In ogni città c’è un algido momento, all’alba, dove tutto ancora è assopito o sul punto di svegliarsi. È in quel momento che inizia Our Town, nel dormiveglia, che viene rotto dalla scoperta del cadavere di una ragazza, seviziata e crocefissa. Freddamente, come nella cronaca, il regista Jung Gil-young ci mostra che questa è la quarta vittima di un serial killer che applica tale modus operandi. Il film ci porta quindi in un perverso e complesso gioco a tre: due killer e un poliziotto le cui vite sono legate sin dall’infanzia da nodi molto stretti. Lee Jae-shin (Seon-gyun, visto in R-Point) è il tenente della polizia di Sacho-dong che segue le indagini, orfano e involontariamente colpevole della morte dei genitori del suo miglior amico Gyeong. Questo è invece uno scrittore alla ricerca disperata del suo esordio con un romanzo sui serial killer; cerca così di far rivivere sulla carta le proprie pulsioni omicide, che lo avevano portato dieci anni prima a uccidere e poi crocifiggere la madre di Hyo-yi (Ryu Deok-hwan, visto in Welcome To Dongmakgol). Quest’ultimo da bambino fu testimone dell’omicidio; ora è un giovane introverso che diventa il serial killer di Sacho-dong. Ognuno di essi è in qualche modo artefice del proprio destino e di quelli degli altri due creando veri e propri legami di sangue.
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