A Latina Luisa, tradita dal marito, è condannata per l'omicidio di una donna che non è morta. Quando esce di prigione, la uccide. Se le procedure istruttorie sono carenti, si può essere condannati due volte per lo stesso delitto.
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Un convincente dramma giudiziario (con annessa critica sociale) diretto dal discontinuo Eriprando Visconti, di cui posso dire che questa pellicola (insieme a "La Orca") rappresenta il suo lavoro più riuscito. Nonostante qualche forzatura nello svolgimento la trama è coinvolgente,scritta con intelligenza ed interpretata da dei bravi attori, su tutti si distingue soprattutto Balsam nei panni del odioso pubblico ministero, se la cava, senza strafare anche Hill in un ruolo atipico. Bene anche la regia che evita facili spettacolarizzazioni dirigendo con sobrietà tutta la fase del processo. Bisogna riconoscerli anche un certo coraggio visto la tematica affrontata,merita un recupero.
Una vicenda paradossale che lascia volutamente qualche risposta sospesa, perché é difficile giudicare una storia del genere, viziata all'origine da un errore giudiziario clamoroso e le ancor più nefaste conseguenze che ne conseguono. Una giustizia che viene applicata da indagini superficiali condotte da un procuratore carrierista su una donna che viene ingiustamente macchiata di una colpa non commessa e genera come conseguenza il macchiarsi di una colpa vera. Una storia dai contorni kafkiani che forse sconta una certa piattezza della messa in scena. Tuttavia la buona conduzione degli attori permette di raggiungere un risultato più che positivo, anche perchè per il tipo di storia e le riflessioni che genera merita senz'altro la visione.