Voto Visitatori: | 6,00 / 10 (1 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,00 / 10 | ||
Ispirato all'omonimo romanzo di Margaret Laurence, "The Stone Angel" è una storia di sofferenze e di vecchiaia. E' la storia di Hagar Shipley, vecchietta dal carattere difficile e dalla lingua un po' troppo lunga. Ciò che ci narra questa enigmatica signora è la sua storia, tra passato e presente, fatta di delusioni, gravi perdite e di scontri continui con la sua famiglia.
Poco convincente questo film di Kari Skogland, che a corto di idee, si affida TOTALMENTE alla bravura di Ellen Burstyn.
La cosa regge almeno per i primi 30 minuti di film poi però, non essendo più i bei tempi de "L'esorcista", la cara Ellen cala e così facendo si trascina tutta la pellicola con sé. Come quando si scivola e si ci trattiene ad una persona vicina causandone irrimediabilmente la caduta, così accade in questo film che pur avendo delle grandi potenzialità non riesce mai a decollare come si deve.
E purtroppo in questo decollo mancato si fa strada la noia che dopo un'ora diventa l'elemento principale, persino la drammaticità degli eventi non riesce a suscitare la giusta emotività, anzi, per chi non ha la "lacrima facile" il film comincia a diventare un tormento fino alla fine dei 116 minuti.
Eppure sembrava che le carte per fare un bel prodotto ci fossero tutte. La protagonista era abbastanza convincente e anche la storia poteva intrigare, ma il ritmo lento, le continue "riflessioni" e quella sensazione di incompleto che accompagna tutto il film fanno calare notevolmente la qualità e soprattutto l'attenzione.
I punti positivi della pellicola li possiamo trovare nella regia e nella fotografia, curati nei particolari; danno al film la giusta professionalità.
Per quanto riguarda la prova del cast non brillano ne la Burstyn ne tutti gli altri. Dopo un inizio sfavillante Ellen Burstyn appare sempre più irritante, pare voglia troppo "calcare la mano", apparendo non più divertente ma rompiscatole. Come narratrice dei fatti neanche lì riesce a distinguersi raccontando tutto come se fosse una recita scolastica.
Dylan Barker è bravo e ci mette la sua solita mimica ma pur "illudendoci" di essere uno dei protagonisti principali della storia lo vediamo scomparire dopo pochi minuti per poi ricomparire a sprazzi. Stessa sorte è toccata ad Ellen Page, che si riduce a fare un piccolo (sexy) cameo scomparendo poco dopo.
Insomma, poche idee, e neanche sviluppate bene. Il film si salva in corner perchè tecnicamente merita, pur essendo un prodotto che ha avuto poco successo e scarsa visibilità.
E' lungo e a tratti può essere noioso, consigliarne la visione è una grossa responsabilità, ma alla fine la soggettività prevale su tutto il resto, quindi se vi piacciono le storie strappalacrime dal ritmo pesante "The stone angel" è il film che fa per voi. Anzi, potrebbe anche piacervi guardandolo in quest'ottica.
Se invece vi piacciono le storie che riescono a colpire emotivamente nel profondo dell'animo e che riescono a farvi riflettere sulla condizione umana, allora lasciate perdere. Non ne vale la pena.
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Recensione a cura di HollywoodUndead - aggiornata al 27/07/2012 16.22.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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