hellboy 2: the golden army (2008)

Ormai libero di dare sfogo come meglio crede, libero dai vincoli imposti dalle major hollywoodiane alla sua creatività, Guillermo Del Toro corregge il tiro rispetto al primo pessimo episodio e dà vita ad un film che più che un sequel è una favola che ha vita propria.
Intendiamoci, la trama è semplice semplice e la sceneggiatura presenta alcune pecche piuttosto vistose, ma il talento visivo del regista messicano è talmente possente da meritare un voto in più: pochissimo digitale, che va ad interagire mirabilmente con i chili e chili di lattice utilizzati per dar vita alle creature più improbabili, rese credibili grazie al caro, vecchio make up e ad attori superlativi (Il mimo Doug Jones interpreta ben tre personaggi).
Massimo esempio di questa mirabile interazione è la scena del mercato dei troll, che entrerà di diritto nell'immaginario fantastico, mentre quella dell'Elementale delle Foreste, realizzato in digitale ma con un'anima "vecchia scuola", non invadente ma funzionale, è una scena pregna di un lirismo che Burton non ha mai raggiunto.
Insomma, pur non essendo un capolavoro questo secondo capitolo di Helboy va salutato con ardore perchè conferma l'affermarsi di uno dei registi di maggior talento degli ultimi anni, un artigiano del cinema che si ripropone di lavorare all'antica per far fiorire il genere fantastico come merita.