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Francesco Laudadio, regista scomparso prematuramente nativo di Mola di Bari, si è distinto per la realizzazione di film originali per trama e contenuti.
Da ricordare "Topo Galileo" dedicato al delicato tema del nucleare che vedeva come protagonista l'allora comico Beppe Grillo.
Nel 1990 Laudadio gira a Bari un insolito film con un cast di buon livello (da segnalare, a parte il protagonista maschile, Massimo Ghini, Sandra Collodel e Giulio Scarpati) e nel ruolo di attrice protagonista gioca la carta di Monica Bellucci, all'epoca modella abbastanza nota a livello internazionale e che già aveva preso parte a una prima pellicola in un ruolo però secondario.
La scelta della città di Bari è sicuramente originale in un tempo che tendeva ad ambientare i film quasi esclusivamente a Roma e Milano e con le film commissions regionali molto al di là da venire. In più è da segnalare che Laudadio ha scelto Bari solo come location poiché i vari attori parlano tutti con perfetta dizione (anzi Ghini ha anche una buona cadenza romanesca) e quindi lo stereotipo del pugliese sdoganato da Banfi nei filmetti di serie B anni Ottanta e che, ahimé, aveva contraddistinto gli inconsapevoli e un po' offesi abitanti del Tacco d'Italia, viene così messo clamorosamente da parte per fare spazio alla storia.
Il regista intende fare satira sull'alta borghesia italiana e sulla buona dose di ipocrisia e di perversione che da sempre contraddistingue certi ambienti ed è per questo che punta sulla Bellucci più che un'attrice un corpo e un volto. La donna interpreta il ruolo di una vedova incapace di svolgere qualsiasi attività e che, rimasta sul lastrico a causa delle cattive speculazioni finanziarie del marito, è costretta a puntare sull'astuzia e sulle sue doti fisiche per mantenere il benessere al quale è stata abituata. Tutto intorno un mondo di persone guaste dentro come delle belle mele ritoccate dai venditori.
Purtroppo a un'idea valida non corrisponde altrettanto valore a livello recitativo. Gli attori, a parte Ghini che svetta su tutti, recitano male e senza convinzione facendo quindi perdere tutte le buone intenzioni iniziali.
Resta la sottile ipotesi che anche la cattiva interpretazione faccia parte di un piano che ha come base la presa in giro di un determinato mondo, peccato però che in pochi abbiano eventualmente colto le intenzioni del regista in quanto la pellicola si è rivelata un flop sia all'epoca della sua uscita sul grande schermo che nei rari passaggi televisivi, e purtroppo resta solo la Bellucci ad attirare un certo tipo di pubblico esattamente come intendeva Laudadio.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 30/07/2013 15.25.00
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