Roma, quartiere Esquilino, Piazza Vittorio. In un vecchio palazzo umbertino si snodano le vicende di un eterogeneo gruppo di inquilini, una piccola 'folla multietnica' segnata da forti differenze culturali, di provenienza, di religione, di modi di intendere la vita. Nell'ambiente chiuso del palazzo e del condominio scaturisce uno scontro di civiltà in cui tali diversità emergono prepotentemente nel quotidiano e diventano malintesi, piccole prevaricazioni, diffidenze. Le storie dei personaggi seguono i propri percorsi, incrociandosi l'un l'altra in ragione di una condivisione forzata dello spazio, del palazzo e del suo ascensore, puntualmente all'origine di tante dispute condominiali. Chi cerca l'ispirazione per una fotografia, chi il cane improvvisamente smarrito, chi convive con le proprie rinunce, chi con la malavita locale, chi con le ruggini burocratiche a cui devono sottostare gli extracomunitari. Una morte improvvisa rompe l'instabile equilibrio condominiale, tutti possono essere potenziali assassini e tutti si trovano ad incolparsi l'un l'altro. Saranno loro, insieme, a svelare al commissario il nome dell'assassino, al posto di quell'unico testimone, che però non può parlare: l'ascensore.
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