Il film è ambientato in un piccolo paesino europeo, senza nome e senza tempo, circondato da una folta e misteriosa foresta. Qui abitano le inseparabili Ayia (Polina Davydova) e Mirra (Lyubov Ignatushko) insieme alla madre, la quale sta morendo per una terribile pestilenza che si diffonde tra la popolazione e che finisce per infettare anche Mirra. Il racconto si fa da qui inquietante: degli uomini, quasi moderni monatti, prima sigillano la casa, poi vogliono portare via la ragazza ammalata per evitare che il contagio si diffonda, ma la sorella riesce a condurla in tempo a casa del prete del luogo, Padre Herman (Evgeniy Gagarin), punto di riferimento per tutti i locali e amico della madre, a cui lei ha affidato le figlie. L’uomo propone allora ad Ayia un rituale, antico, mistico e spaventoso, per salvare l’amata consanguinea, che la porterà a viaggiare nella mente di quest’ultima per estirpare la sua peggiore paura e in questo modo curarla.
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