salita al cielo regia di Luis Buñuel Messico 1952
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salita al cielo (1952)

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locandina del film SALITA AL CIELO

Titolo Originale: SUBIDA AL CIELO

RegiaLuis Buñuel

InterpretiLuis Aceves Castañeda, Silvia Castro, Roberto Cobo, Manuel Dondé

Durata: h 1.14
NazionalitàMessico 1952
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 1952

•  Altri film di Luis Buñuel

Trama del film Salita al cielo

Una commedia fiabesca che affronta il tema del viaggio i corriera, delle ossessioni di un uomo che riesce a liberarsi delle immagini di tre donne (madre, moglie, tentatrice) che poi, attraverso un sogno si riveleranno la stessa persona.

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Voto Visitatori:   6,83 / 10 (9 voti)6,83Grafico
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Voti e commenti su Salita al cielo, 9 opinioni inserite

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alex94  @  22/01/2024 17:36:58
   6½ / 10
Piacevole commedia del periodo messicano di Bunuel,nella quale,nonostante il contesto fiabesco l'autore non esita ad inserire elementi surreali e umoristici tipici del suo stile.
Complessivamente non male,dalla storiellina esile ma godibile, aiuta anche la breve durata.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  07/12/2014 12:42:50
   6 / 10
Tutti i temi cari a Bunuel (complessi edipici, grettezza e violenza sociale vs. amore giovanile, tecnologia vs. natura, il ruolo della seduzione nella vita umana come spettro di forze occulte e superiori, senza mai sconfinare nel mistico e soprattutto nel cattolico) in una produzione decisamente minore, esempio tipico della stranezza di questo regista, capace di realizzare capolavori imperituri con due soldi, ma anche delle complete schifezze (se si pensa allo standard di produzioni, anch'esse messicane, come Los Olvidados e L'angelo sterminatore). Voto politico, in quanto parte di una filmografia preziosa. Solo per amateurs bunueliani.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  07/05/2014 15:05:45
   7 / 10
Un Bunuel minore, con intemperanze surrealiste evidenti. Mi aspettavo molto di più visto che la trama si prestava al gioco... vale la pena vederlo per la sequenza del sogno e per il fatto che Bunuel, quasi silenziosamente, distrugge il nucleo famiglia: dai fratelli interessati solo al testamento al tradimento con l'amante. Altre allusioni sono brevi e significative: all'inizio viene detto che nel paesino da cui i protagonisti partono in luna di miele (interrotta) non ci sono chiese. Bunuel non poteva proprio frenare la propria evidente voglia di dissacrare sempre e comunque, anche nella fiaba, anche in un film "normale".

JOKER1926  @  11/01/2013 00:00:19
   6½ / 10
Dopo due anni dall'esemplare "I figli della violenza" Luis Buñuel formula un altro film ambientato, ovviamente, nel Sud America; la fotografia concettuale della regia capta da vicino queste terre, "Salita al cielo" è un'altra dimostrazione.

Nel prodotto cinematografico del 1952 ad andar subito in risalto quella ricerca della metafora che sigilla tanti eventi del film.
La regia anzitutto si concede il lusso, alle volte pericoloso, di spaziare in scene surrealiste cercando di rappresentare un qualcosa di evanescente.
Il film, come capita spesso nelle peculiarità della regia, si scompone su una scacchiera Bene/Male ove i personaggi hanno delle evidentissime funzioni, c'è il figlio fedele e leale e quello che aspetta l'occasione per esser cinico. La società è dunque rappresentata in uno stato pressoché malsano, il male e il marciume pervade la mente di molte personalità.
Inoltre "Salita al cielo" è pure un flash sulla morte, la "salita" dovrebbe, metaforicamente parlando, identificare uno spartiacque fra ciò che vive e ciò che va via (come la mamma del protagonista).
Insomma il lavoro di Buñuel ha molto da offrire, ma allo stesso tempo, si perde sul ritmo, pellicola spossata, e specialmente per via di quella inefficace vena commedistica che smorza il vero dramma. Non convince, inoltre, nemmeno il finale. Il regista spagnolo/messicano ha fatto molto meglio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  10/11/2010 11:22:27
   7½ / 10
Non inganni il tono apparentemente leggero di questo film. In mezzo al folclore messicano e i buoni sentimenti alberga, in maniera più sotterranea, l'humus dell'inganno e dell'ipocrisia piccolo borghese. L'innocenza del protagonista sarà progressivamente contaminata da tale morbo, demoni tentatori lo condurranno all'adulterio e con sotterfugi simili ingannerà l'avidità dei propri fratelli. Gli scopi sono lodevoli, i mezzi per ottenerli non proprio anche se a fin di bene.
L'isola dove gli sposi dovevano trascorrere la prima notte di nozze rimarrà un sogno. Un paradiso perduto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2009 14:30:38
   8 / 10
Meraviglioso... un gioiellino che sconfina nel surrealismo (ma non solo), un viaggio dove tutto può accadere... la morte che si accompagna a una liberatoria felicità, la gioia di vivere del folklore messicano (v. l'introduzione di certe amabili canzoni) sullo sfondo di incidenti e di una meschina lotta familiare per l'eredità materna.
Potrebbe sembrare un film insolito per Bunuel, generalmente poco propenso a mostrare il lato goliardico dell'umanità, ma in questa frizzante vitalità persiste anche tanta amarezza.
Il regista spagnolo è capace di sbugiardare tutti i clichè hollywoodiani nel ritratto impetuoso della femme fatale locale, immortalata anche nei passaggi onirici del protagonista mentre, ammiccante, morde una mela... (l'espediente di Eva nella sua dissacrazione femminile).

Un film che lascia letteralmente rapiti dalla sua liberatoria vitalità

Invia una mail all'autore del commento wega  @  08/08/2009 20:03:31
   8 / 10
Un anno e un film dopo in altri lidi "di genere" con "La Figlia dell' Inganno", pur rimanendo nel registro della commedia, con "Subida al Cielo" c' è un ritorno del Maestro, oramai messicano di cittadinanza, al surrealismo al 100%. Dominato da un forte senso di Morte incombente, è un on the road "in salita", fisicamente verso il cielo proprio per il percorso - ovviamente tortuoso - in montagna a raggiungere il notaio per volontà della madre morente, desiderosa di diseredare gli avidi figli pro innocente nipote; il viaggio assume, dunque, per il protagonista, le tonalità di un percorso morale e spirituale. Dissacrazione totale della famiglia piccolo-borghese, dove quasi nessuno crede più negli altri, né si comporta degnamente, in una struttura a episodi per mezzo della quale Bunuel firmerà gran parte dei suoi successivi capolavori. Il film finisce con una dissolvenza dove potrebbe benissimo, anzi, dovrebbe continuare.

4 risposte al commento
Ultima risposta 01/10/2009 18.44.38
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  07/07/2009 15:22:53
   7 / 10
Ho un vago ricordo di questo film di Bunuel. Mi sembra che fosse una specie di delirio Felliniano con incontri bizarri durante un lungo viaggio del protagonista per aiutare la madre. Non mi è parso male, anzi, la parte psicologica è realizzata molto bene, a tratti molto riflessiva e interessante. Uno dei film del regista che più ho apprezzato.

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