l'altro volto della speranza regia di Aki Kaurismäki Finlandia 2017
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l'altro volto della speranza (2017)

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locandina del film L'ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA

Titolo Originale: TOIVON TUOLLA PUOLEN

RegiaAki Kaurismäki

InterpretiSherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula, Janne Hyytiäinen, Kaija Pakarinen

Durata: h 1.38
NazionalitàFinlandia 2017
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2017

•  Altri film di Aki Kaurismäki

Trama del film L'altro volto della speranza

Wilkström è un rappresentante di camicie, che lascia moglie e lavoro, e punta tutto su una partita a poker per cambiare vita. Khaled è un giovane rifugiato siriano imbarcato clandestino su una carboniera che si ritrova a Helsinki quasi per caso. Anche lui vuole cambiare vita. Le autorità però vorrebbero rispedire ad Aleppo Khaled, che se la deve vedere anche con dei picchiatori razzisti. Ma nella sua strada Khaled incontra anche persone come Wilkström che decide di aiutarlo. I due tentano di ripartire con la gestione di un ristorante triste e senza clienti, "La Pinta Dorata", magari trasformandolo in un ristorante sushi alla moda...Un rifugiato, un rappresentante, un cuoco, una cameriera, un direttore di sala e un cane... insieme, forse, riusciranno a trovare ciò che cercano.

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Voto Visitatori:   7,35 / 10 (10 voti)7,35Grafico
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Voti e commenti su L'altro volto della speranza, 10 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  24/06/2024 15:02:01
   7 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Dopo "Le Havre" Kaurismaki torna alla tematica dell'immigrazione in questo suo film leggermente atipico a livello di sensazioni rispetto al suo stile più classico, l'ho trovato più asciutto e diretto nella sua drammaticità, con poco spazio per l'ironia o la vitalità a cui l'autore ci ha abituato, si ritorna nella sua fredda Helsinki in una rappresentazione che potrebbe sembrare desaturata quando si è abituati ai cromatismi del regista, con soltanto questo verdognolo che diventa preponderante dalle tendenze stranianti e vengono narrate due realtà parallele che si incroceranno, quella di Khaled, un rifugiato siriano chiedente asilo in Finlandia e quella di Waldemar, un commerciante di camicie che si gioca tutti i risparmi a poker e con le vincite aprirà una nuova attività di ristoratore.

Nella sua durata l'opera mostra una realtà sociale dura e spietata, con una serie di peripezie affrontate da Khaled, tra una schiera di persone estremamente razziste a delle istituzioni noncuranti della situazione siriana che decidono di rispedirlo a casa, sono anche agghiaccianti i racconti di Khaled sulla guerra quando viene interrogato, ma per fortuna, nel mondo esiste anche il bene ed è così che dopo un incontro tutt'altro che amichevole con Waldemar, Khaled troverà lavoro e rifugio presso il suo ristorante, assieme ad altre persone assunte, presumibilmente dal passato burrascoso anche loro, trovando quella poca bontà in un modo apparentemente ostile e che non offre rassicurazione, grazie ai quali riuscirà anche a trovare la sorella che aveva perso in quelle linee immaginarie controllate dalle autorità chiamate frontiere.

Uno dei film più disillusi del regista, mi ha lasciato la sensazione di una flebile speranza nel mondo che va pian piano a spegnersi, lo si vede dalla regia che regala anche alcune chicche niente male, basti vedere l'entrata in scena di Khaled sommerso da quella montagna di carbone, allo stesso tempo l'autore si concede i suoi tanto amati intermezzi musicali come momento di spensieratezza nel mezzo della miseria umana.

VincVega  @  31/01/2022 20:38:38
   7 / 10
Lo stile compassato di Kaurismäki è riconoscibilissimo in due vicende che si intrecciano diventando una storia semplice ma convincente.

7219415  @  28/05/2020 09:41:24
   6 / 10
Non adoro lo stile di Kaurismaki, troppo lento, noioso

Jokerizzo  @  05/03/2020 18:59:41
   9 / 10
Guardatelo...perché merita veramente la visione!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  13/04/2019 19:19:52
   8 / 10
Solito grande ,maiuscolo e inarrivabile Kaurismaki . Elogio della semplicità ,dell'empatia e di una nuova speranza che possiamo trovare nei suoi personaggi carichi di amore,problemi,paure e gioie e per questo molto reali .
Bellissima come al solito la minimale fotografia .

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  31/03/2018 13:24:44
   6 / 10
Particolare pellicola in arrivo dalla Finlandia. Si ride amaro con un sottofondo grottesco, e gli attori sono ingessati. Nel complesso sufficiente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  31/03/2018 03:49:29
   8 / 10
Altro film splendido di Kaurismaki, lievemente inferiore agli ultimi suoi capolavori ma capace sempre di spiazzare con la sua poesia i personaggi fuori dalle righe cfr. Il giocatore che non si perde d'animo e guadagna al gioco i soldi per comprare una scalcinata trattoria. Con i suoi dialoghi surreali e l'ironia a volte amara che sprigiona v. Le esilaranti trasformazioni etniche del ristorante.
È un cinema che racconta la Vita, anche se insegue quasi gli stessi temi

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/01/2018 21:54:39
   7 / 10
I personaggi di Kaurismaki sono sempre relegati ai margini della sociatà. Molto simili quindi il rifugiato entrato clandestinamente in Finlandia ed il rappresentante di camicie che decide di cambiare vita dopo essere stato colpito dalle conseguenze della crisi economica. Insieme ai personaggi del ristorante, di cui non sapremo mai nulla, ma che si intuisce non siano dissimili ai primi due, si sviluppa una sorta di solidarietà reciproca che è un tratto piuttosto usuale del regista finlandese. Kaurismaki poi è fin troppo navigato nel cadere dentro la trappola del buonismo, ma malgrado il tono leggero del film non nasconde una certa critica verso quell'Europa dei popoli rimasta solo sulla carta e diventato un crogiolo di egoismi.

suzuki71  @  23/07/2017 11:05:23
   8½ / 10
Un film dalla storia semplice, intelligente sceneggiatura e regia perfetta, giustamente premiata a Berlino.

Una testimonianza importante del cinema come presenza e critica sociale, dalla posizione netta tipica di un certo filone a-la Dardenne o Ken Loach. E la posizione, diciamo, non è quella di Casa Puond

Il racconto di Khaled sulla sua fuga dalla Siria è quanto di più toccante ed efficace possa raccontarsi sulla più grande e perdurante tragedia degli ultimi anni: un personaggio riuscitissimo.

Il film scorre bene tra molta ironia, commozione, colori vivaci e musica accattivante che fa riflettere su come lo sdoganamento dei discorsi razzisti nel linguaggio comune e politico sia disumano ed inopportuno.

JOKER1926  @  31/05/2017 22:21:23
   7 / 10
Aki Kaurismäki, fra le varie firme, è una di quelle che ha un proprio stilema. Quando si prende visione ad un film del regista finlandese, si carpisce in toto lo stile. Si tratta di visioni particolari, in scena le storie di personaggi comuni; Kaurismaki è essenziale sul piano della regia; le storie cercano, invece, di destreggiarsi su più binari, esse percorrono senza mai sfociare. Il tutto è un vantaggio.

L'ultima fatica del finlandese è "L'altro volto della speranza". Leggendo un po' il plot, traspare una trama abbastanza stratificata che poi, col tempo, porterà le storie di due uomini ad incrociarsi e a toccarsi. Questa è una delle peculiarità di Kaurismaki, può piacere o meno.

"L'altro volto della speranza" parte in un silenzio allarmante, i personaggi sono buttati nella mischia senza alcun biglietto di presentazione; in circa una ventina di minuti, il disegno inizierà gradevolmente a plasmarsi.
Prima parte abbastanza dura, nella seconda, invece, esce fuori una parte più tenera e di humour, tutto ovviamente limitato nelle logicità del caso. Il film prende quasi un assetto teatrale, con il ristorante fulcro delle più sbilenche manovre.

A chi va la visione?

Ad un pubblico intelligente che sappia tollerare anche alcuni vuoti e silenzi dell'animo; generalmente chi produce film "strani" alle volte si imbriglia in strati di impalpabilità, ma non è il caso del maestro Kaurismaki.

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