uomo bianco, va' col tuo dio! (1971)

Storia piuttosto fantasiosa, tra verità e leggenda, ma capace di coinvolgere pienamente lo spettatore, raccontata con una certa forza e con delle considerazioni piuttosto evidenti sul tema natura, indole umana, forza vitale, vendetta e perdono.
Bauona la regia, così come la prova del cast, con un Richard Harris sugli scudi.

La natura è uno sfondo importante per questo film che rappresenta uno dei western più atipici del periodo. E' una natura che segue il percorso di sopravvivenza di uomo, pervaso da sentimenti di vendetta nei confronti di chi lo ha abbandonato. Attraverso la natura stessa l'uomo si immergerà totalmente per nutrirsi e sfamarsi lasciando correre i suoi propositi iniziali, predatori, al pari dei propri compagni. Una riscoperta di se stesso attraverso valori morali che sembravano ormai perduti. Ottima l'interpretazione di Harris, ched per buona metà del film cammina praticamente a quattro zampe, niente male anche Huston, una sorta di Achab in mezzo alla foresta.

Paradossalmente dopo un uomo chiamato cavallo Harris decide di partecipare ad un altro Western, ma completamente diverso. Qui è un uomo disilluso,duro, ma onesto, che stà semplicemente sfuggendo alla sua vita passata

SPOILER
Probabilmente Harris decide di essere un protagonista, non del tutto "positivo", ma la sua presunta morte per opera di un orso e il fatto che quelli che considerava suoi compagni se non amici lo abbandonino ai rigori della stagione in balia della natura, lo porta a cercare a tutti i costi a sopravvivere. Anche se in definitiva è il desiderio

SPOILER
Molto ben congegniata la sua lotta per la sopravvivenza, contro lupi, contro l freddo e la solitudine, mentre insegue gli uomini che lo hanno abbandonato.
Alla fine il confronto finale sarà diverso da quello che lo spettatore si aspetta, perchè l'aver ritrovato la vita,

SPOILER
"quei selvaggi sono meglio di voi."

Piu' avventura che western in questo film che narra della lotta per la sopravvivenza di un uomo abbandonato dai suoi compagni dopo essere stato attaccato da un orso.
Sicuramente piu' avvincente ed emotiva la prima parte quando Harris è poco piu' di un pezzo di carne senza gambe...
Meno interessante quando iniziano i propositi di vendetta verso un uomo (Huston) che in realta' non è cosi malvagio come viene dipinto.
Si riprende con un finale riuscito.

Questo film si dice ispirato vagamente ad una storia vera, ma in realtà, a parte i nomi cambiati, quel che si vede è quasi scena per scena quel che accadde nella realtà (anche se incredibilmente una volta tanto la finzione è stata ammorbidita!) C'è più di un momento molto intenso, ma la maggior parte del film è di una noia terribile. Deldudente infine che le bellissime riprese del paesaggio del "Montana" siano state fatte tutte in Spagna...

Un western insolito che fa propria la lezione di "Robinson Crusoe" anticipando molti film che verranno.
Sorprendentemente efficace dal punto di vista spettacolare nonostante la sostanziale assenza dei luoghi comuni di un genere che ha sempre fatto fatica a rinnovarsi, misurato nell'alternare momenti duri ad altri più malinconici, con una resa della natura selvaggia come madre 'maligna-benigna' che avrebbe riempito d'orgoglio Leopardi. Splendido finale.
Sarafian era un degnissimo esperto del settore che avrebbe meritato maggior considerazione. Strepitosa prova animalesca di Richard Harris e mitica la presenza di Huston, imperterrito capitano che si trascina un arca tra le aride lande canadesi.