arctic (2018)

Riesci a mantenere la tensione per tutta la sua durata.
Bello.

Bel film, ambientazione polare e fotografia di qualità. Vale una visione.

Un aviatore , precipitato tra i ghiacci polari , cerca di sopravvivere in attesa dei soccorsi ... I survival movie sono oramai stati ambientati in tutti i climi e questo non è certo il primo girato nelle gelide locations artiche . Si potrebbe dire che qui abbiamo un protagonista unico e solo per tutto il film , ma non è proprio del tutto vero . Infatti il secondo personaggio , benchè così malconcio da essere del tutto inerte , riveste un grosso peso nella vicenda , influenzando in maniera decisiva i comportamenti del primo . Così , anche se il protagonista è un tipo molto tosto , che sa cavarsela pure in situazioni assai estreme , è afflitto dai sensi di colpa o dalla sindrome del buon samaritano e sente il forte dovere morale di non salvarsi da solo . La storia è scarna e rigorosa e non cerca la spettacolarità a tutti i costi , anzi . Oltretutto è quasi un film muto e non ci fornisce nemmeno uno straccio di backround del protagonista , di cui ignoriamo praticamente tutto , anche come è finito lì . Mads Mikkelsen è molto bravo , non lo scopriamo certo adesso , e riesce già solo con la mimica a dare forza e dignità ad un personaggio determinato , ingegnoso ed umano ma anche piuttosto sfortunato . Il regista è il giovane brasiliano Joe Penna , al suo esordio nel mondo del Cinema ed autore del più recente , discreto , " Estraneo a bordo " , un' altra pellicola che pone dilemmi etici . Se la cava bene e riesce a sfruttare sapientemente gli stupendi ed ostili paesaggi islandesi che fanno da location al film , ben fotografati da Tomas Orn Tomasson . Insomma , un discreto prodotto che , nonostante lo pochissime parole , appare in grado di mantenere un buon stato di tensione per tutta la sua durata . Secondo me il 6,5 se lo merita tranquillamente .

Questo film mi è piaciuto e mi ha molto emozionato. Grandissimo Mikkelsen che da solo tiene tutto il film.

Scorrevole e con un ottima protagonista, forte e con un cuore d'oro. È un genere di film che apprezzo

Un uomo sperduto nel circolo polare artico sopravvive pescando pesce e vivendo nel relitto del suo aereo precipitato. Non viene spiegato nulla di cosa gli sia successo si legge solo il suo nome nel giubbotto e nel messaggio che lascerà scritto all'interno del suo rifugio di fortuna, Overgard. Un elicottero lo avvista, la salvezza sembra vicina ma il destino lo costringerà ad un viaggio pieno di insidie nella glaciale e sperduta landa artica. Survival movie molto realistico dove prevale il silenzio ed i paesaggi mozzafiato. Ottimo Mads Mikkelsen che pronunciando pochissime battute tiene a galla il film con le sue espressioni e gestualità.

Non è male. Non aggiunge niente e non spicca particolarmente rispetto ai suoi tanti omologhi, ma nemmeno sfigura. Anzi, l'asciuttezza di matrice danese, priva di fronzoli ed eccessi drammatico-avventurosi, gli dona consistenza, concretezza e credibilità.
Mads Mikkelsen è sempre molto bravo ed anche stavolta non si smentisce.

Dopo tanti anni torno a commentare e votare qui su filmscoop (nonostante abbia visto migliaia di film in tutti questi anni). Inizierò con Arctic: devo dire che questo film merita assolutamente un voto superiore alla sufficienza. Girato bene, ottima ambientazione e l'attore principale ha fatto il suo lavoro ottimamente. Non annoia e anzi, nonostante le poche parole, la storia è avvincente e "prende" molto. Consigliato.

Un protagonista che non si fa conoscere ed un'ambientazione senza punti di riferimento.
Un film silenzioso, freddo e lento.
Probabilmente mi aspettavo qualcosina di più coinvolgente, ma date le premesse è comunque passabile.

Il regista non fa niente per nascondere quanto sia una persona noiosa, infatti il film riflette la sua personalità al limite dell'autistico. Film perfetto per questo periodo, che dopo aver passato la giornata a contemplare il bianco soffitto ti concedi la botta di vita di contemplare un'ora e mezza di neve bianca. Comunque sufficientemente vedibile.

Già visto e comunque facilmente intuibile .. regnano i silenzi e la buona prova di Maddelsen che tuttavia non ha bisogno di film del genere per confermarsi .

Un survival movie non dissimile da altre pellicole che trattano il tema della sopravvivenza in situazioni estreme, ma abbastanza intrigante da regalare una visione attenta ed empatica.
In assenza dei dialoghi, qui ridotti all'osso, è la performance del protagonista a fare la differenza.

In "Arctic" domina l' espressione sofferente e mai doma dell' ottimo Mads Mikkelsen, disperso tra i ghiacci artici e costretto a una strenua lotta per la sopravvivenza. Senza alcun sensazionalismo il debuttante Penna ci cala in una realtà respingente, dove a venir messa a dura prova, oltre alla resistenza del corpo umano, è la moralità del protagonista, deciso a salvare la sua pelle ma anche quella di chi ha messo a repentaglio la propria vita per cercare (vanamente) di portarlo in salvo.
Al netto di un ritmo compassato e alla quasi totale assenza di dialoghi, armi ben sfruttate al servizio del tentativo di dare credibilità al tutto, la pellicola soffre alcune scelte di sceneggiatura, eccessivamente irreali e quindi stridenti con una linea guida che vorrebbe attenersi il più possibile ad un contesto in cui siano bandite le azioni supereroistiche. Il realismo tanto inseguito decade e anche la pervicace lotta del protagonista assume a tratti connotati grotteschi. Si avverte così un fastidioso squilibrio che tende a far passare in secondo piano la notevole idea centrale, quella dell' atto di umanità stimolato da una coscienza pura e soprattutto debitrice a prescindere.

Grande film e grande Mads. Ricorda il film con Redford, solo che cambia l'ambientazione, dall'oceano al ghiaccio dell'Antartide

L'uomo solo di fronte all'aspetto più duro della natura. Arctic ricorda molto i meccanismo di All is lost: medesima situazione, in mezzo ai ghiacci invece di essere in mezzo all'oceano. Pressochè solo, tanto che la donna ferita non ha quasi nessun dialogo con il protagonista. Non ci sono riferimenti precisi, sia a livello geografico che dello stesso protagonista, di cui non sappiamo nulla, nemmeno il suo nome o qualche flashback esplicativo. Però ci rendiamo conto della sua esperienza e della sua adattabilità a queste circostanze estreme. Mikkelsen offre il suo enorme apporto. La sua fisicità ed espressività sono senza dubbio un valore aggiunto.