tre piani regia di Nanni Moretti Italia, Francia 2021
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tre piani (2021)

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locandina del film TRE PIANI

Titolo Originale: TRE PIANI

RegiaNanni Moretti

InterpretiMargherita Buy, Nanni Moretti, Alessandro Sperduti, Riccardo Scamarcio, Elena Lietti, Chiara Abalsamo, Giulia Coppari, Gea Dall'Orto, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Alice Adamu, Letizia Arnò, Denise Tantucci, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno, Francesco Brandi

Durata: h 1.59
NazionalitàItalia, Francia 2021
Generedrammatico
Tratto dal libro "Tre piani" di Eshkol Nevo
Al cinema nel Settembre 2021

•  Altri film di Nanni Moretti

Trama del film Tre piani

Una serie di eventi trasformerà radicalmente la vita dei residenti di un edificio romano, rivelando le loro difficoltà nell'essere genitori, fratelli o vicini di casa in un mondo dove il risentimento e la paura sembrano aver avuto la meglio sul vivere insieme. Mentre gli uomini sono prigionieri della loro caparbietà, le donne cercano - ognuna a modo loro - di risanare le fratture e di trasmettere quell'amore creduto scomparso per sempre.

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Voto Visitatori:   6,40 / 10 (15 voti)6,40Grafico
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Voti e commenti su Tre piani, 15 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

federicoM  @  30/11/2023 22:36:26
   5½ / 10
Questo film non mi ha particolarmente colpito. Delle tre storie l'unica interessante è quella di Alba Rohrwacher. Le altre due risentono moltissimo dell'impostazione iniziale data al film, in particolare la sequenza iniziale.
La scena iniziale (vedi spoiler), che definirei piuttosto drammatica, è interpretata in maniera molto pacata dagli attori, direi per scelta registica. Il problema è che questo mood sfasato sicuramente voluto per rendere straniante il contesto umano della vicenda è anche piuttosto sottotono e condiziona pesantemente la prima parte del film. Sicuramente serve a risaltare la dinamica grigia, passiva e apatica delle vite. Gli attori ci mettono però un pò liberarsi e a mostrare l'umanità dei loro personaggi e il film di conseguenza a decollare.
E infatti l'unica storia che non ne risente è quella di Alba che non partecipa al dramma mancato iniziale.
La morale sembrerebbe essere che tutti i mali non vengono per nuocere.

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pak7  @  07/11/2023 11:59:17
   8 / 10
Alcuni mi hanno detto che questo è un film atipico nella filmografia di Moretti, totalmente diverso dagli altri.
Sarà che conosco poco il regista, ma la pellicola mi ha convinto: interpretazioni asciutte, mai sopra le righe, tre storie intrecciate a puntino.
La storia di Scamarcio dimostra come si faccia presto a rovinarsi nella vita, mentre quella di Alba Rowracher è un ritratto di una solitudine mascherata.
Moretti e la Buy (strepitosa) sono due genitori che avrebbero sognato un figlio diverso, ma devono fronteggiare una realtà ben diversa.
Bello, bello, bello.

Goldust  @  21/08/2023 17:50:18
   5½ / 10
Sono fan di Moretti ma questo suo ultimo lavoro mi ha lasciato addosso poco. Apprezzo il tentativo di affrontare il tema psicanalitico ( a lui già caro ) con una pellicola stratificata e complessa, almeno nella costruzione: ma si vede che questa volta alla base del film c'è un romanzo vero e proprio e non un suo soggetto originale, e quindi un pò di spontaneità si è persa per strada. Senza contare che le storie delle tre famiglie coinvolte, per quanto accumunate dai dolori della vita quotidiana e di una ricerca della pace personale sempre più difficile da trovare nel mondo odierno, non generano tutte il medesimo interesse

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Attori ben diretti con le solite eccellenze interpretative di Buy, Lietti e Rohrwacher; meno convincenti Scamarcio e Nanni stesso, in verità protagonista di una parte davvero piccola. Da sottolineare uno dei pochi momenti di evasione, che arriva nel pre finale con il ballo di gruppo itinerante per le vie di Roma, una fissa, quella del balletto, già presente in "Aprile" e che qui ha un sapore quasi felliniano.

Jumpy  @  15/07/2022 17:42:19
   6½ / 10
Non mi è sembrato chissà cosa, certo, gli attori se la cavano tutti piuttosto bene (riesce a recitare persino Scamarcio), si lascia seguire, nonostante una certa lentezza, non ci sono grandi slanci, non grandi colpi di scena, e alla fine si pensa... e allora? Insomma anche a me è sembrato qualcosa fine a se stesso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/03/2022 10:05:39
   6 / 10
Dopo anni di attesa torna Nanni Moretti a dirigere un film sicuramente meno "personale" di "Mia madre" e anche inferiore.
Tre storie comuni all'interno di una palazzina con protagonisti che si sfiorano per tutta la durata fino ad arrivare a prendere una decisione comune.

Le storie sono scritte abbastanza bene e il film risulta avvincente ma alla fine resta tutto come se fosse una storia da raccontare e basta, finisce li, non ci sono sussulti ne' scene particolari da ricordare.

Insomma un film valido ma da cui c'era da attendersi qualcosa di meglio.

Wilding  @  25/02/2022 11:04:37
   7½ / 10
Mi è piaciuto molto questo film, per me forse il migliore tra le opere di Moretti che solitamente non apprezzo. Mi ha riportato alla mente Almodovar e Allen, autori che invece apprezzo moltissimo. Sarà un Moretti diverso, spiazzante per molti, ma storia, sceneggiatura, interpreti e regia, fotografia... sono tutti di gran pregio, eleganza e profondità dei temi, cura nei particolari, incorniciano un film che si lascia guardare con attenzione e piacere. Davvero bello.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  10/02/2022 21:08:18
   6½ / 10
L'ultimo di Moretti non mi ha convinta.
Privo di ironia, molto dramma e poca vis.
Buon cast e storia discreta, ma nulla di imperdibile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  26/01/2022 13:08:54
   6½ / 10
Un Moretti diverso dal solito , anzitutto perchè non si avvale di una suo sceneggiatura originale , poi perchè perde di forza , potenza e anche di quella particolare e fulminante ironia che lo contraddistinsero in passato .
Ne esce un prodotto flebile e distaccato quasi come appunto gli abitanti di diversi piani di un condominio che interagiscono ma comunque mantengono distanze sociali e personali sino a l'intrecciarsi naturale degli eventi .
ben fatto niente da dire ma privo di nervo e spina dorsale .
Mezzo voto in più perchè il cast è oltremodo di livello assoluto

Mauro@Lanari  @  11/01/2022 00:06:07
   4½ / 10
Nel libro di Nevo i tre piani fanno riferimento alle tre istanze della psiche, Es, Io e Super-io, mentre Moretti li fa girare attorno alla propria morte: il suo famigerato egocentrismo si scolla dalla sua altrettanto nota passione per la psicoanalisi. Foss'anche per meri motivi autobiografici, Nanni è sempre più interessato ad affrontare tale tema: la morte della madre, la morte d'un figlio, la morte della moglie e stavolta la sua. È solo una delle storie trattate nei tre atti di tesi, antitesi e sintesi, ma è quella più sentita se non altro poiché apr'e chiude il film. Che cosa succederà quando non ci saremo più, non al mondo che magari se n'infischia, bensì alle persone care, le più vicine, i nostri familiari? Forse potrebbero trovare un nuovo equilibrio persino migliore. Il mondo può far'a meno di noi, può addirittura diventare più semplice, facile, vivibile. Ammesso e non concesso che l'intenzioni fossero buone, come fa dire a Margherita Buy, i risultati sono però una catastrofe, come dice il figlio. La palazzina romana (Rione XXII Prati, via Montanelli) è un covo di borghes'in disfacimento dove Nanni e il suo cinema si sono sempre più impantanati, e dal 2001 la Croisette cannesiana ha distrutto il suo stile registico trasformandolo in un epigono superfluo del cinema francese, Rohmer e dintorni. Un onirico visionario tramutato in letterario che del fellinismo conserva l'unica scena del tango/milonga per strada.

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Ultima risposta 23/01/2022 05.49.54
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/10/2021 10:24:20
   6½ / 10
Un evento iniziale che diventa la concatenazione di più eventi che come un domino modificano in profondità l'equilibrio esistente. L'apparente tranquillità fa emergere paure profonde e paranoie che coivolgono gli inquilini di questo mini condominio. In molti personaggi maschili specie quello di Lucio (Scamarcio) e Vittorio (lo stesso Moretti) è presente una certa rigidità nell'atteggiamento. Una paranoia che diventa ossessione il primo, L'inflessibilità del secondo, incapace di relazionarsi con il figlio e costringendo la moglie a tagliare completamente i ponti con il figlio. Le done sono più sfaccettate, rielaborano in maniera meno traumatica i cambiamenti proprio a cominciare dal personaggio della Buy capace di perdonarsi per aver sacrificato l'amore per il figlio alla sicurezza della vita di coppia, mentre Monica prende la via della fuga per sfuggire alla solitudine ed alla depressione, per non dire follia. Costretta a crescere i figli praticamente da sola per via del marito quasi sempre assente per lavoro. Un film dal rigore molto ben definito, immerso in un contesto romano pressochè anonimo, quasi metafisico. Forse è anche lo spazio mentale dello stesso regista, in cui i caratteri principali dei suoi personaggi riecheggiano in certe caratteristiche il suo cinema passato. E' un Moretti più serio, privo di quell'ironia che lo contraddistingue come La stanza del figlio. Un Moretti sicuramente più maturo, ma forse un po' spersonalizzato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/10/2021 23:49:28
   7 / 10
No non mi trovo d'accordo sulle stroncature, non sarà il miglior Moretti ma è pur sempre un film di tutto rispetto. Se non sbaglio poi i Critici sono gli stessi che esaltavano i Dardenne salvo rickredersi dal giorno alla notte, a seconda dell'umore. Sulla carta, "Tre piani" è un bellissimo film, ne ricorda molti altri ("Sotto la sabbia" di Ozon per i dialoghi al "fantasma" della Buy, "L'eleganza del riccio" e, di nuovo, quel film con la Rampling premiata a Venezia) ed è quel tipo di script che mi attira tantissimo, come quel magnifico film di Jill Sprecher di qualche lustro fa. Eppure a modo suo delude: troppo affettato nel risultato (davvero "telefonato" il creditore vicino di casa durante un Black out, senza contare l'esagerata rappresaglia da anni 70" dell'estrema destra), troppo stilizzato nei personaggi (il fratello Dionisi, un attore che ha sempre dato ottime prove), ma non così "vecchio", convenzionale e freddo come dicono i critici. Sarò di parte, ma io dico che le emozioni si provano, e forse c'è ne sono troppe. Mi sarò sentito vulnerabile ma se dovessi giudicare il film dal lato emotivo sarebbe un 8. Artisticamente forse non aggiunge molto, il Lutto anche nella Vita (gli affetti che si separano ne so qualcosa io) citando la Buy una scena della Morante nel memorabile "La stanza del figlio". Poi saranno bozzetti manierismo ammiccamenti "solidali" con il suo pubblico (la gara di Tango per strada) eppure Moretti indica una sua Nuova Strada. Per molti si è fermato, credo sia tutto soggettivo. A modo suo brilla di sincerità

mrmassori  @  04/10/2021 11:35:16
   5 / 10
il solito pretenzioso nanni moretti, un piatto calderone dello spaccato della media borghesia miscelato a finto intelletualismo di facciatta. Da evitare.

Fidelio89  @  30/09/2021 14:56:01
   8 / 10
Il nuovo film di Nanni Moretti non è piaciuto a nessuno, tranne che a me. Il che mi fa capire, ancora una volta, di quanto io sia fuori dal mondo (da questo mondo, perlomeno). Distrutto sostanzialmente da tutti, salvo rare eccezioni, persino dai critici francesi che da sempre lodano la sua opera. Questo film è destabilizzante, estremo, un oggetto stranissimo, non-cinema allo stato puro, molto distante da ciò che è stato il suo cinema lungo quarantacinque anni di attività, seppure con delle assonanze nemmeno troppo sottolineate agli antichi suoi vezzi. Con questo film è come se Nanni Moretti celebrasse il funerale al suo cinema, quindi anche a sé stesso. Un gesto estremo, che in più hanno interpretato come autolesionismo deteriore. Può esistere un autolesionismo non deteriore? Per me sì e si chiama "Tre piani".

Non so se tutte le critiche negative che gli stanno arrivando addosso siano "scempiaggini", d'altra parte non faccio troppa fatica a comprendere le ragioni che hanno spinto la pressoché totalità dei morettiani (gente pure un po' infantile nella sua seriosità, diciamocelo) a disconoscere il loro beniamino che li ha traditi. Sì, confermo, questo film è un tradimento, ai suoi fan, alla critica, agli spettatori, ma soprattutto è interessante perché è un tradimento al Cinema. Restano da capire i motivi che hanno spinto la maggioranza delle persone a detestarlo, che poi sono gli stessi che invece me lo fanno amare. Forse un po' li ho capiti. Intanto mai avrei pensato di poter vedere una scena di sesso in un film del pudico Moretti, per di più girata in questo modo (non dico come). Mai avrei pensato di poter vedere in un suo film una scena con

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Mai avrei pensato di sentire Gigi D'Agostino nella colonna sonora di un suo film.

L'operazione di sottrazione, devitalizzazione di ogni scena è totale e devastante. Questo film non ha nulla a che vedere con ciò che è il cinema e soprattutto con il cinema degli ultimi vent'anni. Più che ad Haneke e Almodovar, diversamente da come s'è scritto a sproposito, "Tre piani" guarda ai melodrammi strappalacrime dei dimenticati Mario Bonnard e Raffaele Matarazzo, con la differenza sostanziale che il film è stato girato dalla mano di Nanni Moretti! Se fosse stato realizzato negli anni '40, al posto di Scamarcio ci sarebbe stato Amedeo Nazzari. "Tre piani" è un atto inattuale, l'antitesi della modernità e della postmodernità: non esistono televisori, gli smartphone vengono usati solo per telefonare, le adolescenti piacenti hanno il pelo pubico e

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, i bambini giocano ancora con le matite colorate e le segreterie telefoniche sono ancora attive. Ad un certo punto appaiono persino due vetuste valigie classiche (proprio così, non sto parlando dei trolley!)

I detrattori contestano a Moretti l'incapacità di leggere la realtà. Ma costoro non capiscono (non vogliono capire) che a Moretti la "nostra" realtà non interessa, non la vuole vedere, e nel film precedente a questo ("Mia madre") affida queste parole a Margherita Buy (non è un caso che "Mia madre" e "Tre piani" si concludano con un primo piano della Buy quasi simile, con la sola differenza interno/esterno). In diverse recensioni ci si chiede se la recitazione compassata, anedonica e indolente di tutti gli attori sia una scelta voluta o frutto di imperizia tecnica. Rispondo io, perentoriamente: la prima.

Un altro elemento da segnalare, è l'uso quasi sperimentale del montaggio, nonché l'adozione di diverse dissolvenze in nero che rendono l'insieme ancora più straniante, ancora di più se pensiamo che il mood "film televisivo di Rai 1" è costantemente presente. Roy Menarini, a tal proposito, pur non avendo apprezzato pienamente il film, è l'unico tra i commentatori che abbia saputo identificare questa doppia anima: da una parte il cinema italiano normalizzato e addomesticato di stampo televisivo degli ultimi vent'anni, dall'altra un uso tra lo strano e lo straniante di un linguaggio quasi criptico, quasi sospeso in una bolla, che in più punti a me ha ricordato lo stile di un altro regista, non a caso molto criticato ma che a me piace moltissimo: Paolo Franchi.

Questo film non piace per una ragione molto semplice: intestardendosi su una strada (la sua è solo "la sua strada") antinaturalistica, finisce per scontentare sia i fan di Moretti, completamente privati per la prima volta della sua riconoscibilissima ironia, sia lo spettatore comune, abituato a ritmi veloci, architrame standardizzate con "approfondimenti psicologici" magari ben fatti (specie nelle serie televisive), con tutti i pesi e i contrappesi piazzati al posto giusto, ma che in fondo hanno una sola funzione: intrattenere gli anziani (o i giovani, nel caso delle serie TV).

Sono serio, ho trovato tutto questo scioccante. Secondo me solo tra molti anni capiremo se "Tre piani" sia stato l'unico passo falso della carriera di Moretti o se il suo peso rivestirà una funzione fondamentale nell'economia della sua opera. Per il momento mi fermo qui. Questo film, non essendo Cinema, merita tutto il mio rispetto.

suzuki71  @  29/09/2021 21:26:13
   5 / 10
Un innocuo, zuccheroso pluri-interno iper-borghese che scivola addosso e va via che più algido non si potrebbe. Smuove di più il fragore del tram.

minut  @  26/09/2021 23:08:36
   8 / 10
...è proprio così, semmai vi fossero dubbi, sono sempre le donne che con la loro forza e determinazione riescono a sostenere quelle che sono le debolezze e gli stati di crisi degli uomini che spesso caratterizzano e marchiano indelebilmente la famiglia, all'interno della quale chi ne fa le spese sono quasi sempre i figli.
Tutto questo nel film è senza dubbio assai presente attraverso i conflitti e i drammi che coinvolgono tre famiglie, in ognuna delle quali è sempre l'uomo che che recitano nelle parti dei figli.esprime ed esalta in maniera negativa verso i figli, ora le proprie eccessive aspettative, ora le paure schizzofreniche ed esasperate.
Nanni Moretti come regista confeziona un lavoro pregevole, mentre come interprete pur comparendo poco lascia il segno che è un pugno nello stomaco.
Brava la Rohrwacher, ancora di più Scamarcio che cresce artisticamente.
Una citazione anche per i giovani esordienti che recitano nelle parti dei figli.

3 risposte al commento
Ultima risposta 03/10/2021 20.18.01
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