lords of chaos (2018)

Di solito i film che trattano la vita di una rockstar non mi garbano ma questo centra il bersaglio. Certo si potrebbe obiettare che ci voleva più marciume per rendere realistica una delle scene pià violente che la storia del rock ricordi, ma bisogna anche capire che il prodotto voleva anche essere vendibile. I difetti sono numerosi: si tratta pur sempre di una biopic in pieno stile yankee che pretende di fotografare il gelo paesaggistico del nord europa, e la figura di un figlio di cagna come Euronymous appare troppo angelicata, tutte note stonate lo ammetto,. Eppure bisogna ammettere che la narrazione tiene, il personaggio di Burzum è azzeccato. Forse con una mano registica più d'autore poteva diventare un film da 9. Si lascia guardare cmq.

Avevo iniziato a vederlo, per la verità, poco convinto, perchè avevo letto giudizi molto contrastanti: chi lo considera un capolavoro, chi inguardabile.
Mi ha incuriosito perchè tratto da una storia vera (tipologia di film che tendo a vedere a prescindere) ma non solo, anche perchè tratta una frangia estrema del metal, musica che, da ragazzo (primi anni '90 appunto) mi capitava di ascoltare (anche se, per dire, i primi dischi dei Metallica mi piaccon ancora adesso).
Non l'ho trovato tanto male: certo, come han notato anche altri i dialoghi, già ridotti all'osso, lasciano anche un po' a desiderare, ma la bravura del cast ed il realismo della "vita musicale" (prove/musica dal vivo) e anche delle scene più violento compensa abbondantemente.
Per chi anche soltanto ascolta(va) metal, credo sia imperdibile.

Chi seguiva ad inizio anni '90 il metal più estremo difficilmente non conoscerà i Mayhem e l' importanza che ebbe il loro leader, ovvero il chitarrista Oysten Aarseth (meglio noto come Euronymous), per la scena black metal norvegese e non solo.
Oltre a sdoganare un sottogenere fin lì poco conosciuto e a farsi apprezzare per sonorità che estremizzavano ulteriormente band già brutali come i Venom, Euronymous passò alla storia per essere presunto fondatore o co-fondatore del Black Inner Circle, ovvero un club segreto fondamentalmente opposto al cristianesimo e più in generale artefice di atti di vandalismo nei confronti di chiese e cimiteri, oltre che di violenze sfociate addirittura nell' omicidio.
Jonas Akerlund (uno che se ne intende, è stato il batterista dei Bathory per qualche anno) ci immerge in questo mondo di adolescenti ribelli e depressi, puntando l'obiettivo sulle relazioni che il protagonista ebbe dapprima col cantante Dead e poi col suo grande antagonista Varg Vikernes, conosciuto anche come Il Conte, unico membro del geniale progetto denominato Burzum, sino alla tragica risoluzione di entrambi i rapporti.
Da una parte l' idealismo contorto ed astratto di Euronymous, una sorta di marketing strambo, sicuramente macabro ma in realtà tutt'altro altro che criminoso al di là di qualche facinorosa dichiarazione, dall'altro un agire fanatico ai limiti della follia. Un film che non lesina sulle scene di violenza, lascia da parte la musica concentrandosi sui rapporti umani, riuscendo a dare un certo spessore ai personaggi. Ovviamente tutto resta ancora ammantato da misteri forse mai destinati ad essere chiariti; Ackerlund tende a puntare il dito nei confronti di Vikernes assolvendo parzialmente Euronymous. Tuttavia la verità è destinata a restare sepolta con l' ormai defunto Black Inner Circle.

Sarà mi ha fatto tornare a più di vent'anni fa con la testa, sarà che i Mayhem sono da sempre i miei preferiti della scena Black Metal insieme a Satyricon e Marduk ma questo film mi è piaciuto molto nonostante i difetti.
Perchè questi ultimi ci sono: dialoghi non sempre all'altezza, buchi di sceneggiatura parecchio grandi ma il tutto scorre bene e ci fa ripercorrere un pezzo di storia della musica metal; emozionante vedere pezzi come Freezing Moon e Funeral Fog su schermo.
La fotografia è ottima, la regia buona e gli attori funzionano, la sceneggiatura un po' meno a causa dei buchi a cui accennavo e al fatto che non sempre rimane fedele alla realtà.
Il tutto l'ho visto anche come una critica al mondo e al contesto che ruota attorno alle band black metal, cosa che avrà fatto incazzare qualcuno; io invece l'ho apprezzato.
Ottimo il personaggio di Dead e bravo l'attore che interpreta Euronymus, ma a me è piaciuto anche Burzum, ambiguo e cattivo al punto al giusto.
Insomma un tassello immancabile per gli appassionati di metal.

Musica per pochi adepti:
True Norwegian Black Metal

Ottima la resa delle chiese bruciate.

Buon biopic sui loschi figuri del black metal norvegese...
Più che un film sui Mayhem è un film su Euronymous e sugli eventi a lui legati.
Buona prova del cast, presenza di scene forti e violente quanto basta.

Finalmente un film davvero interessante sul Metal. Chiaramente Lord of Chaos non ha alcuna pretesa di essere un capolavoro, ma credo che la storia di Euronymous e Burzum sia raccontata davvero egregiamente. Valida anche la fotografia. Mi trovo assolutamente d'accordo con quanto scritto dagli altri sull'attore che interpreta Varg Vikernes - somiglia più ad Agnelli degli Afterhours...: forse avrei fatto scelte diverse da parte dei produttori. Bravo invece Rory Culkin.

Come già sottolineato da altri utenti, questa è una storia fatta di verità, mezze verità e menzogne... per questo motivo e per la tendenza di voler riabilitare l'immagine di un personaggio comunque controverso (Euronymous), questo film nelle sue intenzioni non mi sembra così distante, con le dovute proporzioni, da Toya...

Verità e menzogna è l'assunto base di questo film che ripercorre la parabola dei Mayhem, esponenti massimi del black metal norvegese. Racconta i rapporti controversi tra i membri principali del gruppo, a loro volta ispiratori ma allo stesso tempo esecutori di svariate azioni. Come in un effetto valanga, le parole di uno sono la molla delle azioni per l'altro, in un contesto dove le relazioni diventano reciprocamente parassitarie. Molto bella la fotografia che si esalta negli incendi delle chiese, il comparto sonoro soffre della mancanza della musica originale, presente se non per brevi spezzoni (Freezing Moon a parte), forse per problemi di diritti d'autore. Gli attori sono bravi, Rory Culkin e l'interprete di Dead, Jack Kilmer, particolarmente ispirati.

Arkelund fa il compitino con questo film , nonostante il tanto materiale a disposizione la sceneggiatura è risicata e manca di alcune parti come il passaggio dei primi due cantanti , i dialoghi sono elementari e banali , le interpretazioni poco convinte e il finale frammentario e poco chiaro se non si avesse su wikipedia la possibilità di sapere veramente com'e' finita .. La cosa più bella alla fine è la fotografia da videoclipparo qual'e' il regista e i titoli di coda per lo stesso motivo .

Il miglior film di sempre sulla musica heavy metal. Punto.

Preciso ovviamente che la pellicola si incentra su un suo sottogenere, ovvero il black metal, ma questo non cambia nulla, perché è tutta l'atmosfera che sa di heavy metal puro.

Gli atteggiamenti dei protagonisti, i loro discorsi, il loro look, il loro pensiero: è heavy metal.

Non troverete mai un film così puro nella filmografia hollywoodiana: spiace dirlo, ma è così. Perché nel cinema americano bisogna addolcire la pillola; renderla fruibile alle masse e falsificare un po' la cosa. Ma qui è tutta un'altra storia, perché è un film EUROPEO, prodotto e finanziato da paesi nordici.

Ottima la recitazione, così come il ritmo, soprattutto nella prima parte, quando c'è ancora Dead in scena.

Forse verso la fine il film perde qualcosina, perché rallenta un po'; ma va bene lo stesso.

Un'opera che ogni metal head del mondo deve guardare.

Ho letto cose davvero pessime su questo film, sia dagli addetti ai lavori che dai fan, ma ormai l'esperienza mi ha insegnato che vedere coi miei occhi è molto meglio che non guardare affatto basandomi su opinioni altrui. Soprattutto in questo caso, dove i commenti negativi arrivano perlopiù da fan del "trve" a tutti i costi, un tipo di linea che non ho mai condiviso in nulla.
E, in effetti, ho fatto bene.
Premettiamo che il film non è di certo un capolavoro.
Considerando comunque il tipo di storia che andava a raccontare, e il materiale a disposizione (fatto di verità/mezze verità/invenzioni e quant'altro), ne è venuto fuori un prodotto discreto.
I suoi maggiori punti negativi sono la debolezza dei dialoghi (ma c'è anche di peggio in film più blasonati), qualche licenza poetiche prese nei riguardi della vera storia (tipo l'inserimento della fidanzata di Euronymous, che non mi sembra ci fosse, e altri dettagli minori), e alcune situazioni che sono rese in maniera un po' bizzarra, strappando qualche involontaria risata.
Ha anche diversi pro.
Gli attori sono davvero molto bravi, tutti quanti. Esteticamente parlando, ho trovato un po' strana la scelta dell'attore per Varg, un po' troppo lontano dall'originale, somiglia di più ad un Manuel Agnelli con qualche chilo in più, ma a parte quello, il lato psicotico lo ha reso benissimo.
La resa delle scene musicali (sala prove/concerti), quelle delle chiese bruciate e di quelle di violenza sono convincenti. Quest'ultime sono davvero realistiche.
Naturalmente la colonna sonora è super.
Anche la fotografia è buona, d'altronde stiamo parlando di Jonas Akerlund, un ottimo regista di videoclip ecc., che nella musica ci naviga da sempre.
Nel complesso, è un film scorrevole, che si lascia guardare, anche se verso la fine l'ho trovato un po' noioso, forse poteva durare una decina di minuti in meno.