benny's video regia di Michael Haneke Austria, Svizzera 1992
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benny's video (1992)

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locandina del film BENNY'S VIDEO

Titolo Originale: BENNY'S VIDEO

RegiaMichael Haneke

InterpretiIngrid Stassner, Ulrich Muehe, Angela Winkler, Arno Frisch

Durata: h 1.01
NazionalitàAustria, Svizzera 1992
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1992

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Trama del film Benny's video

Benny invita un'amichetta a casa, e fin qui tutto bene. Guardano la televisione, e anche qui niente di male. Poi la piccola chiede cosa sia quello strano oggetto di metallo. Benny le dice che è una pistola per abbattere i maiali e la uccide, mentre la sua videocamera riprende tutto. I genitori, a cena, lo rimproverano e passano ad altro.

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Voto Visitatori:   7,47 / 10 (17 voti)7,47Grafico
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Voti e commenti su Benny's video, 17 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  23/01/2025 12:35:29
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Secondo capitolo della trilogia della glaciazione e seconda fatica del regista austriaco, altro gran film dai tratti taglienti, nichilisti e senza un minimo di speranza, se vogliamo forse anche più cupo dell'opera precedente, qui l'autore continua a mostrare una (dis)umanità nuda, senza compromessi, anticipando tematiche che tratterà in sue opere più conclamate come "Funny games" - il rapporto tra la violenza e i media - e "Il nastro bianco" - il rapporto tra i genitori e la formazione del figlio, fino alle estreme conseguenze - narrando la storia di Benny, ragazzo provato da una forte incomunicabilità, appassionato di video amatoriali che si diverte a girare e montare, passando buona parte della giornata davanti ai suoi vari schermi, mostrando anche una certa alienazione nei confronti del mondo esterno, che vive con padre e madre assenti, fin dalla prima sequenza Haneke shocka lo spettatore, col video del maiale che viene abbattuto, che poi si vedrà è una scena girata da Benny stesso - proporrà un inizio simile in Caché -, ma è forse la cosa più esplicita del film, dato che poi il regista, prendendo le veci del mezzo, cinema o televisione che sia, utilizza un efficientissimo fuori campo per (non) mostrare le violenze avvenute, trasportando le emozioni allo spettatore solo tramite urla, effetti sonori e i dialoghi che ne verranno - da qui si nota molto l'influenza che ha esercitato Bresson su Haneke - raccontando la breve vicenda che coinvolge Benny che uccide a sangue freddo con la stessa arma utilizzata per abbattere il maiale questa ragazza conosciuta da poco in videoteca, nascondendone il cadavere nell'armadio e successivamente rivelando il misfatto ai genitori, che a questo punto faranno di tutto per proteggerlo assicurandosi che non sia stato visto da nessuno e provando ad occultare il cadavere, un'eccessiva protezione da parte di quelli che dovrebbero essere gli educatori del figlio che minimizza un gesto estremo come l'omicidio, risolta con qualche giorno di vacanza in Egitto in cui Benny avrebbe dovuto riflettere su ciò che ha compiuto, mostrando anche una sorta di iperprotettività che è sintomatica della loro inadeguatezza ad educare il ragazzo, ma allo stesso tempo di un fortissimo egoismo di fondo che li porta a non provare il minimo rimorso di coscienza nei confronti della vita spezzata - cosa che non prova nemmeno il figlio ovviamente - ma gli unici scrupoli che si fanno sono sulla realisticità del piano e il modo migliore per eludere le forze dell'ordine, arrivando ad un finale tra i più beffardi che mostra la natura del personaggio, ereditata a monte dai genitori, che si rivolta contro loro stessi, in un film che lascia un forte amaro in bocca per la sua disillusione, dipinto da Haneke con uno stile documentaristico che fa del video intradiegetico il miglior mezzo di comunicazione - il modo con cui i genitori scoprono l'omicidio è proprio per via del video dello stesso che Benny sta guardando - e lascia con una sensazione di gelo per quanto domini l'apatia tra personaggi apprentemente estranei all'etica e l'empatia, desolante e parecchio sconfortante.

alex94  @  12/03/2024 16:32:32
   8 / 10
Tagliente,glaciale e cattivo,alla fine non si capisce se disturba di più l'assenza di emozioni del giovane protagonista o il comportamento dei genitori una volta scoperto il crimine.
Non si vede nulla ( a parte l'uccisione del maiale) ma il risultato finale è assolutamente agghiacciante.
Un altro gran film di Haneke, assolutamente da vedere.

Goldust  @  20/02/2024 15:38:58
   7 / 10
Seconda fatica della cosiddetta "Trilogia della Glaciazione" dove Haneke affronta un mondo catatonico e privo di sentimenti, scuotendo lo spettatore con eventi tragici e terribili per ristabilire una connessione corretta o quantomeno umana verso i propri sentimenti. La tragedia è solo una tappa di un percorso più ampio e più intimo fatto di gesti quotidiani, di una routine priva all'apparenza di significati, di suoni e rumori che nella vita di tutti i giorni rivestono un'importanza sorprendente. Non per tutti, come al solito, ma anche questa rientra nelle opere necessarie.

Guy Picciotto  @  25/05/2019 19:34:26
   9 / 10
è questo il film più bello di Haneke, e se addiritura è più agghiacciante la seconda parte della prima almeno secondo il mio modesto parere, visto quanto è gelida di suo la prima parte fino all'omicidio, questo fa capire la portata devastante di questo film, Uno degli attacchi più spietati verso famiglia borghese nordeuropea

KitaVerde  @  30/07/2016 13:20:05
   7 / 10
Amorale e senza speranza, freddo e distaccato. Non ai livelli del Settimo Continente, ma comunque di effetto.

GianniArshavin  @  03/02/2016 12:45:23
   6 / 10
Il cinema di Haneke aveva un suo stile definito e riconoscibile già dai primi film ,e Benny's video (1992) possiede molte delle caratteristiche che possiamo trovare in pellicole relativamente più recenti come Funny games e Il nastro bianco.
Questo secondo anello del trittico della glaciazione è un film dove la poetica del cineasta austriaco fatta di freddezza e glaciazione stilistica e violenza tematica esplode in tutta la sua alienante potenza.
La storia parla di un ragazzino (grande Arno Frisch)ossessionato dalla violenza nei film e in tv che al culmine del disagio uccide una coetanea. I genitori assenti e bigotti cercheranno un modo per occultare il cadavere.
La regia di Haneke già al secondo lavoro è straniante e disturbante. La mdp suggerisce ma non mostra i momenti di violenza esplicita , per concentrarsi sull'apatia e sullo squallore dei rapporti fra i membri della famiglia e sulla loro psicologia deviata.
Ad essere marcata è anche la tematica della violenza in tv e nei film , e se ad inizio visione Benny's video sembra fare quasi "autocritica" dopo la prima oretta il regista svela il suo pensiero e punta il dito contro la famiglia assente e una società ceca davanti ai problemi giovanili.
Purtroppo malgrado la perizia stilistica e dei contenuti non banali trattati con intelligenza , quest'opera non mi ha convinto al massimo per i troppi punti morti e per un ritmo che a tratti rende spossante la visione.
Dunque un prodotto che merita un'occhiata da parte di chi ama il cinema disturbante e di nicchia mentre è una tappa fondamentale per chi vuole scoprire nel profondo il cinema di Haneke. Lascino perdere gli amanti del commerciale o chi cerca cose leggere.

Disponibile sub-ita sul tubo.

gianni1969  @  19/09/2014 02:51:56
   9 / 10
Una sola parola :AGGHIACCIANTE . Haneke ci mostra una violenza, quasi affatto brutale, ma sono i comportamenti del ragazzo e degli adulti a renderla piu' disturbante di qualsiasi atto esplicito. Molto bravo il ragazzo protagonista che ritroveremo in funny games, in un ruolo altrettanto disturbante
Veramente consigliato

Ciaby  @  14/12/2013 19:06:14
   6½ / 10
Secondo lungometraggio per il cinema di Haneke. Perde rispetto al suo capolavoro d'esordio "Il Settimo Continente", primo film uscito dopo una sua lunga militanza televisiva.
"Benny's Video" è meno devastante del predecessore, ma riesce comunque a fare un certo effetto: Haneke è un maestro nello sconvolgere e lo fa con una freddezza inimitabile. Basta la scena dell'omicidio, tutta in fuoricampo, con la camera fissa su un televisore a dimostrarlo.
C'è solo da imparare.

C.Spaulding  @  31/05/2012 15:51:04
   9 / 10
Io adoro Haneke. Adoro il suo modo di raccontare storie. Sono d'accordissimo con chi chi lo ritiene glaciale e distaccato è questo che lo rende grande...la mancanza di empatia è una cosa orribile e lui la descrive davvero bene. Tutto il film è malato,teso,sconvolgente. Arno Frisch è davvero un grande (purtroppo che io sappia a parte questo film e funny games non ha fatto nient'altro)glaciale anche lui freddo distaccato riguardo a quello che ha fatto. Consiglio questo film a tutti.

pinhead88  @  12/09/2011 20:09:46
   7 / 10
Un film che a fine visione lascia un senso di vuoto e di malessere, più che altro per lo stile registico di Haneke, glaciale e distaccato come pochi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/06/2011 18:35:39
   7½ / 10
Non ci sono dubbi sul fatto che Haneke ha le idee chiare, stiilisticamente parlando. L'importanza di ciò che avviene fuori campo è innegabile e pochi registi sanno "suggerire" come l'austriaco. Funny games verrà qualche anno dopo, ma Benny's video offre molti spunti anche per Il nastro bianco. Un figlio omicida e genitori che coprono il misfatto: la presenza quindi di una colpa maggiore dell'altra, Benny il prodotto di una società ancora più aberrante. Sebbene ci siano alcune prolissità di troppo, Benny's video contiene molto del cinema di Haneke.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  07/12/2010 17:39:05
   8 / 10
Cronaca distaccata di un omicidio documentata attraverso una forma minimalista ma non per questo meno mostruosa. Haneke come consuetudine non abusa della voracità voyeuristica dello spettatore mostrando gratuitamente particolari morbosi, tuttavia la sua capacità di suggerire l'orrore è dirompente. I minuti che preannunciano la tragedia sono carichi di una follia sotterranea sopportabile a fatica, mentre il culmine disumano, consistente nell'uccisione di una ragazzina da parte dell'imberbe protagonista, prorompe in tutta la sua crudeltà nonostante venga messo in scena privo di sensazionalismi, semplicemente tramite immagini sgranate riprese da una telecamera fissa di proprietà dell'assassino.
In seguito l'attenzione si sposta sulla reazione di Benny, incapace di afferrare la misura di un gesto di cui comprende solo l'essenza negativa non riuscendo a discernerne la gravità. Su questo il regista è categorico nell'additare l'incidenza malsana dell'ambiente in cui il ragazzo è cresciuto, con genitori assenti e insensibili, i quali preoccupati per il futuro del figlio e di un loro coinvolgimento stabilito da precise negligenze cercheranno di mettere tutto a tacere.
Dall'indagine di Haneke, poi ripresa ne "Il Nastro Bianco", si evince che i figli siano il riflesso deturpato di una società allo sbando. Emblematico constatare come Benny sia consapevole dell'atteggiamento protettivo cui sarà sottoposto una volta scoperto, per questo motivo si autopunisce rasandosi a zero, per espiare colpe alimentate da un senso di colpa congenito destinato a non essere mondato. Finale beffardo, molto ben congegnato ma anche tirato un po' troppo per le lunghe nelle battute conclusive, lentezza e dialoghi sporadici rendono la visione a tratti spossante.
Un Haneke agli esordi eppure già senza speranza, sopraffino nel motivare la glaciale apatia di un ragazzino che uccide senza un movente, solo per sapere cosa si prova consumando un atto così estremo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  24/10/2010 19:11:57
   8 / 10
Probabilmente Haneke è il più esplicito regista vivente oggi in vita. Questo tenendo conto del suo nascondere le immagini più forti,filtrarle attraverso un taglio definito giustamente documentaristico e glaciale e nonostante questo facendo risultare le sue storie sempre insinuanti sottopelle e crudeli,dirette come un pugno. La sua umanità è quella più ottenebrata dalla non comunicazione,in pratica è quella più somigliante alla vera umanità.
Qui parliamo di un vero e proprio antefatto di Funny Games in cui il regista non gioca con lo spettatore,risultando quindi meno coinvolgente in alcuni frangenti (troppe lungaggini) ma trascinandoti volente o nolente nella tragedia a cui si assiste. Arno Frisch è perfetto,incomunicante e inspiegabile nel suo gesto. L'immagine è vivida e potente,agghiacciante in quella scena sconvolgente che tutti ricorderanno una volta vista. Tante domande e nessuna risposta ci rimangono alla fine.
Il rapporto cinema/violenza o immagine/violenza è trattato in maniera,ripeto,più coinvolgente e ancora più diretta in Funny Games ma siamo di fronte all'ennesima operazione chirurgica senza pietà di Haneke. Dietro la freddezza e i video che si specchiano nei video c'è tutta un'incomunicazione di sentimenti riscontrabile nella famiglia di Benny più che in Benny stesso.
Non ci sono compromessi nel cinema di Heneke,le risposte sono lì per chi ha la forza o lo stomaco di coglierle.

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/10/2010 20.50.25
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BlackNight90  @  27/04/2010 01:53:31
   7 / 10
Film crudo di Haneke, forse quello che lascia una sensazione più sgradevole alla fine della visione.
La regia più fredda e documentaristica dell'austriaco, in linea con la mentalità da voyeur hitchcockiano del ragazzo protagonista (il bravo e detestabile arno Frisch che poi si scatenerà in Funny Games), che vede la vita soltanto attraverso lo schermo della sua telecamera. Haneke va oltre il semplice voyeurismo, ci aggiunge tutta la sua visione radicalmente pessimista, che rende il film non solo lento e arduo da vedere ma anche senza una minima traccia di speranza.
Non è tanto sulla violenza cinematografica di cui si nutre il ragazzo che Haneke punta il dito, quanto sull'immobilismo e l'ipocrisia della famiglia boghese, che decidendo di nascondere il delitto, ma soprattutto per le motivazioni addotte per farlo, danno triste prova della loro disumanità (non solo la famiglia ma tutta la società: anche la ragazzina è già desensibilizzata!): è una famiglia che fa nascere e coltiva in se stessa il germe della sua stessa auto-distruzione. Discorso già avviato in maniera altrettanto dura ne Il settimo continente, così come il discorso sulla menzogna delle immagini verrà ripreso in Caché e Funny Games.
La prima sequenza è quasi disturbante per come viene immediatamente proposta, poi il film risente del glaciale distacco della regia dell'austriaco e di certe parti veramente lunghe (ma '71 frammenti' era molto più noioso). Ma il suo messaggio colpisce a fondo, e non si pensi che la situazione descritta sia irreale: ci sono casi veri di bambini che ammazzano per gioco, non parliamo degli adulti. La realtà è anche questa.

bulldog  @  04/08/2009 15:31:36
   6½ / 10
Tra i primi film di Haneke.
Siam nel 1992 ma la sua regia è già ampiamente riconoscibile.
Freddo,distaccato e fastidioso.
Un film lento e ostico,Haneke farà di meglio in futuro.
Pellicola che anticipa sotto molti apsetti il più quotato Funny Games.

phemt  @  03/02/2009 11:40:33
   7 / 10
Opera centrale della trilogia della glaciazione in Benny’s Video ci sono già buona parte delle caratteristiche cardine del cinema di Haneke tanto che lo stile del regista austriaco si riconosce immediatamente…

Narrazione di una freddezza di raro livello, lucida e distaccata Haneke effettivamente documenta e non racconta tanto che l’omicidio viene ripreso (fuori campo) dalla telecamere del giovane Benny e noi lo vediamo solo attraverso il monitor così come lo vedranno i genitori… Ma Benny’s Video non è solo il documento di un omicidio perpetrato da un ragazzo fissato per le telecamere a cui piace guardarsi al rallenty l’uccisione di un maiale verso una ingenua ragazzina, è anche e soprattutto una riflessione sulla violenza e sulla reazione ad essa…
L’attenzione di Haneke si sposta ben presto sui genitori di Benny che invece di rimanere traumatizzati dall’omicidio si ingegnano e si adoperano immediatamente per tirarlo fuori da guai (la più grande preoccupazione del padre è che qualcuno possa aver visto insieme il figlio e la vittima)…
A tutto ciò segue un finale ambiguo se non addirittura “fastidioso”…

Ritmo lentissimo, dialoghi sparuti e riprese “inutili” come è giusto che sia visto l’approccio tentato dal regista austriaco...
Haneke cita la Troma (c’è Toxic Avenger in tv) e anche Kubrick o quantomeno a me è sembrato che Frisch durante la rasatura a zero avesse lo stesso sguardo dei giovani pronti per l’addestramento da marine prima di partire per il Vietnam…

Bravissimo Arno Frisch qualche anno dopo, sempre alla corte di Haneke, in Funny Games sarà protagonista di una prova a dir poco esaltante…

DarkRareMirko  @  22/10/2008 19:54:41
   7 / 10
Secondo film della trilogia della glaciazione di Haneke.

Son perfettamente d'accordo con chi afferma che Haneke, più che dirigere, documenta; la sua regia è di un'indifferenza, di un distacco e di una freddezza che ha forse eguali solo con certi film di Scorsese praticamente.

Qui il tema portante del film è la questione della violenza, affrontata però in maniera totalmente diversa, e anche infinitamente meno esploitativa, dell'August Underground o del Guinea Pig di turno (però anche in queste ultime 2 opere da me citate la riflessione raggiunge ad ogni modo buone conclusioni, e rimando allo spoiler per chiarimenti); qui si riflette se la visione di film o filmati violenti (in questo caso quello che documenta l'uccisione di un maiale) faccia divenire violenti.
Il film nelle prime parti pare rispondere affermativamente a questo quesito, ma poi si capisce invece che le responsabilità degli effetti generati dalla violenza del piccolo Frisch (aka Benny) gravano invece sui genitori di quest'ultimo, tipi qualunquisti, banali, formali, che si pongono di fronte ai problemi cercando sempre la via più facile per risolverli.

Finale ambiguo.

Bravi attori (spiccano Arno Frisch e Ulrich Muehe che rivedremo anni dopo sempre in un altro film di Haneke, l'interessante Funny Games), regia sicura di Haneke, buona sceneggiatura, ma troppo tempi morti, troppe lungaggini e un pò di noia.

Scene schockanti più per quello che non fanno vedere che per quello che fanno vedere.

Consigliato.


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