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Continua egregiamente, dopo due ottimi capitoli, la saga di A quiet place, in questo caso parte praticamente da zero, cioè dal momento dell'invasione vera e propria, dandoci così un prequel spin-off. In superficie, A quiet place - giorno 1, si propone come il classico film "di paura" che vuole raggiungere il pubblico più vasto andando sul sicuro, senza apparentemente proporre qualcosa di nuovo. Da questo punto di vista è un buon film che, proprio perché mantiene quello che promette, funziona bene: ci sono i mostri tra i quali ben realizzati e cattivi al punto giusto, gli inseguimenti, i momenti ben distribuiti per far saltare sulle poltrone gli spettatori, la gente che scappa in preda al panico, qualche concessione alla claustrofobia e perfino un inquietante e ravvicinato faccia a faccia fra uno dei personaggi e uno degli invasori. Ma c'è qualcosa in più, un pregio: i due protagonisti principali sono delineati veramente bene, evitando così che questo film, proprio come i primi due, si trasformi nel solito e banale horror con i mostri che attaccano in continuazione. Ed è questa la caratteristica più interessante perché, sotto lo strato di un film di puro intrattenimento, vi è una narrazione che non solo sa raccontare due persone comuni costrette ad affrontare una catastrofe ma anche argomenti tutt'altro che "facili" da affrontare e non proprio "commerciali": il distacco da un ambiente familiare amato, la solitudine, la malattia e la precarietà delle vite umane. Tutto questo grazie anche alle ottime interpretazioni dei due attori protagonisti, specialmente Lupita Nyong'o: l'attrice riesce a far trasparire malinconia, sofferenza, paura, sgomento e dolcezza anche con la sola forza degli sguardi e non sono in molti ad essere capaci di rendere tutto ciò in maniera così immediata. Il rischio dell'operazione era quello di sprofondare nella noia collaudando la medesima formula nella costruzione della tensione, ma non è andata così e seppur siamo al terzo capitolo, A quiet place rimane un ottimo prodotto.
Non c'è piu' John Krasinski dietro la macchina da presa ma il canovaccio non cambia. Stavolta tornando ai giorni dell'invasione si cerca anche di raccontare un "prima" dei protagonisti, si cerca di dare una storia diversa.
La protagonista è una donna che non ha certo paura della morte che sa' di dover affrontare a breve. Un personaggio ben costruito e interpretato.
Niente di nuovo dal punto di vista dei mostri, conosciamo ormai bene abilita' e punti deboli e il tentativo di inserire nuovi "cattivi" non ha funzionato piu' di tanto vedendo anche la brevita' della scena.
Un buon film di genere comunque, mai violento come tutta la saga, ma che forse adesso ha bisogno di chiudere se non ci saranno nuove idee.
Ben confezionato questo spin off, mi sarebbe piaciuto averlo però anche con gli attori dei primi due capitoli. Cmq bravo j.quinn e il micio rimane originale..
Guardato solo perché avevo letto della presenza di un bel micione...fortunatamente il felino è in effetti presente per tutta la durata! Per il resto un survival horror di fantascienza di buona fattura con una location ottima (immagino le difficoltà nel realizzare un mezzo disaster movie a New York). La tensione è piuttosto costante, il cast è validissimo, non vi sono assurdità all'ennesima potenza, gli effetti speciali sono molto buoni e la sottotrama drammatica si fa apprezzare. Non è un tipo di film che mi fa impazzire, motivo per cui non do un voto maggiore, ma di certo non si può dire non sia un buon film.
È una costola narrativa, non aggiunge più di quello che abbiamo già visto/sentito nei capitoli precedenti. Però l'ambientazione ironia in una delle più chiassose metropoli americane, forse il rimando al 9/11 ma è opinabile e infine la grande prova del cast (felino compreso) rendono la pellicola un prodotto più che godibile da vedersi nella sala di un cinema. Sarnoski ha il suo tocco, qui si sente inutile perdersi nelle comparazioni con "Pig" però aggiunge un qualcosa che di sicuro non era auspicabile con nuovi personaggi al di fuori di quelli classici (in particolare la Blunt, però abbiamo Djimon!). È bello, struggente quando vuole, con i suoi attimi di tensione e ha un felino che risulta adatto alla narrazione e pure con qualche bel messaggio di fondo che tanto non guasta. Non è il terzo capitolo, per quello vedremo cosa farà Krasinski ed è una cosa tutta da vedere. Sarnoski si apre la strada in quello che spero possa essere un futuro prolifico nella sua carriera.
Beh dai, carino. Non aggiunge niente di nuovo ai primi due capitoli ma non poteva essere altrimenti. Ad onor del vero, ho preferito più questo al secondo. Forse il regista qui cerca fin troppo e forzatamente di far commuovere, il che potrebbe infastidire i più, ma alla fine tolte un paio di scene un po' cringe, il resto funziona. Il gatto è palesemente un essere divino che ha compreso in un nanosecondo la situazione e se ne sta zitto tutto il tempo passeggiando con nonchalance per una New York devastata dall'invasione di queste creature aliene cieche ma con un udito sensibile e ultra sviluppato.
Giunti al terzo capitolo l'originalità e la novità si sono ormai consumate del tutto e Sarnoski, dopo l'interessante "Pig", viene arruolato per dirigere il prequel dell'invasione aliena con i terribili mostri ciechi dotati di un udito ultrasensibile. Ancora una volta viene spiegato ben poco dell'origine degli esseri e la trama non può che essere simile alle precedenti. Alcune sequenze ricche di tensione funzionano perfettamente e la confezione tecnica è di buon livello. Lupita Nyong'o funzionale nell'interpretare la sfortunata "Sammy" che dovrà lottare contemporaneamente per la sopravvivenza contro due mali completamente differenti. Joseph Quinn, lanciato dalla serie "Stranger Things", bene come spalla ed il gatto "Frodo" che risulta la vera star del film, o è muto oppure un gran furbone... Non malamente ma ripetitivo.
Anche in questo Day 1 il meccanismo è il medesimo: fai rumore-sei morto, stai zitto-possibilità di sfangarla concreta. D'altronde non posso dare torto a questa scelta perché in fondo è efficace ed ha una buona resa su schermo. Lo stesso dicasi per la narrazione, basata sul concetto di sopravvivenza, a maggior ragione visto che è il Day 1. Tutti i film di A quiet place si basano su una tattica puramente conservativa perché non c'è una razza umana che si organizza e contrattacca gli alieni. E' sempre una lotta per la sopravvivenza. Ancor più se pensiamo al personaggio di Lupita Nyong'o, già condannato prima dell'invasione perché più inesorabile degli alieni é l'incedere ancora più implacabile del cancro. Di fronte a questo anche il personaggio di Eric è poco più di un abbozzo che accompagna la protagonista in questo suo viaggio per esaudire questo suo ultimo desiderio, che per quanto assurdo possa essere, ci sta. Più in generale il discorso è una saga che per quanto non sia, anche in questo film, disprezzabile a livello qualitativo, si è appiattiva sui quegli stessi meccanismi narrativi che la sorreggono. Occorrerebbe un cambio di rotta. Nota a margine scherzosa è il gatto: il personaggio più paragnosta del film. Delle due l'una: o è privo delle corde vocali oppure ha capito fin dall'inizio che doveva stare zitto sempre e comunque. Non miagola mai.
Inizialmente ero scettico, convinto di sentire la mancanza dei personaggi precedenti, interpretati alla grande da Millicent Simmonds e Emily Blunt. Ma poi sono stato subito preso dalla bravura di Lupita Nyong'o (non certo una primina nel Cinema) e in seconda battuta dal buon Joseph Quinn. E poi, già... dal gatto. In un film come questo le interpretazioni sono importanti, devono saper reggere il film con pochi scambi di dialoghi. Qui non verremo delusi. In egual importanza ci deve essere tensione e adrenalina. E fortunatamente, nemmeno qua sono stato deluso. Parlo per me, a me è piaciuto anche questo Day One. Da vedere sul grande schermo.
Andando avanti di questo passo per capire qualcosa di questi alieni ci vorranno almeno una decina si Quiet place... sarà forse per un problema di incomunicabilità tra razze? Mah... forse anche perchè allungano un po' troppo il brodo e quasi sembra di mangiare una minestra sotto la pioggia... Non è fatto male nel complesso ma a parte qualche scena di tensione e discreti effetti speciali riempire 90 minuti non è stato facile, considerando anche che tutti quei silenzi non sempre creano suspance ma a volte spezzano un po' il ritmo.
Il terzo capitolo di un posto tranquillo mette al centro l'invasione degli spaventaspasseri alieni nelle città, come New York.Il regista rispetto a Krasinski riesce a creare la tensione del giorno 1 in chiave più grande, mostrando centinaia di creature che fanno a pezzi tutto e tutti. Non era semplicissimo gestire l'azione e la tensione ma Sarnoski riesce a bilanciare in effetti entrambi. Soprattutto grazie ai fue protagonisti una Lupita Nyong'o perfetta nella parte della malata di cancro terminale e anche poi Joseph Quinn che dopo Stranger Things sembra destinato ad una carriera promettente. Il terzo personaggio è il gatto Frodo che rappresenta anche il train d'union tra i due personaggi, soprattutto come testimone della vita di Sammy
quando decide di farsi uccidere accendendo le casse collegate all'iPad
Il budget di 67 milioni di dollari è usato al meglio, il film funziona e credo proprio che incasserà quanto gli altri se non di più. Interessante il particolare sull'alimentazione degli alieni, dato che credevo fossero carnivori e divorassero ANCHE gli esseri umani...
Appena accettabile per amore di una buona saga e del genere, ma in onestà non mi è piaciuta la regia che "annega nella foschia" ogni cosa lasciando solo i due protagonista e qualche mezza fotografia. La trama è davvero poco cosa per essere il terzo capitolo, nessun approfondimento e nessuna risposta alle mille domande che chiunque si pone, e tutto diventa prestissimo (dopo una decina di minuti e qualche mediocre e patetica sequenza) un "giorno qualunque" dell'invasione e non proprio il primo giorno.
"Premetto che non sapevo neppure ci fossero altri film precedenti a questo e aggiungo che mi aspettavo tensione, balzi efficaci sulla sedia, divertimento, adrenalina, dei mostri almeno dignitosamente concepiti e una prova attoriale sufficiente. Devo dire che ha soddisfatto tutte le aspettative, anzi, Lupita mi è piaciuta assai. Ovvio che non ci si aspetta NULLA che abbia a che fare con credibilità, logica o originalità... tutto è come ci si aspetta... e per fortuna è proprio come ci si aspetta sia. Menzione speciale al gatto, che vince il primo premio come gatto più odioso e inutile della storia del cinema."