piovono pietre (1993)

Altra pellicola di denuncia riuscita di Ken Loach,una storia raccontata senza scadere mai nella retorica o nel facile moralismo,asciutta e forse per questo ancora più dura.
Non manca qualche sprazzo di amaro umorismo,lieto fine che porta lo spettatore a riflettere...
Realistico,la classe operaia non va in paradiso, da vedere.

Il cinema sociale di Ken Loach mostra una classe operaia che non andrà in paradiso. Pellicola intensa e ruvida.

Film notevole di Loach, ma personalmente l'ho apprezzato meno rispetto a "Io, Daniel Blake", sebbene qui il finale mi sia piaciuto decisamente di più. In questo caso, però, si percepisce meno il realismo presente nell'altro film citato dello stesso Loach e personalmente sono riuscito meno a familiarizzare con i personaggi. Lungometraggio in ogni caso molto interessante, e non mi sento assolutamente di criticare chi gli ha dato un voto più alto del mio.

Loach è un maestro nel descrivere le debolezze , le paure e l'umanità della classe medio-bassa del ceto inglese . Lo fa al meglio senza retorica con cronaca spicciola e diretta , perchè non c'e' tempo per ragionare troppo e biisogna arrivare alla fine del mese in qualche modo . Anche prendendosi dei rischi .
Grande prova attoriale . drammatica, orpnica e beffarda , specchio del tempo e della società .
per l'ennesima volta Ken fa centro .

Finalmente ieri sera ho colmato questa lacuna, un gran film di uno dei miei registi preferiti, Ken Loach

Amo Ken Loach e il suo raccontare gli ultimi anche nella modernità del cinema che ha dimenticato la dimensione del reale. Eppure questo film non l'ho particolarmente apprezzato. Il voler mescolare dramma e ironia me lo ha reso indigesto, non perchè Loach non lo abbia mai fatto, anzi, ma perchè non è riuscito mai a farmi sorridere quando doveva ne a inquietarmi veramente sul lato della condizione materiale dei protagonisti. E' uno speccato dell'Inghilterra più povera e proletaria, ma Loach ha saputo secondo me tratteggiarla meglio in altre pellicole.

Il vestito da prima comunione di una bambina innocente diventa il mezzo per introdurre una di quelle storie di cui nessuno vorrebbe mai sentir parlare, né tantomeno vivere: ma per fortuna c'è Ken Loach.
Film come questo servono, davvero.

Tra i migliori Loach in assoluto, almeno riguardo all'aver saputo ben mischiare ironia e dramma, serietà ed impegno.

Occhi sempre puntati su deboli e proletari che, in tal caso, trovano un senso alla loro vita in un gesto semplice (i soldi per il vestito della figlia); caraterizzazioni molto buone (lo strozzino, i protagonisti, il prete alternativo), bravi attori, grande capacità di rappresentare il reale per quello che è.

Per certi versi è tra i film più puri del regista, dove il suo stile lineare ma molto efficace viene molto a galla.

Molto buono; ottimo, come sempre, lo score musicale di Stewart Copeland (autore anche della colonna sonora dei primi 4 videogiochi della serie Spyro!!! L'ho scoperto solo ora, guardando on line).

il film è buono nulla da dire....anche se personalmente non condivido il finale...mi spiace....

Raining stones ha un inizio che sembra quasi un omaggio al cinema italiano di un tempo. Situazioni ai limiti della comicità pura che sottolineano un'arte dell'arrangiarsi all'inglese, i modi più disparati per sbarcare il lunario e chiaro il riferimento a Ladri di bicilette con il furto del furgone, mezzo fondamentale per rimediare qualche lavoretto saltuario.
Successivamente Loach stempera l'apparente leggerezza per mostrare un costesto di una classe operaia sempre più marginalizzata, frustrata nelle sue aspirazioni dalla tempesta sociale del thatcherismo e preda debole di squali sfruttatori.
Singolare anche la figura del protagonista, operaio di fede laburista ma ancor più fedele cattolico, ingenuo magari ma non bigotto. Quasi una sintesi ben bilanciata tra socialismo e cattolicesimo che trova nelle figure del sindacalista e del prete le figure di riferimento. La prima nel descrivere un contesto degradato dove non sopravvive nemmeno la speranza e la seconda con il buon senso del perdono conscio della purezza d'animo di Bob. Può apparire consolatorio il finale ma è solo una piccola luce in un buio di miseria.

Pietre pesantissime (su pietre) sulla classe operaia. Con consolazione finale che arriva inaspettata, quasi come una beffa al contrario dopo aver visto i Ladri di Biciclette (furgoncini) trasportati nell'Inghilterra proletaria anni '90 subìre lentamente tutta la vita bastarda, gettati all'inferno appunto in vita.
Sicuramente uno dei più belli del bravissimo Loach, cinema sociale che riesce sempre a colpire a fondo con le sue storie di squallida e poverissima (economicamente) quotidianità, tanto quanto ricche di sentimenti umani dall'altro lato.

Il cinema secondo Loach.
La classe operaia non va in paradiso.

Uno dei migliori Loach di sempre, a tratti persino ortodosso nella sua crudele invettiva sociale. Il free-cinema inglese è risorto e attualizzato da film come questo

Solo due voti per un film così bello e significativo...assolutamente da vedere.Loach si ispira chiaramente al neorelasimo italiano e in particolar modo a Ladri di biciclette di Vittorio de Sica."Piovono Pietre sulla classe operaia" battutata di grande valore sociale.Loach critica il governo dell'industrializzata Inghilterra di inizio anni 90 di cui Manchester ne è simbolo,dove un uomo che vuole far vivere in maniera almeno decorosa la sua famiglia cerca in tutti i modi di sopperire alla disoccupazione svolgendo lavoretti più o meno legali.Per comprare il vestito della comunione alla sua bambina Bob è costretto a chiedere dei soldi all'usuraio del quartiere,non potendo restituirglieli,l'uomo si caccia in un mare di guai provocando la morte dello strozzino.Gli unici spiragli di luce che riesco ad intravedere in questo film sono la solidarietà tra persone che affrontano un unico disagiato destino e la figura di padre Barry rappresentante di una chiesa rimasta unica istituzione pubblica ancora capace di mostrarsi compassionevole verso la classe più povera.

La nostra marcia
Battete sulle piazze il calpestio delle rivolte!
In alto, catena di teste superbe!
Con la piena del secondo diluvio
laveremo le città dei mondi.
Il toro dei giorni è screziato.
Lento è il carro degli anni.
La corsa il nostro dio.
Il cuore il nostro tamburo.
Che c'è di più divino del nostro oro?
Ci pungerà la vespa d'un proiettile?
Nostra arma sono le nostre canzoni.
Nostro oro sono le voci squillanti.
Prato, distenditi verde,
tappezza il fondo dei giorni.
Arcobaleno, dà un arco
ai veloci corsieri degli anni.
Vedete, il cielo ha noia delle stelle!
Da soli intessiamo i nostri canti.
E tu, Orsa maggiore, pretendi
che vivi ci assumano in cielo!
Canta! Bevi le gioie!
Primavera ricolma le vene.
Cuore, rulla come tamburo!
Il nostro petto è rame di timballi.


MAJAKOVSKIJ VLADIMIR



"Federer divino Apollo"

una pietra nello stomaco