Capelli biondo platino, fatale, bellissima, occhi chiari e corpo superbamente modellato, Lana Turner, una delle dive più provocanti della Hollywood del glamour, è stata, nella sua lunga carriera, una perfetta interprete del melodramma più eccessivo e, al tempo stesso, genuinamente capace di incarnare personaggi di donne passionali e volitive, donne peccatrici e poi redente ma, in ogni caso, sempre donne col cuore gonfio di passioni.
Pensare a lei significa pensare a piscine azzurre, a cocktail sempre pronti, al visone sulla pelle, alle corse in spyder sulle strade della California con il vento tra i capelli, agli abbracci di atletici amanti perennemente abbronzati.
Splendita nei golfini di cachemir, che i capi della MGM le imponevano di una misura più piccola, perchè modellassero perfettamente e mettessero maggiormente in risalto il suo splendido seno, Lana Turner era dotata di una bellezza provocante e sofisticata, che la fece diventare, tra il 1940 e il 1960, la regina incontrastata del cinema della vecchia Hollywood.
Nata come Julia Turner a Wallace nell'Idaho l'8 febbraio 1920, Lana era figlia di Mildred e John Virgil Turner.
Famiglia turbolenta la sua: i suoi genitori si divisero prima che lei cominciasse ad andare a scuola, poi il padre, che era minatore e accanito giocatore d'azzardo, una sera del 1930 a S. Francisco, mentre tornava a casa dopo aver vinto una grossa somma alle carte, fu rapinato ed ucciso.
Iniziò, allora, un periodo molto duro, per Lana e sua madre, che improvvisamente si ritrovarono sul lastrico, fino a quando la ragazza non venne casualmente scoperta da un talent scout.
Aveva allora quattordici anni, era già bellissima, e una mattina che aveva marinato la scuola, mentre sorseggiava un frappè alla fragola in un bar nei pressi di Hollywood, fu notata da un fotografo di 'Hollywood Reporter', che la presentò al regista Mervyn LeRoy, il quale subito le cambiò il nome in Lana, ritenendo il suo, Julia, un po' troppo comune.
Il suo primo agente, a quindici anni, fu Zeppo Marx, uno dei fratelli della celebre coppia di comici, che la convinse a mentire sulla sua data di nascita, per non essere scartata in quanto minorenne, consentendole così di firmare il suo primo contratto con la MGM, per la somma di 50 dollari la settimana, che ben presto salirono a 250 e poi, nel 1941, a 1500.
Nel 1937, dopo aver fatto un'anonima comparsata nel celebre film di William A. Wellman "E' NATA UNA STELLA", con Janet Gaynor e Fredric March, le venne assegnato un piccolo ruolo nel film "VENDETTA", dove viene notata per il suo primo golfino attillato indossato nella scena in cui viene assassinata: da quel momento verrà ricordata da tutti, e per molto tempo, come 'la ragazza del maglione'.
Del 1937 è pure "L'ULTIMA BEFFA DI DON GIOVANNI", di James Whale, mentre dell'anno successivo sono "RICH MAN, POOR GIRL", e "THE CHASER".
Sempre nel 1938 gira "LE AVVENTURE DI MARCO POLO", conosciuto in Italia con il titolo "Uno scozzese alla corte di Gengis Khan", (scozzese perchè il fascismo riteneva irriverente il film nei confronti del grande esploratore nazionale), dove le vengono rasate le sopracciglie e tracciate con una matita; sopracciglie che non le ricrebbero mai più, costringendola a usare dei posticci o a disegnarle con la matita.
Segue "L'AMORE TROVA ANDY HARDY", film basato sul personaggio di Andy Hardy, tipico ragazzone americano, tutto donne e motori, e palestra di due future dive come Judy Garland e la stessa Lana Turner, che interpretano i ruoli di due ingenue compagne di scuola di Andy.
E' la volta poi di "PASSIONE ARDENTE", di Robert Sinclair (1938), e "LA DIFFICILE PROVA DEL DR. KILDARE", di Harold S. Bucquet, in cui è la sorella di un gangster, al cui fascino non sa resistere il giovane medico, nato dalla fantasia dello scrittore Max Brond, a cui la cinematografia hollywoodiana dedicò una decina di pellicole.
Del 1941 sono: "SORVEGLIATO SPECIALE", di Mervyn LeRoy, in cui è la figlia di un procuratore distrettuale innamorata di Robert Taylor, un ex detenuto che continua a battere la cattiva strada; "SE MI VUOI SPOSAMI", di Jack Conway, in cui, stavolta, è una brava ragazza innamorata di un baro impenitente, interpretato da un affascinanate CLARK GABLE; "IL DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE", di Victor Fleming, remake del celebre film di Rouben Mamoulian del '32, in cui lavora accanto a Spencer Tracy e INGRID BERGMAN, interpretando, stranamente, il ruolo dell'ingenua fidanzata, Beatrix Emery, del dottore inglese che, compiendo ogni sorta di nefandezze, si trasforma nel mostruoso Mr. Hyde, mentre il ruolo della prostituta, Ivy, è affidato alla pudica Bergman; e "LE FANCIULLE DELLE FOLLIE", di Robert Z. Leonard, fantasmagorico e sfarzoso musical della MGM, in cui è una delle tre ragazze (le altre due sono Judy Garland e Hedy Lamar), scritturate come ballerine per le Ziegfeld Follies, di cui si raccontano amori, e avventure.
Il ritmo di lavoro si fa sempre più intenso e tra il 1942 e il 1945 interpreta "INCONTRO A BATAAN"; "LA FORTUNA E' BIONDA"; "MADEMOISELLE DU BARRY"; "IL MATRIMONIO E' UN AFFARE PRIVATO" e "DINAMITE BIONDA", modesto lavoro di propaganda patriottica, a cui segue, però, il notevole melodramma noir "IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE", di Tay Garnett, terza versione cinematografica (la prima di Hollywood, dopo "La dernier tournant" di Pierre Chenal e "Ossessione" di Luchino Visconti), dell'omonimo romanzo di James Cain, che ha in Lana Turner un'interprete perfetta, dall'erotismo sapientemente inespresso, a motivo della censura che la MGM si era autoimposta con il codice Hays, ma non per questo meno efficace.
Nel ruolo della moglie adultera e assassina che irretisce con il suo perfido fascino il garzone del bar per fargli uccidere il marito, l'attrice offre un saggio notevole delle sue doti recitative (da antologia la sequenza della sua entrata in scena con l'asciugamano in testa a mo' di turbante), rivelando un autentico, e non banale, temperamento drammatico.
Dopo il successo del film, Lana Turner diventa una delle dieci attrici più pagate di Hollywood, e gira "IL GIUDICE TIMBERLANE", di Gerge Sidney; "IL DELFINO VERDE", di Victor Saville, dove contende Van Hefflin alla sorella, nella Nuova Zelanda dell'800; "LA LUNGA ATTESA", di Mervyn LeRoy.
Poi è una notevole e malvagia Milady De Winter in "I TRE MOSCHETTIERI", ancora di George Sidney, una delle versioni cinematografiche più riuscite del romanzo di Dumas, in cui tutto, dalle scene ai costumi, al colore, alla scenografia, sottolinea ed esalta lo spirito avventuroso e la mitologia eroica del libro.
Nel 1950 è Lily Brannel Jones in "L'INDOSSATRICE" di Gerge Cukor, un melodramma in cui si anticipa, con notevole senso di predizione, il mondo dorato e crudele della moda e delle top model.
Del 1952 sono "IL BRUTO E LA BELLA", di Vincent Minnelli, che, probabilmente, resta il suo miglior titolo, dove si racconta, con esplito realismo, come si costruisce una diva, nel cinico mondo del cinema; e "LA VEDOVA ALLEGRA", di Curtis Bernhard, accanto a Fernando Lamas, terza trasposizione cinematografica (dopo quella di von Stroheim e Lubitsch) tratta dalla famosa operetta di Lehar.
Mervyn LeRoy la dirige ancora nel 1953 in "AMANTI LATINI", ancora accanto a Fernando Lamas, diventato nel frattempo uno dei suoi molti amanti, accusato poi, nell'autobiografia dell'attrice, di aver molestato la figlia, Cheryl.
In "CONTROSPIONAGGIO" ('54), un film bellico di Gottfried Reinhard, quarto e ultimo film girato in coppia con CLARK GABLE, si dà allo spionaggio contro i nazisti nel corso della seconda guerra mondiale; poi torna al melodramma con "LA FIAMMA E LA CARNE", ancora del 1954, di Richard Brooks, nel ruolo di donna scaltra e calcolatrice che, nell'Italia del dopoguerra vive un'appassionata storia d'amore con un cantante, incurante del dolore della fidanzata di questi.
Altro melodramma, ma di ambientazione bellica, è "GLI AMANTI DEI CINQUE MARI", di John Farrow, che la vede nei panni della donna amata da due comandanti nemici, uno tedesco e l'altro inglese, che si combattono ma si ammirano vicendevolmente, sullo sfondo della seconda guerra mondiale.
Enorme successo la Turner lo riscosse nel 1955, con il ruolo della 'femme fatale' redenta, nell'esotico "LE PIOGGE DI RANCHIPUR", di Jean Negulesco, accanto a Richard Burton, e anche con "IL FIGLIUOL PRODIGO", di Richard Thorpe, con Edmond Purdom, mitologico kolossal che racconta la storia della ribellione ebraica contro il tirannico sacerdote Nahreeb, guidata dall'ebreo Micah, che così si riscatta dall'amore mercenario per la pagana Samarra, sacerdotessa della dea Astarte.
Il successo diventa clamoroso nel 1957 quando gira il melodramma "I PECCATORI DI PEYTON", di Mark Robson, scandalosa trasposizione dell'altrettanto scandaloso (per l'epoca) romanzo di Grace Metalious, nel quale interpreta la figura della madre, sessuofobica e repressiva, di provincia, che si oppone con forza all'amore della figlia per il figlio del suo amante.
Un altro grosso melodramma è "ESTASI D'AMORE - OPERAZIONE LOVE" ('58), di Lewis Allen, in cui interpreta il ruolo di una donna in crisi per la perdita del fidanzato durante la seconda guerra mondiale.
Il 1958 è anche l'anno in cui la sua vita privata fu attraversata dallo scandalo più clamoroso della storia del cinema, quando, il 4 aprile la figlia Cheryl, allora quindicenne, esasperata per i continui maltrattamenti a cui sottoponeva la madre, uccise, con un coltello da cucina, al culmine di una lite, l'amante di lei, il malavitoso Johnny Stomponato, braccio destro del gangster Bugsy Siegel. Considerata la giovane età il tribunale assolse la ragazza, che non perdonò mai nè la madre nè l'ambiente che le girava intorno.
Nella seconda parte della sua carriera, dopo il grave episodio che incise profondamente sulla sua vita, comincia il lento declino di una donna e di un'attrice che era stata molto amata e che si era fatta ammirare per il suo naturale glamour; passando dai ruoli di donna peccatrice a quelli di madre redenta, come nel fiammeggiante melò "LO SPECCHIO DELLA VITA", di Douglas Sirk, sul difficile rapporto tra Lora, un'attrice teatrale vedova, e la sua governante di colore con le rispettive figlie. L'attrice riuscirà, in parte, a ristabilire il dialogo, la governante, no.
Ancora ruoli melodrammatici nel giallo "RITRATTO IN NERO" di Michael Gordon e in "OSSESSIONE AMOROSA" di John Sturges; poi è la volta di una delle tipiche commedie di fine carriera, "UNO SCAPOLO IN PARADISO", di Jack Arnold, in cui il paradiso femminile, per uno scrittore che deve scrivere un libro sulla donna, si rivela peggio dell'inferno.
Ma la grande classe di Lana Turner si fa ancora valere quando interpreta il mélo "MADAME X", di David Lowell Rich, in cui impersona la moglie di un importante uomo politico che, in assenza di questi, cede alla corte di un giovane spasimante, ma quando vuole rompere il rapporto, il giovane muore e lei viene scacciata dalla famiglia del marito.
Non aggiunge nulla, invece, il non eccelso mélo "GEOMETRIA DI UN DELITTO", così come non aggiungono nulla alla sua carriera l'horror thriller "LA STRANA SIGNORA DELLA GRANDE CASA" e il melodrammatico "AMORE DOLCE AMORE" del 1974.
Negli anni successivi, l'attrice si dedicò soprattutto al teatro, non disdegnando qualche apparizione in telesione, fino al 29 giugno del 1995 quando, la donna che aveva fatto sognare milioni di uomini si spense a causa di un terribile cancro alla gola.
Il suo corpo fu cremato e le ceneri consegnate alla figlia.
La vita sentimentale di Lana Turner fu attraversata da molti uomini: sette mariti e tantissimi amanti.
Il primo maritrimonio con il musicista jazz Artie Show, sposato con una stravagante cerimonia in pigiama, davanti al giudice di pace di Las Vegas, durò solo sette mesi, dal 13 febbraio al 12 settembre 1940, ma già dopo tre giorni iniziarono i litigi; il secondo, con Stephen Crane, poco più di un anno, dal '42 al '43, ma fu allietato dalla nascita della figlia Cheryl, la quale, appena nata, subì una totale trsfusione di sangue a causa di una incompatibilità sanguigna con la madre che, per questa ragione non potè avere più figli.
Gli altri mariti furono il milionario Henry J. Bob 'Topping' Jr., dal '48 al '52; Lex Barker, il popolare Tarzan dello schermo, dal '53 al '57, il quale, secondo la biografia dell'attrice, sedusse la figlia Cheryl; l'allevatore Fred May, '60 - '62; l'uomo d'affari Robert Eaton, '65 - '69 e, infine l'illusionista Ronald Dante, '69 - '72.
Tra i molti 'amici' si annoverano Greg Bautzer, Tyron Power, che forse fu l'unico uomo che lei amò veramente, Robert Taylor, Frank Sinatra, CARY GRANT, Howard Hughes, Victor Mature, Fernando Lamas, che non disdegno, come già detto, di importunare Cheryl.
I suoi molti matrimoni e le altrettante numerose relazioni pare siano stati conditi dalla violenza, e non era raro vederla con un occhio nero o ricoverata in ospedale per qualche lieve ferita.
Dopo l'uccisione di Stomponato, l'episodio che più di tutti contribuì a gettarla nella disperazione fu la pubblicazione delle lettere che lei aveva scritto al gangster. Era la prima volta che si violava brutalmente l'intimità di una donna che, per questo, venne bollata come madre snaturata e di facili costumi, criticata dalla chiesa, dai psicologi e dalla gente comune.
Seguirono due autobiografie: la sua, 'Lana, the Lady, the Legend, the Truth', nella quale rivendica, con un po' di ironia, i suoi drammi privati; e quella della figlia, 'Detour, a Hollywood story', che offre la sua versione dei fatti che la videro involontaria protagonista, e che determinarono la sua avversione per gli uomini e la sua libera scelta di vivere, da allora, con un'amica.
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Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 11/11/2005
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