Recensione dominion: prequel to the exorcist regia di Paul Schrader USA 2005
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Recensione dominion: prequel to the exorcist (2005)

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locandina del film DOMINION: PREQUEL TO THE EXORCIST

Immagine tratta dal film DOMINION: PREQUEL TO THE EXORCIST

Immagine tratta dal film DOMINION: PREQUEL TO THE EXORCIST

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"Dominion: prequel to the exorcist" è un film che non sarebbe nemmeno dovuto uscire; solo in un secondo momento ha avuto una limitata distribuzione, rimanendo però ancora inedito in Italia (Festival di Torino a parte). Le sue vicissitudini produttive meritano di essere raccontate.
Inizialmente il regista preposto alla direzione del prequel de "L'Esorcista" sarebbe dovuto essere John Frankenheimer, ma quest'ultimo dovette rinunciare a causa di problemi di salute che in poco tempo lo portarono alla morte. La produzione quindi decise di affidare a Paul Schrader la regia del film, ma pur avendo a disposizione un budget di tutto rispetto (trenta milioni di dollari), non riuscì a soddisfare le esigenze dei produttori della Morgan Creek. A causa di profonde divergenze riguardo il montaggio, Schrader fu licenziato su due piedi.
A questo punto subentrò Renny Harlin alla cabina di regia. Alexi Lawley riscrisse quasi completamente la sceneggiatura di Caleb Carr e William Wisher, mantenendo sostanzialmente l'ambientazione africana e l'antefatto della Seconda Guerra Mondiale, da cui scaturirono i tormenti di Padre Merrin.
Rimasero inoltre il protagonista principale Stellan Skarsgaard, alcuni personaggi di contorno, come la guida locale Chuma interpretato da Andrew Francis ed il maggiore dell'esercito inglese Granville interpretato da Julian Wadham, oltre a gran parte del cast tecnico tra cui spicca il direttore della fotografia Vittorio Storaro. Altri attori di contorno vennero eliminati per via della cancellazione dei loro personaggi dalla nuova sceneggiatura, altri rimpiazzati per l'impossibilità di tornare a lavorare su questo progetto a causa di altri impegni.
Purtroppo per i produttori, a volte il pubblico non è di grana grossa come credono, ed il film rifatto da Harlin non soddisfò le loro aspettative di guadagno. Il mancato successo al botteghino de "La Genesi" indusse i produttori di riesumare il lavoro di Schrader che intanto, forte del suo contratto, manteneva i pieni diritti sul final cut del proprio lavoro. Fino a quel momento Schrader era riuscito a distribuirlo solo in Olanda e farlo visionare in qualche festival. Si decise quindi di farlo uscire nel maggio del 2005, grazie alla collaborazione della Warner, ben tre anni dopo la sua realizzazione, ma la concorrenza troppo forte dei blockbuster ha fatto sì che "Dominion" passasse pressoché inosservato dal pubblico.

Questa la trama: durante l'occupazione nazista in Olanda nel 1944 padre Lankaster Merrin viene costretto da un ufficiale tedesco a scegliere 10 persone da uccidere per rappresaglia ad un attentato. A causa dell'episodio Merrin perde la fede in Dio e nel 1949 viene ingaggiato per dirigere gli scavi in una zona orientale dell'Africa, in una colonia britannica: in quel posto è stata rinvenuta un'antichissima chiesa bizantina risalente al 5 d.C. Insieme a Padre Francis (Gabriel Mann), inviato dal Vaticano per indagare su tale chiesa, Merrin si reca sul luogo previa autorizzazione del comando britannico. Là incontrerà la dottoressa Rachel (Clara Bellar), insieme a lei, Merrin si prenedrà cura di Cheche (Billy Crawford), un ragazzo deforme considerato maledetto dalla tribù di appartenenza, che inizierà a guarire, dopo un intervento chirurgico, con una velocità miracolosa. La ragione di ciò è nascosta nelle catacombe della chiesa che, finché è rimasta sommersa dalla sabbia, ha potuto trattenere il Male contenuto nelle sue fondamenta.

Il film di Schrader è uno studio dell'anima di padre Merrin. Da sempre attratto dalle tematiche morali e religiose, nonché autore di splendide sceneggiature ("Toro scatenato" e "Taxi Driver" su tutte), in questa pellicola il regista analizza il senso di colpa del protagonista e la conseguente perdita della fede.
Schrader in "Dominion" adotta un approccio per il giovane Merrin, simile a quello usato da William Friedkin ne "L'Esorcista" per la costruzione del personaggio di Padre Karras interpretato da Jason Miller.
Vi è un certo parallelismo tra le due figure, quella del Merrin giovane e quella di padre Karras: entrambi i personaggi sono tormentati dal rimorso. Merrin non ha potuto far nulla per evitare la rappresaglia, ma addirittura è stato costretto dal ricatto dell'ufficiale delle SS a scegliere le vittime da uccidere, mentre Karras non si dà pace per la morte della madre; prendere i voti ecclesiastici gli ha precluso una brillante carriera di psichiatra economicamente vantaggiosa che avrebbe permesso cure più appropriate per la malattia della madre. Entrambi sono risvegliati dal torpore spirituale e morale da due figure: Karras dalla profonda fede del Padre Merrin anziano, esplicata nel dialogo in cui il giovane sacerdote-psichiatra spiegava all'esorcista dell'esistenza di molteplici personalità di Regan ricevendo un perentorio "E' uno solo".
Per il giovane Merrin di "Dominion", convinto che il Male sia dentro l'uomo, Satana è solo un simbolo, un alibi per giustificare le azioni abiette dell'umanità. Il Male fa parte della natura umana e non esistono quindi implicazioni ultraterrene. Merrin rifiuterà a priori un'interpretazione a tutta una serie di avvenimenti (avvertimenti) inquietanti iniziati con il disseppellimento della chiesa, che non siano dettati dalla razionalità. Ma come ne "L'Esorcista" di Friedkin, la riscoperta di Dio avverrà attraverso il giovane padre Francis. La sua sincera fede in Dio e nello stesso Merrin, che l'idealista sacerdote ostina a chiamare con l'appellativo di "Padre" Merrin, unita al suo sacrificio-martirio, dissiperà gli ultimi dubbi in Merrin spianando la strada verso la sua redenzione. Sacrificio e volontà di redenzione, altri temi cari a Schrader.

Pur partendo da basi pressochè identiche, "Dominion" si distacca da "La Genesi" affrontando un approccio narrativo più approfondito della psicologia dei personaggi, rifiutando ogni eccesso presente nel film di Harlin (su tutti la differenza dell'antefatto olandese trattato in maniera opposta dai due registi: più classico e lineare da Schrader, frammentato nel corso del film da Harlin). "La Genesi" adotta un montaggio frenetico e vorticoso, effetti speciali a piene mani, rispolvera la figura dell'indemoniata, fallendo però nel proprio intento. In particolare l'indemoniata è più vicina alla versione parodistica della stessa Linda Blair in "Repossesed" che de "L'Esorcista" di Friedkin.
In definitiva il film di Harlin è poco originale e troppo attento, almeno nelle intenzioni, a giocare sul sicuro riguardo i gusti del pubblico.
"Dominion" segue una strada opposta: predilige un racconto d'atmosfera, costruito su un impianto narrativo e concettuale molto più solido de "La Genesi" e sostenuto da dialoghi che parlano di Fede, Dio, dualità della natura umana. Mette in evidenza il fascino seducente che esercita il Male sugli uomini, la sua forza attrattiva, l'insinuarsi delle sue menzogne. Lo stesso posseduto, il ragazzo deforme Cheche, si incarna in un Lucifero che risplende della sua originale bellezza. Su questo gioco sottile, più psicologico che fisico, che si dipana l'esorcismo finale: più simile ad un' "Ultima Tentazione di Cristo" (altra sceneggiatura di Schrader) che ad un esorcismo vero e proprio. Purtroppo un approccio di questo tipo, benchè raffinato e coerente con le tematiche di un autore capace come Schrader, non a digiuno con il genere horror come visto nell'apprezzabile "Il bacio della pantera", presenta dei limiti dal punto di vista visivo che appesantiscono la fruibilità del film, scontrandosi con le regole del genere che si vuole rappresentare. I dialoghi, seppur ben intrecciati al tessuto della storia, diventano verbosi e prolissi e ciò a scapito della tensione che non raggiunge mai vette eccelse, contribuendo a rendere il film troppo piatto per incutere paura.

Ad onor del vero, bisogna considerare che in fase di post-produzione sono stati erogati appena due milioni di dollari, troppo pochi elevarne il livello visivo, malgrado il discreto lavoro di base di Storaro e ciò a scapito soprattutto del finale. Gli effetti speciali sono approssimativi e poco curati come l'aurora boreale e le iene sono più grottesche che inquietanti.
Lo stesso Stellan Skarsgaard, malgrado sia lontano dall'evidente spaesamento de "L'Esorcista: La Genesi", non riesce a convincere del tutto; troppo freddo e distaccato per rendere convincente fino in fondo i tormenti interiori di Padre Merrin. Clara Gellar nella parte della dottoressa Lesno è incapace di dare un minimo spessore al suo personaggio malgrado le ottime potenzialità che offre. Qualche figura di contorno desta invece una buona impressione: l'esordiente Billie Crawford nella parte del posseduto riesce ad essere convincente sia come homeless deforme che come demonio seducente ed affascinante e Gabriel Mann nella parte di Padre Francis, sacerdote giovane ed idealista.

Un altro Mann, comunque, è presente nel film: il Michael Mann de "La Fortezza": la chiesa bizantina costruita più trattenere al suo interno, che respingere un pericolo dall'esterno è lo stesso stratagemma usato da Mann per il suo film. La scena dei due soldati inglesi messi di guardia all'interno della chiesa trovati morti, dopo aver cercato di trafugare delle gemme preziose da un altare, rimanda direttamente ai soldati tedeschi uccisi dopo aver rimosso le croci d'argento che trattenevano il demone all'interno del castello.
La stessa immagine finale di "Dominion" non può non evocare la scena finale di "Sentieri Selvaggi" di John Ford, con padre Merrin che si allontana dall'accampamento come Ethan/John Wayne nel capolavoro fordiano.
Un film, "Dominion", dalle ottime potenzialità ma non sfruttate appieno, per cause interne ma anche (e molto) per cause esterne.
Tuttavia è un film che possiede una certa dignità di fondo, ma è fortemente sconsigliato a chi vuole vedere un horror pieno di sbudellamenti, schizzi di vomito a destra e manca, effetti speciali a go-go.

"I am perfection."

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Recensione a cura di The Gaunt - aggiornata al 17/01/2008

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