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Non si può certo parlare di un blockbuster d'autore, non solo perché questo secondo capitolo già rinnega il classicismo del primo nei riguardi dello spionaggio ma perché qua la mano di John Woo continua a rimanere mimetizzata perfettamente nel mondo degli action hollywoodiani e poiché non serve una grande mano per far ruotare la mdp attorno ad un tizio che coordina le azioni davanti a dei monitor ma non tutti sanno girare l'action, la sua presenza in M:I-2 è a vantaggio esclusivamente del brand. L'estetica è forte nell'uso dei colori e nel montaggio, merito del regista che sa dove indirizzare il focus, usando i rallenty dove servono. Da qui in avanti la parola chiave di questa saga sarà "spettacolarizzazione".