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Il capostipite di una serie di film sul mito del mostro di Frankenstein prodotti dalla Hammer. Non perfetto e un po' distante dalla omonima opera letteraria della Shelley, LA MASCHERA DI FRANKENSTEIN ha però dei meriti evidenti, soprattutto per il clamore suscitato all'epoca nella critica specializzata che ne restò colpita, in maniera negativa, per l'eccesso di sangue e violenza...cosa che oggi fa abbastanza ridere. Un buon cast e una certa atmosfera gotica, uniti al colore di una fotografia interessante, ne fanno un classico del cinema di genere, fonte d'ispirazione per registi e sceneggiatori a venire. Non perfetto, come detto, ma abbastanza godibile.
Sono cresciuto con gli horror della Hammer (e mi sembra questo sia il primo che abbia visto), quindi è superfluo dire che ci sono particolarmente affezionato. Al di là di ciò non si può negare il fascino di queste pellicole britanniche che hanno ripreso i mostri classici già sfruttati degli anni '30 e '40 dalla statunitense Universal e li abbiano attualizzati non solo con effetti gore (ovviamente per l'epoca) ma anche rivisitandoli.Come in questo caso in cui gli autori hanno la geniale intuizione di far vedere che il vero mostro è il folle e spietato Dottor Frankenstein e non la misera e disgraziata creatura. I colori sgargianti mettono in risalto il sangue e gli interni del laboratorio,il volto della creatura -più fedele al romanzo- è pieno di cicatrici e non "pulito"come il trucco di Boris Karloff (da questo forse deriva il titolo italiano). La regia di Terence Fisher è solida, l'atmosfera pesante e cupa è un elemento imprescindibile e poi...Peter Cushing e Christopher Lee sono sempre due "mostri" di bravura che compongono gli ultimi due tasselli nel mosaico che consacra questo film tra i primissimi posti del cinema dell'orrore in assoluto! Oggi potrebbe risultare datato ma è comunque da non perdere.
Film di Terence Fisher e primo grande successo commerciale della Hammer che da questo momento in poi si concentrerà quasi unicamente su pellicole horror. Ma veniamo alla pellicola,siamo davanti ad una versione di Frankenstein che prende le distanze dallo scritto di Mary Shelley (a causa dei diritti ancora detenuti dalla Universal) pur mantenendo inalterati quelli che sono gli elementi fondamentali della storia. Questa versione si concentra maggiormente sulla figura dello scienziato, che viene tratteggiato e descritto in modo tutt'altro che positivo,cioè come un uomo intelligente ma dalla completa assenza di moralità e rimorsi,si distanzia profondamente da come venivano descritti gli scienziati pazzi nei film precedenti......messa praticamente in secondo piano la creatura,che fa la sua comparsa solo, dopo oltre metà film,e che viene descritta come una belva feroce,assolutamente priva d'umanità,anch'essa distante dalla versione più tradizionale. Di buon livello logicamente la regia che costruisce un ottima atmosfera oscura ed inquietante e sfrutta al meglio il cast a sua disposizione (nel quale sono presenti grandi nomi come Peter Cushing e un non ancora famosissimo Christopher Lee nei panni del mostro). Mi ha un po deluso invece il trucco,non particolarmente esaltante,presenti diverse scene che per l'epoca dovevano risultare piuttosto forti. A mio avviso è un piccolo classico,non raggiunge i livelli del film di Whale,ma merita indubbiamente una visione.
Pregevole rivisitazione del mito di Frankenstein da parte della storica Hammer – e che diede il via al filone horror della casa di produzione inglese. Peter Cushing, con il suo carisma e la sua bravura, interpreta un barone che non si ferma davanti a nulla pur di raggiungere i suoi scopi; molto diverso da quello letterario, qui non bada minimamente a questioni di etica anche di fronte al fallimento dell'abominio frutto delle proprie ricerche. Il film mantiene sempre un buon ritmo, intrattiene a dovere e non mancano spunti di riflessione inerenti ai limiti della scienza. Molto caratteristico ed evocativo il laboratorio così come il make up della creatura(interpretata dall'altra icona Christopher Lee, che rifiuterà i successivi seguiti di Frankenstein per non rimanere intrappolato nel ruolo della "creatura") molto differente da quella con bulloni e viti del 1931. La pellicola inizia e si conclude in un carcere con un ottimo finale ambiguo
tutta la storia di Victor potrebbe essere un vaniloquio indotto dal delirio; questa ipotesi sarebbe da contemplare se non fosse per i vari seguiti che vanno ad annullare tale tesi
Beh ! Se non si prende in considerazione il romanzo di Mary Shelley del qual il film non ha nulla a che fare, questo horror di Fisher non è malaccio, certo siamo ben lontani dall'accoppiata Whale-Karloff, ed anche se Christopher Lee non si discute questa creatura mi sembra un pò un mascherone. Mi è piaciuta di più la prima parte che comunque un pò di atmosfera e suspence la crea, ma dopo la nascita del mostro il film perde parecchio diventando un pò prevedibile e alquanto grottesco. La sufficienza per la buona interpretazione di Peter Cushing nel ruolo di un Victor Frankenstein cinico e spietato disposto a tutto pur di conseguire il suo macrabo scopo.
in realta mi aspettavo di meglio da uno dei primi film su "frankestein" invece non sono riuscito a capire di quale genere è il film... comunque riesce a non annoiare lo spettatore...
Oserei dire "grottesco e di pessimo gusto", ma Bragath ha fatto anche di peggio. Un film quantomeno curioso della premiata ditta Hammer, con la solita parata di grandi attori del genere, ma qualcosa non funziona: rischia di diventare fine a se stesso, o meglio una parodia. La cosa peggiore è che Fisher (solitamente molto ispirato) si prende dannatamente sul serio: e invece lo script non sta in piedi, per quanto possa (talvolta) spaventare o divertire, dipende
Primo episodio della serie dei Frankenstein targati HAMMER. E' un classico, però non è fantastico come si può immaginare. Fisher ha fatto film molto più belli, a partire da "Dracula il vampiro". Alla fine il primo frankenstein è un film affascinante, che anticipa le caratteriste fondamentali delle produzione Hammer subito successive. Però non aggiunge molto alla storia, e il trucco di Christopher Lee fa rimpiangere quello di Karlof. Ci sono comunque varie scene da antologia dirette con maestria da Terence Fisher, ed tra l'altro Peter Cushing è perfetto.
Non il miglior Hammer, ma comunque è un bel classico, un piccolo gioiello consigliato ovviamente agli amanti del genere e ai fan del trio terence Fisher- Peter Cushing - Christopher Lee. Nessun paragone comunque con il film di Whale. Ma c'è da dire tuttavia che l'orribile frankenstein di Kenneth Branagh con De Niro, fa rimpiangere alla grande entrambi.