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In questo film ad episodi si sono trovati insieme tre registi lontanissimi per cultura, generazione e stile: Michelangelo Antonioni, Steven Soderbergh, Wong Kar Wai, autori di Eros, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2004.
II primo episodio, dal titolo "La mano" porta la firma del regista cinese Wong Kar Wai e vede protagonisti l'icona cinematografica Gong Li e il giovane attore Chen Chang.
Argomento il tatto, senso fondamentale nell'eros. La mano al centro della storia è quella di un apprendista sarto, sedotto dalle misure del corpo di Miss Hua, avvenente cortigiana: la rudezza del loro primo incontro si trasforma progressivamente in dolcezza.
«Girare "La mano" è stata un'esperienza molto intensa - ha raccontato Wong Kar Wai - Abbiamo iniziato nel 2003, durante l'epidemia di Sars. Il nostro piano di girare a Shangai è stato quindi annullato. Gli unici luoghi in cui potevamo fare le riprese erano Hong Kong e Macao. Abbiamo cercato di girare il più in fretta possibile. Ogni giorno cominciavamo il nostro rituale di pulirci a fondo le mani e metterci le maschere. Questa situazione mi ha ispirato l'idea di fare un film sul tatto».
Dalla concretezza dei sensi si passa all'erotismo metaforico dei sogni. In "Equilibrium" Steven Soderbergh indaga il sogno erotico e ossessivo di un pubblicitario (Robert Downey Jr.), che non riesce a liberarsi dell'immagine di una donna che si spoglia, si siede sulla vasca da bagno, si mostra nuda e si riveste. Sul lettino di uno psichiatra cerca di capire chi è quella donna per lui sconosciuta ma estremamente familiare. Ironia della sorte, il suo psicanalista durante la prima seduta è continuamente distratto da una donna attraente che lo spia.
Confessa il regista americano: «Quando ho saputo che Antonioni e Wong Kar Wai avrebbero fatto parte del progetto ho accettato immediatamente, senza riflettere più di tanto su quello che volevo fare. Mi ci è voluto un po' per elaborare un'idea e ho deciso di partire dal sogno che è un elemento molto erotico per me, forse perché non lo puoi controllare».
Una storia che già dal titolo rispecchia la chiara volontà del regista di affrontare una prospettiva particolare. «Credo riguardi la necessità che tutti abbiamo di dovere confrontare l'equilibrio dei diversi aspetti della nostra vita. Non c'è nulla di erotico nella ricerca dell'equilibrio ma, al tempo stesso, è anche vero che per il personaggio interpretato da Robert Downey Jr. è quella di sfuggire in ogni maniera possibile a un sogno ricorrente diventato, ormai, quasi un incubo. I suoi problemi sono tutti quanti connessi tra loro».
Il cerchio si chiude con "Il filo pericoloso delle cose", alla regia Michelangelo Antonioni, insieme alla moglie, anima dell'intero progetto.br/> Ambientato nella maremma toscana, l'episodio racconta una sorta di triangolo tra una coppia sposata in crisi (Christopher Buchholz e Regina Nemni) e una giovane cavallerizza (Luisa Ranieri). Scritto da Tonino Guerra, "Il filo pericoloso delle cose" è ispirato a uno dei racconti che compongono "Quel bowling sul Tevere", la raccolta firmata dallo stesso regista.
E' risaputo che i film a episodi non sono mai riusciti a rendere giustizia agli Autori che vi si sono cimentati e il più delle volte si sono rivelati unicamente delle operazioni commerciali mal riuscite.
E' il caso, purtroppo, di questo prodotto di cui salvo l'episodio di Soderbergh, unicamente per il contenuto volutamente ironico e leggero. L'episodio di Kar-Wai rappresenta sì il mondo stilistico dell'Autore, ma la storia appare banale e la realizzazione "masturbatoria", in linea con l'argomento trattato.
Sull'episodio firmato da Antonioni meglio stendere un velo pietoso.
Nonostante sia risaputo che è stato diretto dalla moglie, appare sorprendente come Tonino Guerra si sia prestato ad un'operazione di questo genere.
L'episodio è pessimo nella storia e nella direzione degli attori: sono presenti alcune carrellate che vorrebbero scimmiottare il grande cinema di Antonioni e nulla più.
Insomma un'operazione commerciale mal riuscita a cominciare dal titolo. Un film che di erotico, a volere proprio cercare un riferimento (più che erotico, feticista) ha solo un istante: quando la bellissima Gong Li, nell'episodio di Kar-Wai, si toglie le scarpe per mostrare in primo piano i suoi splendidi piedini.
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Recensione a cura di maremare - aggiornata al 16/02/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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