il quinto impero - ieri come oggi regia di Manoel de Oliveira Portogallo, Francia 2004
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il quinto impero - ieri come oggi (2004)

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locandina del film IL QUINTO IMPERO - IERI COME OGGI

Titolo Originale: O QUINTO IMPERIO - ONTEM COMO HOJE

RegiaManoel de Oliveira

InterpretiRicardo Trepa, Luis Miguel Cintra, Glória de Matos, Miguel Guilherme, David Almeida

Durata: h 2.07
NazionalitàPortogallo, Francia 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 2005

•  Altri film di Manoel de Oliveira

Trama del film Il quinto impero - ieri come oggi

Un ritratto del del re Sebastião, che dopo esser stato il Re Atteso, finì col generare il mito del Re Nascosto in seguito alla clamorosa sconfitta di Alcácer-Quibir (1578), più nota come Battaglia dei Tre Re, poiché il suo corpo non fu mai identificato dopo la sconfitta e il suo ritorno viene atteso un giorno come un’apparizione tra la nebbia.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (3 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su Il quinto impero - ieri come oggi, 3 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

ElleEsse  @  06/07/2013 15:22:52
   9 / 10
Visto una notte su Rai3, sono stato piano piano trascinato in uno spazio e in un tempo altro, diverso, tra la veglia e il sonno. Queste poche stanze in cui si svolge il tutto, sature di colori, e questo portoghese che suona nelle orecchie e che piano piano fa si che gli occhi si dimentichino i sottotitoli e le orecchie si lascino trascinare da questa sinfonia parlata.
Sembra quasi un film senza storia, o meglio, con una storia parallela a quella che racconta. Dove anche le parole si fanno immagini.
Bellissimo.

logical  @  21/07/2005 02:15:24
   7 / 10
E' un film fiume, immobile come una stanza, un diluvio di portoghese nelle orecchie e occhi fissi ai sottotitoli che gettano luce su una fotografia scura e bellissima. Per tutto il tempo ho pensato a Macbeth, a come De Oliveira si senta invincibile nel 'riscrivere' Shakespeare, a come tutte questa sfida con la morte che si riscatta nella grande azione definitiva, immotivata e irreversibile sia fortemente autobiografica. Il Portogallo è un paese di grandi vecchi, penso anche a Monteiro, un pease che ama sentire la sua lingua e che sente lo spazio come il risultato della storia. Intenso e felicemente poco terrestre.

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/07/2005 13.17.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  21/07/2005 00:16:39
   8 / 10
"Vivere, morire che importa?" Il Signor De Oliveira ci ricorda quei tediosi e temuti professori di storia del nostro passato scolastico, quei nobili maliardi accademici o del dubbio dell'intellighenzia. Trattasi dunque di film assolutamente sconsigliato a tutti coloro che confondono Bresson con Besson ("Nikita"), che non perdono un sequel di star wars o batman, che disertano i festival del cinema, che nei primi 10 minuti di un film di Kiarostami hanno già deciso di bruciare il cinema che lo proietta compreso il malcapitato bigliettaio che gli ha estirpato 7 euro. Statene alla larga, chiaro? Non potrà farvi che bene. Mi rivolgo invece a quella ristrettissima massa per cui il cinema puo' anche essere teatro filmato, o un'invito a rileggere la storia col senso etico della filosofia. Qualche pazzo esisterà ancora... allora, l'invito è di trascorrere più o meno 130' inesorabili ed eterni con cento tazze di caffè forte, e resistere fino alla fine. Dopodichè l'esperienza del film puo' essere rivelatrice, straordinaria, culturalmente ricchissima. A qualche anno dall'affresco di "parola e utopia", e dopo quel meraviglioso pamphlet sulla sconfitta delle civiltà che fu "un film parlato", l'ultranovantenne portoghese illustra la sua idea di cinema: rigorosissima, austera, statica e didattica (proprio in linea con le esperienze televisive del nostro Rossellini, "la presa al potere di Luigi XIV è un'indiretta influenza. Un'operazione coraggiosa che merita rispetto anche perchè De Oliveira rischia di essere uno dei pochi pensatori sopravvissuti della nostra epoca. Egli appartiene a quel contesto di ricerca filosofica che non c'è più, per questo è arduo faticoso insostenibile seguire con attenzione la veste oratoriale del suo cinema, il formalismo che prevale sull'immagine. Il fiume di parole (parlato eccome) o l'utopia di una parola colta al dissenso di un pubblico sempre meno propenso a spremere le meningi per un'opera che richiede una resa assoluta, e che per questo ripeto puo' dare moltissimo Costringe percio' l'umanità a riflettere sulle colpe della storia, per quanto quel germanesimo verbale e verboso possa nuocere al risultato. Lucidissima requisitoria sul potere della storia e sulle colpe della vanità umana, "il quinto impero" è "tra le cose non adatte a questo periodo", ironicamente suggerito dai servitori del Re di Portogallo di cui si parla. La storia registra immortala segue con metaforica dissezione i tormenti del giovane re, con un paggio degno del famoso Jago Shakesperiano Ma qui non si parla di ombre d'amore, ma dei miraggi della guerra, la stessa che oggi riconosce in Bush un seguace della superbia umana ("I mentitori dell'umanità ci tengono in mano come giocattoli"). Alla fine pero' di questo re colgo la spregiudicatezza, non il pericolo per quanto il suo "Dio mi ha detto di farlo" raggela il sangue davanti ai fanatismi di oggi, all'integralismo della ragione. Io trovo fin troppo persuasivo il concetto del potere che prevale sulla ragione (il re che non ascolta i suoi sudditi) o l'ossessione che lo porta a scongiurare ogni critica alle sue scelte. Ma è un dialogo tra sordi, ormai: da vecchio uomo di cinema De Oliveira sa bene quanto pretendere di essere ascoltato sia davvero troppo La monotonia statica di questo film puo' realmente annientare anche il sonno della ragione, purtroppo
Nondimeno, riconosco che questo è Grande Cinema, utile più di migliaia di altri film che vengono incensati su questo sito
Ma sono solo a parlarne (e nel ricordo di cio' che vissi, pur se con fatica, alla mostra del cinema quasi un anno or sono) e solo rimarro'
Chi avrà il coraggio di sfidare se stesso per "il quinto impero" probabilmente non avrà timore di sorbirsi le 10 ore di Empire di Andy Warhol a telecamera fissa
Ma credo proprio che molti preferiranno attraversare a nuoto un'oceano pieno di squali piuttosto che affrontare questo film

6 risposte al commento
Ultima risposta 11/09/2006 13.00.11
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