Rèmy, cinquant'anni, divorziato, si trova all'ospedale. L'ex moglie Louise, chiama il figlio Sébastien a Londra per convincerlo a tornare a casa in questo momento. Sébastien prima esita, poi parte per Montreal per aiutare la madre e sostenere il padre.
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Si potrebbe concedere qualcosa in più sulla strada per la mediocrità ,ma il 2 ci sta tutto considerando il contenuto semantico e soprattutto la necessità di riportare alla realtà i fautori delle 10 stelle, col che si arriverebbe comunque ad una media del 6 che è già troppo per un film del genere.
Trascinato un po'a forza alla proiezione ero comunque incuriosito dalle interviste televisive dal tono commosso quasi epocale rilasciate dagli spettatori, del genere "E' un film che tutti dovrebbero vedere". Ero preparato perciò a sorbirmi la solita commedia in agrodolce, (dimenticando ingenuamente il leit-motiv de "Il declino dell'impero americano").Invece niente allusioni velate,la prospettiva sul senso della vita è frontale, pertanto richiede lo sforzo di confronto in tutta la sua pesantezza. Ed' è una pesantezza senza speranza dalla quale non si salva nessuno, o almeno nessuno di coloro sui quali la società pretenderebbe di mantenere ancora un minimo di aspettativa,dal prete al poliziotto,dal medico al sindacalista. Nemmeno per il vecchio padre gaudente attorno al quale ruota la sceneggiatura, simpatica e chiassosa figura di socialista convinto ,al di là del momento ricreativo dell'incontro con ex amanti ed ex studenti reclutati dal figlio rigorosamente a suon di bigliettoni,può esserci qualcosa capace di lenire l'angoscia per il mistero della morte. Paradossalmente quelli che ne escono bene ,i veri eroi sono altri,quelli ai quali non sono richieste particolari doti morali, il figlio ricco broker e la tossicodipendente,così diversi esteriormente eppure troppo simili per non concedersi almeno un bacio fugace. Sarà lei,autentica vestale del paradiso in terra, a compiere nelle intenzioni del regista il vero gesto di solidarietà verso il vecchio,l'unico ormai possibile. Il tutto condito con citazioni che ripercorrono in chiave attualistica un po' tutti i periodi storici ,ivi comprese le immancabili torri gemelle. Quando si arriva al patetico tentativo di rinverdire il mito di Pio XII antisemita la tentazione di alzarsi è grande. Ma siamo ormai al crescendo rossiniano ed Arcand dopo un rapido excursus sul fallimento delle varie ideologie,ci delizia con una dotta disquisizione sulle "pompe".Sì, avete capito bene..pompa magna..pompe funebri, ecc. al che potreste pensare di essere stati teletrasportati improvvisamente di fronte all'ultima fatica dei bistrattati Boldi e De Sica ,ma si sa che con un premio d'oltralpe certi argomenti offrono tutta un'altra resa. Segue ancora un passaggio in bianco e nero sulla sottana di Ines Corsini (l'interprete del film su S.Maria Goretti) che vorrebbe forse ribadire per chi non l'avesse ancora capito l'intento provocatorio (sic) in salsa anticlericale che dà anche il preludio al film,prima dell'unica vera autentica liberazione:i titoli di coda. Meglio rischiare la derisione che uniformarsi al conformismo celebrativo verso un polpettone nichilista di queste dimensioni.