once we were strangers (1997)

Una commedia sentimentale gradevole e godibile per tre quarti della sua durata, poi inciampa in un finale scialbo, quasi inconcludente che fa abbassare il voto di mezzo punto.
Nel complesso, la storia è ben costruita nei dialoghi, nelle situazioni che presenta e nella caratterizzazione dei personaggi e non si fatica a seguire con un certo interesse, grazie anche ad una regia calibrata e un cast convincente.

Il film dolceamaro di Crialese e' coinvolgente e cattura bene l'illusione del sogno americano, ma le due storie che decide di seguire, seppur interessanti, sono inconcludenti, ed essendo troppo diverse e sconnesse l'una dall'altra non trovano nello stile inframezzato la scelta narrativa più adatta al caso (lo sarebbe stato con più interazione tra i protagonisti).

In ogni caso un bel filmetto che tratteggia una dura realtà con le giuste dosi di ironia e disincanto. Bravetti gli attori e indovinato l'accompagnamento musicale jazz conforme al contesto.

Appena laureato alla New York University decide di girare il 1°lungometraggio proprio nei dintorni della grande mela, prodotto dalla vendita di un paio di orecchini ricevuti in eredità dalla bisnonna, iniziano a manifestarsi le prime tematiche del suo cinema lo sradicamento (dell'indiana in un contesto a lei alieno quale l'occidente), l'adattamento (l'indiana che impara ad ancheggiare "ora sembro americana?"), l'integrazione (il degradante compromesso lavorativo/intimistico a crialese e alla sua realtà americana), la speranza (il ristorante-Parigi, e per crialese la sicilia), inizia la collaborazione professionale con Vincenzo Amato suo alter ego, il film passa perlopiù inosservato recuperato grazie ai recenti successi del cineasta.

Non all'altezza di altri lavori di questo regista ma comunque interessante sebbene un pò acerbo.

Visto dopo l'immenso "Nuovomondo", che pur precede cronologicamente, "Once we were strangers" appare poco piu' che un timido e impacciato tentativo di introdurre i temi cari a Crialese, ovvero lo sradicamento, il sogno, l'integrazione, la speranza.
Meglio approfondite sotto ogni punto di vista in Nuovomondo, risentono di un budget decisamente modesto, che pero' non assolve totalmente il regista dall' eccesso di scelte piuttosto spartane in termini di ripresa, scenografia, casting, sceneggiatura.
A dominare è un piattume che smussa i voli onirici, i tratti drammatici e quelli ironici, obbligando ad una lettura troppo didascalica della vicenda (già di per se non originalissima).
In una New York troppo silenziosa per essere vera, poco squinternata per essere Scorsesiana, e poco ironica per essere Alleniana, Crialese tenta di raccontare l'esistenza di migranti-stanziali e stanziali-migranti, alla ricerca di una loro dimensione nel mondo...ma lo fa in una maniera talmente asciutta da sconfinare nell'aridità

film raffinato ed elegante.
bello, intenso e divertente nonostante sia molto lento.

...filmetto

L'esordio interessantissimo e per larga parte sconosciuto di Crialese. Tantissimi meriti per essere un'opera prima. Visivamente è lento ma mai pesante con un'atmosfera leggera ma che allo stesso tempo affronta temi tutt'altro che banali. Lo stile di Crialese si potrebbe definire minimalista ed essenziale in tutto,dai dialoghi alla regia.
Certamente autobiografico,lo svolgimento racconta di uomini e donne sradicati dal loro habitat naturale,di immigrazione. Davanti i personaggi troveranno ostacoli e difficoltà di integrazione non tanto in una società che li ignora o li snobba ma nei loro stessi rapporti personali. L'amore stesso viene visto come un'integrazione o un accettazione di qualcosa di completamente diverso da sé.
Sono due le storie parallele davanti cui ci mette Crialese: un italiano innamorato di una speaker radiofonica all'inseguimento dei propri sogni e un indiano lontanissimo dal modo di pensare della sua terra da anni (americanizzato) che si ritrova a scontrarsi con i costumi e le tradizioni indiane a causa dell'arrivo della moglie promessa a lui fin da quando era bambino. Lo sconto culturale nasce dalla perdita della propria identità,intesa in senso culturale. La doppia conclusione sarà quindi dolceamara.
Doppiaggio orribile.

Bellissima commedia che racconta i rapporti tra chi arriva e chi ha sempre vissuto nella metropoli per eccellenza.
Bei personaggi e tematiche attualissime (ora anche di piú anche se il nostro popolo si trova dall'altra parte).

Primo film di Crialese che riesce già a mostrare buona parte del talento del regista. Il film ha come protagonisti due immigrati a NY che stentano ad integrarsi e a farsi accettare dal paese che promette la Felicità come diritto. I toni spaziano da quelli della commedia a quelli drammatici ed è questo che riesce a far funzionare il film oltre all'ottima regia. Alle volte la sceneggiatura può risultare pesante nella critica agli ostacoli incontrati dai due protagonisti, ma il film non ne risente troppo.

Emanuele Crialese è un grande!
Questo film è fantastico e va visto assolutamente in lingua originale!

SPOILER

Un film piacevole, con tematiche interessanti e con un gradevole umorismo.

Bel film di Crialese, anche se un po' "grezzo" rispetto ai successivi sia per la costruzione dei personaggi che per l'intreccio delle storie. Il denominatore comune è il tema dell'integrazione in un paese straniero. Memorabile una delle scene iniziali, quella della pasta alla carbonara: può essere tranquillamente una metafora del film intero e dello scontro tra culture.

Forse il film più bello di Crialese.. Come sempre poetico e struggente, ma anche tenero e malinconico. E buffo, divertente, delicato. Guardatelo, è un consiglio da amico!

SPOILER