la cava egregiamente.