anatomia di un omicidio regia di Otto Preminger USA 1959
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anatomia di un omicidio (1959)

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locandina del film ANATOMIA DI UN OMICIDIO

Titolo Originale: ANATOMY OF A MURDER

RegiaOtto Preminger

InterpretiJames Stewart, Lee Remick, Ben Gazzara, George C. Scott

Durata: h 2.40
NazionalitàUSA 1959
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1949

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Trama del film Anatomia di un omicidio

L'avvocato Biegler non ha una grande reputazione professionale eppure un giorno si presenta da lui una donna: il marito, il tenente Manion, è accusato d'omicidio. Lei sostiene che l'ucciso stesse per violentarla, ma la versione presenta non pochi lati oscuri. Dove sta la verità? Biegler si impegna in un processo difficilissimo al termine del quale i dubbi non saranno dissipati.

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Voto Visitatori:   8,02 / 10 (25 voti)8,02Grafico
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Voti e commenti su Anatomia di un omicidio, 25 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  31/01/2021 22:09:14
   7 / 10
Non fra i miei preferiti fra i legal thriller d'altri tempi (sicuramente superiori 12 Angry Men e Testimone d'Accusa di Wilder) ma sicuramente un film solido e ben scritto; il mondo in cui gioca con la normale tendenza a "schierarsi" dello spettatore e' - in senso positivo - quasi irritante: dalla parte della seria, professionale pubblica accusa o dal clangore e dalle battute di spirito dell'incontenibile difesa?
Tutto contribuisce ad alimentare tale ambiguita' e "senso di smarrimento" nello spettatore: il lavorare sugli innuendo sessuali e sulle allusioni alla promiscuitá del personaggio di Lee Remick (vera femme fatale) per generare una continua ambiguitá sul presunto "stupro" e sulla presunta buona fede della donna: adorabile, lighthearted, "fregata" dalla sua ingenuitá, profumiera e provocatrice ma in fondo moglie fedele, oppure piu' semplicemente libertina ingannatrice? Il modo poco ortodosso in cui si ritrae l'ambiente e la prassi forense - l'annoiato, alcolizzato James Stewart (interpretazione indimenticabile) e l'ancor più ubriacone suo compare Arthur O'Connell a difesa di un caso perso in partenza, senza essere motivati da senso di giustizia e integritá morale ma solo alla ricerca di una scappatoia dall'evidenza (l'omicidio volontario) e dell'incasso dell'onorario; la maniera in cui ci porta ad empatizzare a fasi alterne con Ben Gazzara, l'uomo sulla graticola, l'esecutore materiale del delitto: il piu' sincero, coerente, responsabile ed integro, ma e' giusto assolverlo? La violenza e l'aggressivita' lo contraddistinguono al di lá dell' "impulso irrefrenabile".
Il punto di Preminger in ogni caso e' la fallibilita' del sistema giudiziario, troppo legato a disquisizioni di carattere etico sul giusto, sullo sbagliato e sulla giustificazione morale., e basato da sempre sulla capacita' di influenzare una giuria che lavora su schemi preconcetti.
C'e da dire che la durata (160 minuti) non aiuta un coinvolgimento massimo col dipanarsi della vicenda, oltretutto abbastanza lineare e senza particolari "mischiate di mazzo", ma Anatomy of a Murder sa non diventare mai noioso nonostante la sua linearitá.
C'e anche da dire che in quanto a registro filmico poco ha a che spartire con il serissimo film di Lumet ma si avvicina piu' al film con Laughton, specie nel modo in cui l'umorismo e il sarcasmo (a volte un po' eccessivo, ammetto) fanno da sfondo a tutto il processo. Insomma un film piu' fuori dagli schemi che dentro (l'insistenza sui dettagli scabrosi e piccanti del delitto se non sbaglio scateno' diverse controversie all'epoca, per un pubblico poco abituato a pellicole ai limiti del codice Hays).
Per me non un capolavoro (come invece gli altri due legal citati!) ma parecchio godibile; finale un po' buttato via.

Budojo Jocan  @  20/04/2019 10:44:13
   6½ / 10
Buon legal di altri tempi con un sempre magnetico Stewart. Non comunque un capolavoro.

pak7  @  06/04/2019 12:18:24
   6 / 10
Di una lentezza disarmante, e sottolineo disarmante, è un legal movie ottimamente interpretato. Sente il peso degli anni, a differenza di altri capisaldi dello stesso genere (La parola ai giurati, per esempio).
6+

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  26/09/2016 16:31:56
   9 / 10
Caposaldo dei legal thriller, scorre tutto sul filo dell'ambiguità in un modo che sarebbe impensab ile anche oggi. In pratica, due ore e mezza in cui Preminger gioca con lo spettatore come se fosse un gatto con un gomitolo di lana. Cast pazzesco, con Stewart e Scott sugli scudi.

fabio57  @  04/04/2016 14:35:32
   8 / 10
Il film in questione è datato 1959 e come tale risente dei tempi e delle modalità espressive dell'epoca. Molto lungo, a tratti lento, ma solido e accurato dramma giudiziario, con dialoghi serrati e sceneggiatura impeccabile, l'interpretazione di Stewart è superlativa.
Da vedere per chi non l'ha ancora fatto

dagon  @  11/10/2015 20:45:33
   8 / 10
Uno dei più celebri courtroom drama, con un super cast ed un ottimo copione, con un finale un po' sottotono, un po' troppo low-key, per quello che era stato seminato in 2 ore e mezza di pellicola.
A mio gusto leggermente inferiore a "La parola ai giurati", ma è comunque un grande film con uno storico scontro tra Stewart e C.Scott ed una fulgida Lee Remick.

DogDayAfternoon  @  13/12/2014 17:39:43
   6½ / 10
Legal movie d'altri tempi, dove si discute addirittura se sia il caso o meno di pronunciare la poco consona parola "mutandine" in tribunale: diciamo che visto al giorno d'oggi fa molto sorridere.
La sceneggiatura è molto solida, dialoghi curati e un intreccio studiato bene anche se in realtà il film è troppo lungo, soprattutto tutta la parte del processo è appesantita da troppi particolari, avrei preferito un maggiore snellimento. Ottimo il cast, anche se non ho mai sopportato James Stewart, è più forte di me.
Un buon film ma che con il passare dei decenni ha perso un po' di smalto.

_Hollow_  @  13/08/2014 02:50:26
   8 / 10
Un film con ottimi spunti a tratti (l'ambiguità sulla correttezza del verdetto finale, con frequenti indizi sulla sua ingiustizia; il dialogo nell'attesa di quel verdetto, che rimanda un po' a "La parola ai giurati". E soprattutto, forse, l'alone di scorrettezza ed immoralità con cui vengono dipinti gli avvocati. Che non sono affatto interessati alla verità o alla colpevolezza, quanto piuttosto alla vittoria, alla supremazia sul proprio morale e, alla fine, al proprio prestigio e tornaconto). Altre volte sembra invece molto meno ispirato. Direi che da questo punto di vista sia emblematica la colonna sonora di Duke Ellington, a volte precisa e divertente nel suo commento musicale, altre volte praticamente fastidiosa (come viene fatto notare anche nel finale dai personaggi stessi, quando si fa diegetica nell'attesa del verdetto).

Italo Disco  @  17/09/2013 03:33:34
   7½ / 10
Film giudiziario che si avvale di un parco attori notevole, con in testa uno degli attori più importanti del XX secolo, James Stewart, di una sceneggiatura solida, di dialoghi ben fatti, di una regia puntuale. Nella parte centrale il film ha un vistoso rallentamento del ritmo ma l'inserimento di qualche assestato colpo di scena (come ogni degno "legal movie" che si rispetti), di siparietti surreali (il cagnolino che da spettacolo durante il processo) e la presenza di personaggi con la P maiuscola (il giudice che assiste annoiato all'udienza con il braccio sopra la testa....) tengono desta l'attenzione. Arrivò al 46° posto nella classifica italiana della stagione 1959/60.

sweetyy  @  11/02/2013 04:07:01
   8½ / 10
Buon film di Preminger, che coinvolge per tutta la durata, non annoia nemmeno un secondo.

Goldust  @  21/06/2012 09:25:20
   9½ / 10
Esaltante legal-thriller di un ispiratissimo Otto Preminger, una cavalcata di quasi tre ore che appassiona e diverte. Di certo udace per i temi trattati, almeno per i tempi, vanta una coppia d'attori - James Stewart e George G. Scott, memorabili le loro schermaglie in aula - in uno stato di grazia celestiale. Ed anche il cast di contorno è di tutto rispetto, a cominciare da Lee Remick, una perfetta dark lady ambiguamente" sui generis" .
Non è un filmda vedere, ma da ammirare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/11/2011 19:49:18
   9 / 10
E' uno dei legal-thriller che preferisco in assoluto, dovrebbe essere visto insieme al film di Lumet per poter meglio apprezzarne la complementarietà di questi due film. Anatomia di un omicidio non regala quella catarsi finale del tipo "giustizia è fatta", lascia quell'alone di dubbio che un'ottima sceneggiatura di base adombra nei personaggi coinvolti e nei loro comportamenti che possono essere visti in un duplice aspetto. Se il film di Lumet ricorreva alla razionalità per la ricostruzione di un crimine, qui è preponderante la componente emotiva, i sottintesi e le insinuazioni che ne fanno un quadro sottilmente più fosco. Da aggiungere inoltre che è un film teso e avvincente, dove due ore e mezza di durata scorrono velocemente senza accorgersene.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  14/02/2011 23:54:02
   9 / 10
Tratto liberamenta da un romanzo di John D. Voelker il film è un vero capolavoro sia per coinvolgimento della trama sia per caratteristiche tecniche.
Un film giudiziario in cui si esplora con battute argute e colpi bassi una verità mai troppo palese.
Un bravissimo James Stewart nei panni dell'avvocato difensore, un'affascinante Lee Remick nei panni della moglie dell'accusato aggiungono appeal al film.
La colonna sonora è meravigliosa, la regia curata in ogni dettaglio e i dubbi che lascia il finale rendono il film ancora più affascinante.

edmond90  @  11/08/2010 09:28:29
   7 / 10
Non uno dei migliori film del filone giudiziario secondo me.Ottimi la regia e gli attori,ma la storia si trascina stancamente verso la conclusione e si contano diversi momenti di noia.
Film come "La parola ai giurati" e "Testimone d'accusa" sono di un altro pianeta

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/04/2010 23:45:35
   8 / 10
Gran bel film giudiziario dove un piccolo avvocato prende in mano una di quelle classiche cause perse in partenza!
Non sapremo mai se l'accusato è il vero colpevole e se la vittima è veramente una vittima ma è proprio qui che che vuole arrivare il regista...
Una giuria di 12 persone che non si conoscono,non conoscono gli imputati...ma che decidono della vita o della morte di un uomo!
Quindi indirettamente è anche un film contro la pena capitale!
Poco importa il verdetto finale...A trionfare è l'avvocato piu' bravo...e la "legge"?sicuri che vinca anche lei?

kirk h.  @  06/03/2010 19:48:39
   8 / 10
che film, girato benissimo, attori stupefacenti, scorre veloce senza mai annoiare anatomia di un omicidio è davvero un ottimo film, quasi scientifico ve lo consiglio ottimo...

Zanibo  @  09/08/2009 18:55:38
   7½ / 10
Il film e` interessante, girato benissimo, con attori veramente all'altezza e una storia che incuriosisce fino alla fine nonostante i colpi di scena siano quelli prevedibili del genere.

Pero` e` un po' troppo lungo e sopratutto i personaggi sebbene interessanti sono troppo coerenti, troppo simili a se stessi e non hanno nessuna sfacettatura, nessuna evoluzione. Cosi` sono all'inizio del film e cosi` sono in ogni scena del film fino alla fine e dopo 2 ore e 40 minuti di visione la cosa tende ad anacquare un po' il valore indubbio del film.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  31/07/2009 13:20:13
   8½ / 10
Grandissimo film giudiziario perfezionista sotto ogni aspetto.

Come schierarsi con chi ha torto, una vera e propria missione impossibile per salvare un militare disgraziato dalla pistola facile e l'unico che può riuscirci è un James Stewart in grandissima forma.
La giuria siamo noi, ammaliati dalle parole dell'avvocato Biegler ad un certo punto non ci resterà che tifare per il cattivo, anche se ben sappiamo che alla fine dal punto di vista della giustizia le cose sarebbero dovute andare diversamente.

E poco importa se poi tutti i nostri dubbi diventeranno realtà, a noi basterà una risata, come quella che si farà James alla fine del film.

LoSpaccone  @  05/03/2009 19:24:55
   7½ / 10
Lo si potrebbe definire "scientifico", preciso come un orologio svizzero, forse un pò troppo freddo in alcune parti, con dialoghi brillanti e talvolta "pruriginosi". Ricordo di aver letto da qualche parte che quando uscì fece scalpore perchè per la prima volta in un film veniva pronunciata la parola "mutandine". Sicuramente tra i migliori del genere.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  30/11/2008 21:28:28
   8 / 10
“Anatomy of a murder” esce due anni dopo “Twelve angry men” di Sidney Lumet, e ne ripercorre le orme sul sentiero del “legal-movie”. La pellicola di Otto Preminger costituisce un altro fulgido paradigma sulla estrema difficoltà di valutare un reato (soprattutto quando ci si trova di fronte ad un omicidio) e di giudicare conseguentemente la persona che si assume esserne la responsabile, fermi i moventi, le circostanze, le condizioni psico-fisiche dell’imputato, e tutte le variabili esterne che ineriscono al delitto.
Mentre Lumet insiste su una analisi psico-sociologica dei giurati chiamati a decidere di un caso di omicidio, evidenziandone tutti i fattori e i preconcetti condizionanti che ne inficiano la capacità di giudicare lucidamente, in Preminger, invece, lo sguardo si sofferma sui soggetti direttamente e indirettamente coinvolti nel delitto, le cui ambiguità, di volta in volta messe in luce nel prosieguo della narrazione, contribuiscono alla rappresentazione di un’umanità in cui sembrano essere tutti colpevoli. Esemplare, in questo senso, il finale nel quale il Tenente Frederick Manion, finalmente scagionato grazie alla meticolosa e puntigliosa difesa dell’avvocato Paul Biegler, se la squaglia con la moglie senza pagare la parcella del suo legale, lasciando così il sospetto allo spettatore che egli avesse agito nella fattispecie criminosa non spinto da un “insostenibile impulso” -che ne ha influenzato irreparabilmente la condotta, bensì da una lucida premeditazione.
“Anatomy of a murder” non ha, a mio avviso, la stessa forza e la stessa efficacia di “Twelve angry men”, ma si presenta comunque esemplare sotto il profilo narrativo (soprattutto grazie ad una azzeccatissima vena ironica) e della sceneggiatura (giocata su una sapiente costruzione di botta e risposta, difesa e accusa, tesi e antitesi), che rendono la visione del film piacevole e scorrevole nonostante le oltre due ore e mezza di durata.
Preminger, infine, getta anche una luce sull’importanza di riabilitare chi ha commesso degli errori (“rectius”: debolezze) nella propria vita, attraverso l’immagine del vecchio avvocato Parnell, che nonostante il suo recente passato di alcolista, è riuscito ad apportare un significativo e importante contributo ai fini della assoluzione dell’imputato.

Max78  @  13/07/2008 19:36:57
   9 / 10
Otto Preminger dirige un solidissimo legal-movie senza svelare la realtà dell'accaduto, non esprimendo giudizi e opinioni personali sull'imputato,
analizzando imparzialmente i fatti come il giudice, e noi la giuria nelle mani della pubblica accusa e dell'avvocato difensore,
formidabili volponi pronti a calare ogni asso nella manica disponibile, bersagliandosi scaltramente consci della loro abilità oratoria.

Davvero eccelsi i dialoghi sorretti da un cast inattaccabile, James Stewart su tutti.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  22/06/2008 11:19:31
   9 / 10
Eccellente film di Otto Preminger in cui mescola noir e film processuale.
Uno dei migliori del genere. Magnifica colonna sonora jazz.
Debiti con Orson Welles.

onda  @  15/11/2007 18:33:17
   8 / 10
Uno dei migliori film "processuali" di sempre.
Interpreti fantastici, tematiche scandalose (per l'epoca) e il gioco delle parti del processo, con le brillanti schermaglie tra Stewart e Scott.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/08/2007 20:17:07
   8½ / 10
Letteralmente STUPENDO: uno dei più bei drammi giudiziari della storia del cinema, con una Lee Remick (occhiali scuri, abito attillato, movenze da dark-lady) che si trasforma in una sensuale vamp poco più che ventenne (ma perchè molti esperti cambiano la sue data di nascita?).
Un tipico film di fine anni Cinquanta, con un linguaggio che è già influenzato (splendidamente) dalla televisione.
Sorprendente e famosissima la colonna sonora di Duke Ellington

Dick  @  31/07/2007 00:11:47
   9 / 10
Curioso manco un voto.
Comunque davvero un bel film giudiziario tratto da un romanzo di John V. Voelker che attraverso un tema soprattutto scabroso diciamo per quegli anni (ma anche oggi anche se se ne sentono di cotte e di crude) "gioca" soprattutto sul valore formale e ambiguo delle parole e delle frasi come nello scontro tra l' avvocato più famoso e di quello di provincia non meno scaltro anche se con la carriera alquanto al declino o negli interrogatori, ma anche in dei smeplici all' apparenza dialoghi.
Stewart vinse la Coppa Volpi al Festival di Venezia.
Curiosità: l' interprete del giudice era davvero in quel campo.

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