Carlo Verdone vive un momento di svolta nella sua vita: è diventato nonno e, metabolizzata la delusione per il fallimento del film Maria F., è deciso a ritirarsi dal cinema. Ma gli arriva un'offerta inattesa: la direzione artistica del Festival di Sanremo.
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Carlo Verdone è un po' come quei vecchi amici che rivedi sempre volentieri a fare quattro chiacchiere davanti ad un bicchiere. Magari si parla sempre delle stesse cose, però ti godi il momento di vedere ogni tanto una persona a cui tieni. Per me Verdone è un po' così, ci sono cresciuto ho riso a crepapelle con i suoi personaggi e le sue divertenti paranoie, sempre smussate da quella vena malinconica, fra l'altro presente nel finale di stagione. Questa stagione non aggiunge nulla di particolare, forse la Stockholma è l'unica vera novità, cui Verdone riesce a valorizzare perché di tutto si può dire tranne che Verdone non sappia scegliere e valorizzare i propri attori. Ci sono sottotrame poco sviluppate, altre un po' ridondanti soprattutto nell'ambito familiare, ma tutto sommato la stagione si lascia vedere.