Inglese di modeste origini, seppe inventarsi dal nulla il personaggio di seduttore elegante e raffinato, e seppe costruirsi, con caparbia tenacia, un registro recitativo sobrio ed accurato.
Capace di passare con estrema disinvoltura dai ruoli brillanti a quelli drammatici, è stato, assieme a JAMES STEWART, il più hitchcockiano degli attori.
Amato fuori e dentro il set come uomo e come divo, è entrato nella leggenda grazie alla sua voce calda e sensuale, al suo fascino spumegiante e al suo stile impeccabile, pervaso sempre da una sottile ambiguità.
Del resto, la sua vita sentimentale, la sua carriera e la sua immagine sono sempe stati pervasi da ambiguità.
Seduttore romantico e raffinato, 'tombeur de femme', cosmopolita ed elegante uomo di mondo, ha diviso per anni la sua villa hollywoodiana con un altro bel giovanotto, il più rustico Randolph Scott.
Nato povero, a Bristol il 18 gennaio 1904, Archibald Alexander, era questo il suo nome completo, era figlio di Elias James Leach e di Elsie Kingdom.
Un giorno, a nove anni, tornando a casa da scuola si sente dire che la mamma non c'è perchè è andata al mare.
In realtà la pietosa bugia serve a nascondere una dolorosa realtà: era stata internata in una struttura per malattie mentali.
Al piccolo Archie non dissero mai la verità, e non rivedrà la madre se non dopo moltissimo tempo.
Privato dell'affetto materno, il giovane sviluppò un carattere ribelle e caparbio.
A quattordici anni abbandonò la scuola e si unì ad un gruppo di saltimbanchi girovaghi, falsificando la firma del padre per l'autorizzazione.
E' questa la sua scuola d'arte, ed anche l'occasione per apprendere i primi rudimente dell'arte recitativa.
Con la compagnia gira per l'Inghilterra sviluppando contemporaneamente buone capacità di funambolo e di acrobata; impara la pantomima, recita, canta, balla.
Nel 1920 viene scelto tra altri otto giovani e, con la compagnia di Bob Penders, parte alla volta degli Stati Uniti, per prendere parte allo spettacolo 'Good Times', a Broadway.
Le 456 repliche gli fanno ottenere un buon successo, grazie alla sua briosa e raffinata recitazione, al suo aspetto fisico aitante e decisamente accattivante.
Decide così di rimanere in America e, per mantenersi, si adatta a svolgere vari lavori, come quello di uomo sandwich sui marciapiedi di Coney Island a New York.
Dopo tre anni torna in Inghilterra ma vi rimane solo qualche mese, per tornare poi, definitivamente in America.
Nel 1930, dopo aver calcato i palcoscenici americani, cantando ballando e recitando, ottiene un contratto come caratterista con la casa di produzione Paramount, che gli impone di cambiare il suo nome, Archibald Leach, ritenuto poco elegante, con il più raffinato Cary Grant.
Il suo primo film del 1932 si intitola "THIS IS THE NIGHT" di Frank Tuttle; si tratta solo di una piccola particina di scarsa importanza, ma serve a farlo conoscere ed apprezzare dagli addetti ai lavori.
Nello stesso anno del debutto sono sono ben sette le pellicole alla quali prende parte, fra cui, "PECCATORI", di Alexander Hall; "IL DIAVOLO NELL'ABISSO" e "MADAME BUTTERFLY", di Marion Gering; e infine "VENERE BIONDA" che lo pone definitivamente in luce facendogli acquisire una certa notorietà.
Nel film di Josef von Sternberg, Grant è il ricco play boy che corteggia MARLENE DIETRICH, bellissima donna che torna a lavorare nei night club per poter pagare le cure mediche al marito, un chimico americano rimasto contaminato dalle radiazioni.
L'anno successivo lo troviamo accanto a Mae West, vamp cinica, fatale e 'scandalosa', in "LADY LOU", in cui Grant interpreta il ruolo dell'agente Cummings il quale, incaricato di sorvegliare i traffici non sempre cristallini della disinibita proprietaria del night club newyorkese, assume le mentite spoglie di un capitano dell'esercito della salvezza, ma il fascino della donna gli farà ben presto perdere la testa.
Clamorosa e ricca di allusioni erotiche la scena in cui Grant, mettendole le manette ai polsi le dice: 'Quanti uomini sarebbero stati più sicuri se le avesse portate già da tempo'; al che lei prontamente risponde: 'Ma... non saprei... non uso solo le mani, sa?'.
Conclusa la lavorazione del film di Sherman, la West lo rivuole accanto a sè in "I'M NO ANGEL", di Wesley Ruggles, in cui lei, regina circense di straordinaria bellezza, cerca in tutti i mezzi e con tutta l'arte della seduzione di conquistare il suo amore, e per farlo arriva persino a citarlo in tribunale. Inutile dire che Cary Grant le cadrà tra le braccia, mentre lei, sensuale, canta "I'M NO ANGEL".
Stupendamente erotici i costumi sfoggiati dalla West, e fortemente allusive alcune celebri battute:
- L'indovino: vedo un cambiamento
- Lei: un cambiamento di uomo?
- L'indovino: No, un cambiamento di stato
- Lei: Eretto o sdraiato
Ma bisogna aspettare il 1935 e l'intuito di George Cukor per vedere valorizzato il suo notevole talento di attore brillante, quando il regista gli affida la parte di protagonista, accanto a KATHARINE HEPBURN, nella commedia "IL DIAVOLO E' FEMMINA", storia di una ragazza in fuga col padre, ricercato dalla polizia. In Inghilterra, travestita da ragazzo, si unisce a una compagnia di attori girovaghi, poi, incontrato un giovane pittore se ne innamora e gli rivela la sua femminilità.
E' grazie a Cukor, quindi, che Grant riesce ad abbandonare lo stereotipo dei ruoli romantici e sentimentali, per evidenziare una verve più spumeggiante e giocosa, sempre a suo agio in qualsiasi situazione, autoironico e, per questo, capace anche di prendere amabilmente in giro il suo impeccabile e anglosassone amplomb.
Grande sintonia di intenti e un grande affetto si instaureranno, oltre che con Cukor, anche con Katherine Hepburn, con cui girerà, successivamente, diversi altri film e con cui condividerà lo stesso talento nel genere della commedia brillante.
Contemporaneo al film di Cukor è "L'AVVENTURA DI MR. BLISS", di Alfred Zeisler, girato nella natia Inghilterra, dove Grant, nel frattempo, era tornato, dopo la scandenza del contratto con la Paramount.
Il film, tratto dal romanzo di Phillips Oppenheim, è la storia del ricco e ozioso Ernest Bliss, il quale scommette che riuscirà a vivere per un anno senza ricorrere al suo patrimonio; costretto a lavorare, condividerà il triste grigiore dei compagni di lavoro, diverrà un uomo migliore, e perderà la scommessa per soli tre giorni; ma per un nobile intento: aiutare la sorella della donna che ama.
Tornato prontamente negli USA, dopo lo scarso successo del film, che però lo valorizza come attore, Cary Grant è protagonista della commedia giallo-rosa, "GRANDI OCCHI SCURI", di Raoul Walsh; e poi di "IL MIO AMORE CHE ERI TU", di George Fitzmaurice.
In "LA VIA DELL'IMPOSSIBILE", di Norman Z. McLeod, gustosa commedia del soprannaturale, l'attore impersona uno dei due fantasmi, che insegnano ad un loro ex amico a vivere e a godersi la vita.
Seguono, "AMANTI DI DOMANI", di Robert Riskin e "L'ORRIBILE VERITA'", di Leo Mc Carey.
Nel 1938 torna ad essere diretto da George Cukor e a recitare con Katherine Hepburn, nel capolavoro della commedia brillante "INCANTESIMO", nel ruolo del giovane Johnny Case, il quale, piantato in asso alla vigilia del matrimonio dalla superficiale fidanzata, figlia di un ricco banchiere, si consola dalla delusione con la più riflessiva e anticonformista sorella di lei.
Anche nella pellicola successiva, "SUSANNA", di Howard Hawks, la sua partner è Katherine Hepburn, mentre egli, stralunato paleontologo, si vede la vita sconvolta dall'incontro casuale con una ricca e bizzarra ereditiera e dal suo cucciolo di leopardo.
Invece in "AVVENTURIERI DELL'ARIA", di Howard Hawks ha come partner una giovane RITA HAYWORTH, e impersona uno dei piloti civili americani relegati in un aereoporto del Sudamerica per sperimentare un servizio postale, le cui vicende, ora liete ora tragiche, si intrecciano con quelle di un'avvenente attrice, la quale, appena arrivata, riesce a turbare le loro vite.
Uno dei più bei film d'avventura è "GUNGA DIN", di George Stevens, che Grant interpreta nel '39 nel difficile ruolo di uno dei sergenti dell'esercito britannico in India, che riescono a sfuggire a un'imboscata della setta dei Thugs grazie ad un giovane ed eroico portatore d'acqua.; mentre il successivo, "NON PUOI IMPERDIMI D'AMARE", di John Cromwell è un melodramma a forti tinte, con una Carol Lombard ai massimi livelli, e con Cary Grant che interpreta il ruolo di un uomo a cui la moglie impedisce, con ogni mezzo, di sciogliere il loro fallimentare matrimonio, per essere così libero di sposare la donna che ama.
Il 1940 è un anno ricco di soddisfazioni per Cary Grant, in quanto lavora a due dei più grossi successi della cinematografia hollywoodiana dell'epoca: "SCANDALO A PHILADELPHIA" e "LA SIGNORA DEL VENERDI'".
Nel primo, un classico della commedia sofisticata, diretto ancora da George Cukor, e interpretato in coppia con Katherine Hepburn, Grant interpreta il marito divorziato di una ereditiera, la quale, in procinto di risposarsi con un noioso uomo politico, viene convinta da un reporter a tornare dall'ex marito, ancora innamorato di lei.
Tratto da una piece di Philip Barry, scritta appositamente per la Hepburn, il film è un classico del genere, con dialoghi brillanti, ritmo spedito, schermaglie amorose, e, buon ultimo, la salvaguardia del matrimonio.br>
Ma ciò che rende veramente speciale il film è lo stile Cukor, elegante, discreto, ricco di risvolti sociali sottintesi ma estremamente critici verso il bel mondo della Filadelfia degli anni '30.
Nel secondo, invece, una delle classiche commedie di Howard Hawks, il quale, dopo aver saputo tirar fuori l'aspetto drammatico, riesce a sfruttare e mettere in risalto la verve comica dello stile recitativo di Cary Grant, che qui ritroviamo nei panni di un dispotico e sarcastico direttore di un grande giornale che, non intendendo rinunciare ad una delle sue più brillanti giornaliste, in procinto di lasciare il lavoro per convolare a nozze, riesce a mandare a monte il suo matrimonio e a farla innamorare di sè.
Il terzo film girato da Grant nel '40 è la commedia sentimental-maliziosa "LE MIE DUE MOGLI", di Garson Canin, nel ruolo di un uomo che, dopo aver passato sette anni in attesa della moglie scomparsa in seguito ad un naufragio, proprio mentre sta per risposarsi, se la vede tornare, apprendendo però che ha passato tutto il tempo su un'isola deserta in compagnia di un altro naufrago.
Nel 1941, Grant conosce Alfred Hitchcock che ne intuisce il lato inquietante della sua recitazione e lo inizia ad un genere mai esplorato finora, il thriller, facendone un personaggio capace di raccontare sullo schermo le sue emozioni e, forse, anche le inquietitudini, che lo hanno fatto diventare l'indiscusso 'maestro del brivido'.
Il primo lavoro del genere è "IL SOSPETTO", con Jean Fontaine (unica attrice ad aver vinto un Oscar con un film di Hitchcock). La storia narrata nel film, tratta dal romanzo 'Before the Fact' di A. B. Cox, è quella di un play boy nullafacente che sposa una giovane aristocratica inglese contro il volere dei genitori di lei. Ma dopo il matrimonio la donna comincia a covare il sospetto che il marito voglia sbarazzarsi di lei per intascarne l'assicurazione.
Di culto la scena in cui Grant sale la scala con un bicchiere di latte in mano, destinato alla moglie che potrebbe forse essere avvelenato; bicchiere messo in evidenza da una lampadina accesa, fatta inserire dal regista, al suo interno.
Contemporaneo è "HO SOGNATO UN ANGELO", un melò lacrimoso diretto da George Stevens, reso dignitoso dalla recitazione degli interpreti e dal mestiere del regista: 'uno di quei rari film che rendono simpatici i buoni sentimenti', secondo Coursodon-Tavernier.
Oltre a "IL SOSPETTO", Cary Grant gira, negli anni, altri tre grossi capolavori hitchcockiani, che costituiscono altrettante sfaccettature dal lato oscuro del suo personaggio.
Il primo di questi, più un film di spionaggio che un vero e proprio thriller, ma anche melodramma sentimentale, è il celebre "NOTORIUS - L'AMANTE PERDUTA", del 1946, in cui, a fianco di Ingrid Bergaman, impersona il ruolo di un agente segreto americano che convince la figlia di una spia nazista, innamorata di lui, a sposare uno dei capi dello spionaggio tedesco in Brasile, per poterlo meglio controllare.
Bellissime e imitatissime, ancora oggi, le struggenti scene d'amore tra la Bergman e Cary Grant, e geniali alcune trovate sceniche, stilisticamente perfette.
Il secondo è la commedia gialla, raffinata e ironica, "CACCIA AL LADRO", con GRACE KELLY, girato nel 1955 nel Principato di Monaco ( luogo che avrebbe cambiato per sempre il destino della diva), in cui Grant impersona l'ex ladro di gioielli John Robie, detto 'il gatto', il quale decide di collaborare con la polizia per scoprire l'autore di alcuni furti, avvenuti nelle camere di un lussuoso albergo di Montecarlo, attuati con la sua stessa tecnica. Conquisterà così il cuore di una miliardaria americana che all'inizio non credava alla sua innocenza.
Anche qui scene di culto a iosa, come quella, famosissima e dalla forte carica erotica, del bacio tra i due protagonisti sulla soglia della camera; o quella, anch'essa imitatissima, dei fuochi d'artificio nel cielo del Principato.
Il terzo e ultimo film della serie è "INTRIGO INTERNAZIONALE", del 1959, con Eva-Marie Saint.
Il film, di sicuro uno tra i migliori di Hitchcock di sempre, è la storia di un agente pubblicitario di Manhattan, il quale, scambiato per un personaggio inventato dal controspionaggio americano per ingannare le spie nemiche, accusato ingiustamente dell'omicidio di un diplomatico, si trova coinvolto in una serie di rapimenti, inseguimenti, attentati e disinfestazioni, trovando infine insperato aiuto in una bella doppiogiochista.
Passata alla storia la scena finale in cui i due interpreti si arrampicano sulle statue dei presidenti americani scolpiti sulle pareti del monte Rushmore; ma bellissima e piena di suspence anche quella, lunga sette minuti e senza dialoghi, che precede l'attacco a Grant, solo in mezzo a una prateria, da parte di un aereo; suspence resa ancora più palpabile proprio grazie alla mancanza di tutti quegli elementi (musiche, dialoghi, rumori di fondo) che di solito creano paura e angoscia.
I film di Hitchcock costituiscono per Cary Grant un successo così clamoroso e travolgente da ispirare lo scrittore Ian Fleming, che immaginò il volto dell'attore per il personaggio dell'agente 007.
Un altro straordinario successo per Grant è costituito dal ruolo sostenuto nel 1944, nella commedia nera "ARSENICO E VECCHI MERLETTI", di Frank Capra.
Tratto dal testo omonimo di Joseph Kesselring, il film è una delle migliori commedie di tutti i tempi e, sicuramente, la migliore performance della carriera artistica dell'attore di Bristol, che furoreggia scatenatissimo, al limite quasi dell'autoironia, nella parte di un critico teatrale che, recatosi a trovare le vecchie zie per presentare loro la fidanzata, scopre che le 'simpatiche e cordiali ziette' in realtà hanno ucciso una dozzina di vecchietti per 'liberarli dalla solitudine e dall'infelicità'.
Tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50 Cary Grant fu magnico interprete di altre due fortunate commedie di Howard Hawks, "ERO UNO SPOSO DI GUERRA" (durante la lavorazione del quale, approfittando di una pausa per curarsi un attacco di epatite, sposò Betsy Drake) e "IL MAGNIFICO SCHERZO".
Nel primo interpreta il ruolo di un ufficiale francese che si innamora di una pari grado americana, e la sposa dopo che hanno compiuto insieme una pericolosa missione, ma poi ne passa di tutti i colori quando decide di seguire la sposa in America.
Esilarante e superlativo nella scena in cui si traveste da ausiliaria americana per poter stare vicino alla moglie.
Altrettanto irresistibile lo è anche nel secondo, dove interpreta lo scienziato Barnaba Fulton che sperimenta, insieme alla moglie, gli effetti dell'elisir di lunga vita, creato accidentalmente dallo scimpanzè adibito a cavia in un laboratorio medico.
Nel film, una MARILYN MONROE alla prima prova, distibuisce baci a 'orario continuato' e mostra, con grazia ammiccante, le sue famose calze di nylon.
Nel 1957, diretto da Leo McCarey è protagonista dell'elegante dramma sentimentale "UN AMORE SPLENDITO".
Remake di "Un grande amore", dello stesso regista, e rifatto nel '94 come "Love Affaire", con WARREN BEATTY e ANNETTE BENING. il film è la storia d'amore fra un play boy e una cantante di night, che si innamorano durante una crociera. Entrambi non liberi e insicuri dei propri sentimenti, si danno appuntamento, sei mesi dopo, all'ultimo piano dell'Empire State Building, dove però lei non si presenta, lasciando insoluto il perchè.
Un altro regista con cui Grant si trova particolarmente in sintonia è Stanley Donen, con cui, tra il '58 e il '63, gira, "INDISCRETO", "L'ERBA DEL VICINO E' SEMPRE PIU' VERDE" e "SCIARADA".
In "INDISCRETO", una grossa commedia sentimentale, ritrova la sua partner ideale, INGRID BERGMAN, gia incontrata in "NOTORIUS - L'AMANTE PERDUTA", e riveste il ruolo di un brillante economista il quale, per paura del matrimonio, fa credere ad un'attrice innamorata di lui, di essere già sposato, pur ricambiando il suo amore; da qui tutta una serie di equivoci fino all'inevitabile lieto fine.
In "L'ERBA DEL VICINO E' SEMPRE PIU' VERDE", una brillante commedia che ironizza, con garbo, sui 'sangue blu', ha come partner Deborah Kerr, ROBERT MITCHUM e Jean Simmons, e interpreta un nobile inglese decaduto che apre il suo castello ai visitatori paganti. Fra questi, un giorno, capita un turista americano che si innamora di sua moglie, mentre egli non è insensibile alle grazie di una bella segretaria.
Infine in "SCIARADA", giallo-rosa di chiare derivazioni hitchcockiane, lavora con AUDREY HEPBURN interpretando un enigmatico gentiluomo inglese che aiuta una giovane vedova francese a recuperare una grossa somma di denaro, nascosta dal marito, appena assassinato, e alla quale stanno dando la caccia alcuni pericolosi malviventi.
Tra il '57 e il '58 Grant ha come partner SOPHIA LOREN in due grossi successi popolari; "ORGOGLIO E PASSIONE", di Stanley Kramer, kolossal storico, con grandiose scene di massa, nella Spagna invasa da Napoleone; e "UN MARITO PER CINZIA", di Melville Shavelson, un accattivante miscuglio di romanticismo e umorismo, che rese popolare la Loren, nella sua trasferta americana.
Da ricordare ancora le belle prove fornite nella brillante commedia "BACIALA PER ME", di Stanley Donen, con la maggiorata dal momento, Jayne Mansfield, sugli affari di cuore di tre ufficiali di marina in licenza a San Fracisco; o nella commedia bellica "OPERAZIONE SOTTOVESTE", di Blake Edwards, nel ruolo del comandante il sottomarino dipinto di rosa dal burlone Tony Curtis; oppure nella maliziosa "IL VISONE SULLA PELLE", di Delbert Mann, in cui cerca con ogni mezzo di sedurre Doris Day, segretaria zitella, ma per goderne i frutti si deve adattare al matrimonio.
Nel 1964 gira "IL GRAN LUPO CHIAMA", di Ralph Nelson in cui, su un isolatto del Pacifico salva dal naufragio sette ragazzine e si innamora di Leslie Caron, la loro istitutrice francese; a cui segue, nel '66 la zuccherosa commedia "CAMMINA, NON CORRERE...", di Charles Walters, dove, durante le Olimpiadi di Tokyo nasce l'amore tra un atleta americano e la ragazza nel cui appartamento casualmente è andato a finire.
Profondamente a disagio nei confronti del nuovo realisma del cinema americano anni '60, convinto ormai da tempo, di non essere stato mai veramente apprezzato, nel 1966, a soli sessantadue anni splenditamente portati, inopinatamente si ritira dalle scene, inventandosi una seconda fulgida carriera come dirigente della famosa industria di cosmetici 'Fabergé'
L'attore si è sposato cinque volte: con l'attrice Virginia Cherrill, cun cui è rimasto sposato solo un anno, dal 20/2/34 al 26/3/35;
poi con la miliardaria Barbara Hutton, dal 6/7/1942 al 30/8/1945; poi ancora con un'atrice, Betsy Drake, dal 25/12/1949 al 14/8/1962.
Il 22/7/1965 c'è il suo quarto matrimonio con l'attrice Dyan Cannon, da cui divorzia il 21/3/1968 e da cui ha l'unica figlia Jennifer.
L'ultimo matrimonio per Cary Grant arriva l'11/4/1981, con Barbara Harris, che gli resterà accanto fino al momento della sua scomparsa.
Di lui si dice che fosse maniacalmente ossessionato dalla necessità di apparire sempre in ordine al punto da farsi stirare perfino i lacci delle scarpe, e che fosse spaventosamente tirchio, anche se, nel 1967, il suo patrimonio ammonta a ad almeno 10 miliomi di dollari.
Per ogni film riceveva almeno un milione di dollari più una percentuale sugli incassi.
Nonostante ciò combattè furiosamente in tribunale per non riconoscere alla moglie Dyan Cannon, l'assegno di 5000 dollari al mese per gli alimenti, pur in presenza della figlioletta di solo un anno di età.
Incapace di resistere al richiamo dell'arte, nel 1986 torna a recitare in teatro, il suo primo amore; ed è a Davemport, nello Iowa che il 29 novembre dello stesso 1986, viene colpito da un mortale attacco cardiaco, poco prima di andare in scena con una replica del suo spettacolo 'An evenung with Cary Grant'.
Scompariva così un grande uomo, noto per il suo charme e la sua eleganza, e un grande artista che ha saputo regalarci quella sottile alchimia che solo il buio di una sala sa sprigionare, per farci sognare e per farci dimenticare che la vita di tutti i giorni è veramente un'altra cosa.
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Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 02/03/2006
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