Kitano si mette al centro di un gioco delle parti in cui interpreta sia il ruolo di regista che quello di attore come se fossero due personaggi diversi.
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Una commedia parzialmente auto-biografica e decisamente surreale. Troppo. Doppio ruolo per il regista-attore, Takeshi Kitano, che interpreta se stesso variamente caricaturato. Nello specifico: Beat Takeshi, attore di grande successo, ed il signor Kitano, collega decisamente meno fortunato e dotato, incrociano le loro strade su di un set cinematografico che ne esalta la totale somiglianza fisica e la netta diversità caratteriale; divo e brillante il primo, taciturno, timido ed introverso il secondo. Da lì la storia comincia a deragliare in deliranti salti spazio temporali, impossibili da seguire, che confondono le esistenze dei due individui, rendendo il tutto semplicemente incomprensibile. Lynch a confronto è un "libro aperto". Infinitamente noioso e ripetitivo, si salva solo la convincente interpretazione di Kitano che si rivela maestro nello sdrammatizzare e nell'ironizzare. Anche su stesso. Non che il film faccia ridere, intendiamoci, ma qualche spunto divertente alla deriva di un mare di non-sense, effettivamente c'è. Nel complesso comunque lo sconsiglio vivamente a tutti i non appassionati del regista.