il castello di dragonwyck regia di Joseph L. Mankiewicz USA 1946
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il castello di dragonwyck (1946)

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locandina del film IL CASTELLO DI DRAGONWYCK

Titolo Originale: DRAGONWYCK

RegiaJoseph L. Mankiewicz

InterpretiGene Tierney, Vincent Price, Walter Huston, Glenn Langan

Durata: h 1.43
NazionalitàUSA 1946
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 1946

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Trama del film Il castello di dragonwyck

Nella campagna vicina a New York, verso la metà dell'Ottocento, vive il ricco discendente di una famiglia olandese. Con i suoi contadini si comporta da schiavista e il suo massimo desiderio è avere un figlio per continuare la stirpe. Ma la moglie non può averne e lui se ne libera avvelenandola. Si risposa, ma il figlio tanto desiderato muore dopo il parto, mentre la sua fortuna economica comincia a declinare.

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Voto Visitatori:   7,60 / 10 (5 voti)7,60Grafico
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Voti e commenti su Il castello di dragonwyck, 5 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  05/10/2021 13:58:08
   7 / 10
Non ha un gran ritmo o una sceneggiatura così intrigante ma IL CASTELLO DI DRAGONWYCK è in possesso di un'atmosfera particolare che cattura l'attenzione e coinvolge lo spettatore fino all'epilogo.
Buona la prova del cast e regia quasi perfetta dell'esordiente Mankiewicz.

Goldust  @  09/06/2014 09:28:22
   7 / 10
Grandi dialoghi e atmosfere suggestive in questo primo film di Joseph L. Mankiewicz, dove Vincent Price e Gene Tierney si esaltano nel dar vita ad un macabro balletto di amore-odio. A causa del ritmo compassato e dell'inevitabile esaltazione della ferrea etichetta ottocentesca il film non risulta fluido come altri del regista, eppure la padronanza della tecnica registica e della direzione attoriale sembra già quella di un veterano.

MidnightMikko  @  09/12/2012 13:24:45
   9 / 10
Travolgente opera prima del maestro Mankiewicz.
Un gothic noir oscuro, soffocante, pesante, diretto magistralmente e con una fotografia perfetta. Un diabolico Vincent Price da oscar in una delle sue interpretazioni migliori e una sempre splendida Gene Tierney.
Un film da riscoprire obbligatoriamente.

Crimson  @  02/09/2011 02:38:15
   7½ / 10
Spoiler presenti.

Gotico e inquietante, l’esordio di Joseph L. Mankiewicz segna il ritorno della coppia Vincent Price e Gene Tierney a due anni di distanza del bellissimo 'Vertigine' di Otto Preminger.

Per quanto concerne il meccanismo della tensione il film in qualche modo deve molto a 'Rebecca' e 'Il sospetto' di Hitchcock, o a 'Gaslight' di Cuckor, ma al tempo stesso tratteggia con una discreta sostanza un’escalation psicotica che sembra porre le proprie radici in un male congenito.
La condizione agiata è il male oscuro contro cui Nicholas non ha gli strumenti per combattere e verso la cui perpetuazione protende in uno sforzo che perde di umanità in favore di una crescente fascinazione diabolica.

Splendide alcune sequenze in cui appare netta la differenza della diffusione della luce negli interni del castello, specialmente sui volti.
Un sapiente gioco di contrasti che accresce l’ambiguità di Nicholas.
La stupefacente interpretazione di Vincent Price arricchisce questo carattere.

Miranda scopre di aver spinto il proprio desiderio di amore nell’idealizzazione di un uomo che ha sposato in virtù di un’immagine precostituita.
Eccesso di fideismo che veicola un po’ troppo il tentativo del film di connotare la reazione, o meglio la spiegazione che Miranda fornisce a se stessa per giustificare la condotta degenerata di Nicholas.
Finisce col tornare alle origini e in tale scelta riabbraccia il dogmatismo del padre che sembrava aver mal tollerato a lungo. O forse quest’ultima era la speranza dello spettatore?
Gene Tierney è strepitosa nella parte di questa donna timorata di dio, ingenua e testarda nel rivendicare con orgoglio le proprie origini.
Un personaggio che in me suscita una solidarietà null’altro che tenue.
Ne 'Il filo del rasoio' (bellissimo) girato nello stesso anno (1946), la Tierney caratterizza un personaggio ancor più irritante e molto negativo, con la consueta eccellente destrezza.

Da sottolineare infine i personaggi marginali che contribuiscono in modo non determinante, ma intelligente, a stuzzicare la curiosità dello spettatore attorno alla figura misteriosa di Nicholas: la figlia trascurata (perché non è un maschio, si scopre non troppo tardi), che domanda a Miranda se il padre sia simpatico e mostra quasi di non conoscerlo. E’ la prima ad avere le allucinazioni (peccato che questo elemento “paranormale” non diventi un leitmotiv, per essere ripreso solo nel finale).
La domestica Magda, senza peli sulla lingua, racconta a Miranda (e allo spettatore di riflesso) le leggende che aleggiano sul castello.
La cameriera zoppa, la cui deformità provoca il disgusto e la repulsione di Nicholas. E’ un elemento destabilizzante che arricchisce la sfumatura psicotica del protagonista negativo di questa vicenda, alle prese con un crescente delirio di onnipotenza in cui predominano la perpetuazione della propria immagine e il rifiuto di ciò che non combacia con la sua idea di perfezione.

Curioso come il film sia ambientato esattamente un secolo prima rispetto a quando è stato girato (su un documento si legge 1846).

statididiso  @  19/09/2008 11:13:39
   7½ / 10
film d'esordio per due 'grandi', Vincent Price e J. L. Mankievicz. a dire il vero, parte e continua lento, ma alla fine tutti i nodi torneranno al pettine e, se si avrà un pò di pazienza, si assisterà a minuti finali davvero intensi, finendo con l'abbracciare il tema più ampio del 'superomismo' (rispetto a quello di partenza dello schiavismo). L

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