stereo regia di David Cronenberg Canada 1969
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stereo (1969)

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locandina del film STEREO

Titolo Originale: STEREO

RegiaDavid Cronenberg

InterpretiRonald Mlodzik, Jack Messinger, Iain Ewing

Durata: h 1.05
NazionalitàCanada 1969
Generefantascienza
Al cinema nel Marzo 1969

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Trama del film Stereo

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Voto Visitatori:   6,29 / 10 (7 voti)6,29Grafico
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Voti e commenti su Stereo, 7 opinioni inserite

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Boromir  @  19/04/2022 00:02:34
   6½ / 10
Radicale opera prima di Cronenberg che, con un lucidissimo taglio da documentario scientifico, sparge i semi del "barone del sangue" che sarà. Macchina a mano sotto rigoroso controllo, grandangoli distorti, rallenty improvvisi, carrellate lentissime e un suggestivo b/n metallizzato caratterizzano una tecnica che pare prerogativa di un cineasta giunto a ultima maturazione. Il minimalismo formale (scenografie spoglie, nessun dialogo e nessun suono diegetico, a eccezione di più voci narranti) sopperisce tutte le limitazioni di un lavoro a budget zero, e ben si presta all'analisi di temi quali sesso e sperimentazione su soggetti umani. Il risultato finale è la creazione di un mondo bizzarro, una distopia pervasa da un erotismo gelidissimo e comunque torbido. Esattamente come evidenziato in Crimes of the Future, la natura sperimentale del progetto rende Stereo un film non concepito per intrattenersi.

Filman  @  28/07/2021 16:43:54
   5 / 10
Acerbo come un film sperimentale fatto da un regista senza esperienza, STEREO si propone come un'opera minimalista e surrealista estrema, quasi concettuale, ovvero un'opera che se avesse funzionato sarebbe stata importante per l'arte moderna e che in caso contrario, ovvero com'è in realtà, sarebbe stato un tentativo imprecisato di fare qualcosa, apprezzabile per l'impegno.
La scenografia, ovvero l'uso dell'architettura brutalista, è un punto a favore, così come l'eredità di un'esperienza, quella di aver visto qualcosa di completamente al di fuori dalla norma.
Rendere il film non musicato è un'idea che invece estranea, considerando che non c'è nulla da immortalare nella sua immacolata naturalezza, ed è pertanto una scelta completamente arbitraria alla quale si aggiungono delle frasi filosofeggianti messe in momenti oggettivamente sbagliati e che non si sposano bene con le scene di accompagnamento. Addirittura in alcuni casi si rallenta l'immagine per farvi entrare la parte parlata.
La regia di David Cronenberg è già matematica e fortissima, ma il suo esordio è a metà tra un pastrocchio e un errore di gioventù.

phemt  @  13/01/2009 08:06:45
   6 / 10
Commentare Stereo non è facile, prima di tutto perché è un film molo sperimentale e poi anche perché per lavori del genere finisce per avere una grande importanza il cognome del regista e quello che ha fatto vedere successivamente…

Detto questo Stereo si basa su una buona idea di base che si sviluppa però in maniera molto (troppo) lenta e malgrado un paio di sequenze visivamente interessanti il ritmo, praticamente nullo, alla lunga pesa un po’, tanto che è normale annoiarsi durante la visione…
Comunque alcuni temi cardini del cinema del regista Canadese sono già qui…
Solo per appassionati di Cronenberg e più che altro per curiosità!

DarkRareMirko  @  05/11/2008 17:11:41
   6 / 10
Tra i commenti già inseriti, quello con cui son più d'accordo è quello espresso dall'utente quadruplo.

Opera prima di Cronenberg, rappresentata da un mediometraggio che conta più riguardo al modo in cui è stato girato, controcorrente al massimo, più che per veri e propri contenuti e/o messaggi.

La noia giunge quasi subito imho, ma non in quantità tali comunque da far scappare lo spettatore.

Prendetelo più che altro per quello che è, ossia un decoroso esperimento cinematografico, a volte stucchevole, altre troppo ambizioso.
Comunque già si capisce dalla visione che Cronenberg non è proprio uno stupido, anzi.

Una visione la vale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/04/2008 20:16:13
   7 / 10
Con Stereo Cronenberg comincia a sviluppare alcune delle tematiche portanti per i suoi film successivi, Il demone sotto la pelle riguardo la sessualità e Scanners per la telepatia oggetto principale di questo mediometraggio. E' un lavoro molto interessante e stimolante; è come vedere un esperimento in tempo reale al microscopio dove però la nostra percezione sensoriale non è completa mancando del tutto l'audio e la voce off invece di risolvere molti dilemmi, li complica in un mare di tecnicismi rendendo il film straniante. Pur trovando interessante l'idea, il film risulta un po' troppo "sperimentale" e in molti momenti difficile da seguire. Resta comunque una pellicola da vedere per scoprire i primi passi del regista canadese.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  18/01/2008 12:14:16
   6½ / 10
Impossibile non accumunare questo lavoro di Cronenberg con il successivo Crimes of the future: temi, stile, gran parte della scenografia, struttura e attore protagonista sono gli stessi.

Stereo però è ancora più scarno: voce narrante ancora più rarefatta, suoni completamente assenti, un bianco e nero come rappresentazione di una clinica psichiatrica (il mediometraggio è girato interamente all'interno di essa).
Se qualcuno ha visto ed avuto difficoltà a comprendere e concludere Crimes of the future, qui l'impresa è ancora più ardua..

Sarò blasfemo ma l'intera pellicola, a parte alcune considerazioni interessanti e il fascino della struttura psichiatrica, risulta veramente noiosa anche se come temi è Cronenberg al 100%: lo studio della telepatia, le perversioni sessuali, le sperimentazione fanta-scientifiche su soggetti "border-line".

Il linguaggio però è complesso e non so se il regista voglia veramente dire qualcosa o se fosse più che altro interessato alla forma. Vista la stima per Cronenberg, il voto è più che altro sulla fiducia, altrimenti sarebbe decisamente più basso.

3 risposte al commento
Ultima risposta 18/01/2008 13.03.13
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Crimson  @  24/03/2006 11:44:26
   7 / 10
Questo è il primo mediometraggio di Cronenberg, in bianco e nero.
Dal momento che è praticamente uguale dal punto di vista formale al successivo "crimes of the future" (che però è a colori) cercherò di sottolineare le caratteristiche simili dei due lavori nel modo più breve possibile, così eviterò di farlo per "crimes..". Entrambi durano un'oretta, sono caratterizzati dalla totale assenza di dialoghi e suoni e della presenza di una voce fuori campo che descrive le scene oppure fà discorsi più ampi mentre scorrono scene per le quali non c'è bisogno di commento. Sembra una voce da documentario sugli animali, inespressiva al massimo. Infatti i due mediometraggi sono concepiti come dei documentari. Anche il protagonista è lo stesso, anche se in "stereo" è biondo e sembra un incrocio tra James Spader e uno dei Beatles, mentre in "Crimes.." ha i capelli neri e un pò lunghetti e porta gli occhiali.
Entrambi sono lentissimi e sono presenti delle parti che possono durare anche 4-5 minuti senza commento.
Nonostante lo stile sia lo stesso, i temi sono perlopiù diversi, anche se hanno dei punti in comune. E i temi sono per me proprio gli aspetti più interessanti, anche se sinceramente ho trovato il linguaggio troppo complesso e a volte addirittura criptico. Termini ultratecnici e spesso di pura fantasia. Nonostante questo il senso si capisce quasi sempre.

Passo al commento del contenuto di "Stereo" finalmente. Questo lavoro tratta la telepatia. Ciò teoricamente lo accosta a "Scanners" ma non è proprio così. Infatti c'è questo tale di nome Springfellow che ha sviluppato delle teorie e fà degli esperimenti mettendo in una stanza ad una certa distanza due o più soggetti telepatici per verificare il possibile sviluppo, attraverso il loro contatto extrasensoriale, di una nuova sessualità. Ma non solo, perchè pensa che questo in un ipotetico futuro possa costituire un nuovo modo di comunicare per i gruppi sociali. L'aspetto più interessante è che ritiene che attraverso il contatto telepatico si possa ristabilire l'omnisessualità, ossia la vera natura erotica dell'uomo. Infatti, e questa è la cosa più interessante del mediometraggio, egli ritiene che un soggetto telepatico a contatto con un altro riesca a stabilire un rapporto con l'idea di sessualità che l'altro si fà ancor prima che lo concepisca concretamente, al di là del sesso dell'altro individuo. Mi spiego meglio: c'è una scena in cui due soggetti telepatici sono seduti ad un tavolo uno di fronte all'altro e prendono il thè. L'esperimento è quello di verificare che uno dei due compia gesti che ancor prima di essere messi in atto possano richiamare una fantasia erotica e l'altro al tempo stesso possa entrare in contatto con questa dimensione fantasiosa erotica. Infatti ancor prima di mettere il cucchiaio nel tè e girare lo zucchero (stando a quello che ho capito sarebbe questa la simbologia sessuale) i due dovrebbero entrare in contatto extrasensoriale. Solo che non si capisce bene se lo fanno, si mandano sguardi ma finisce lì. Mentre succede concretamente qualcosa quando due uomini e una donna poco prima sono in una stanza e uno mangia una mela che ha un richiamo afrodisiaco tale che in un attimo i tre si saltano addosso reciprocamente e costituiscono un gruppo a tre e si baciano senza distinzione di sesso. E questo tema mi ha fatto pensare a "Crash".

Riporto qualche informazione riguardo il finale nello spoiler, specificando che tali info non sono esaustive dal momento che non c'è una vera e propria conclusione. Per cui non è un vero e proprio "rovinafinale" e secondo me può essere letto tranquillamente, ma nel dubbio ho preferito occultarlo.

In definitiva si tratta di un bel lavoro, che tratta temi interessanti. Cronenberg fin dall'inizio (ed era il 1969, lo ribadisco) trattava determinati temi che poi avrebbe approfondito nel corso della sua attività cinematografica.
Sinceramente ho trovato il linguaggio un pò troppo complesso e a volte addirittura criptico. Spesso si incorre in termini ultratecnici o di pura fantasia. Nonostante questo il senso si capisce quasi sempre. Non si può dire però che si tratti di un documentario scorrevole: sono presenti numerosissimi momenti senza voice off in cui l'azione è rallentatissima.
Quindi occhio a non perdervi eheh.

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