coma profondo (1978)

Dirige Michael Crichton, abile a portare sullo schermo il romanzo "Coma" di Robin Cook; ne esce un inquietante e incalzante racconto in cui la combattiva dottoressa Susan Wheeler (la brava Genèvieve Bujold) tenta di far luce sul mistero inerente alcuni interventi chirurgici in apparenza di prassi, durante i quali i pazienti, invece, finiscono inspiegabilmente in coma irreversibile.
La donna si trova a combattere contro un sistema che l'accusa di soffrire di disturbi paranoici, nemmeno il fidanzato (Michael Douglas) , almeno inizialmente, la dà credito.
Inutile dire da quale parte stia la ragione. L'ipotesi del complotto infatti non resterà campata in aria, rivelandosi tutt'altro che una fantasia deviata della protagonista.
Parecchie le sequenze da mandare a memoria; la scoperta della verità tra tubi e scale vertiginose ad esempio, anche se il top lo si raggiunge con la visita al Jefferson Insitute. Impressionano i degenti letteralmente sospesi in una sorta di limbo cimiteriale. Una scena di grande impatto, un vero incubo in salsa sci-fi horror.
C'è poi la sapienza nello stimolare a puntino le paure più recondite dello spettatore. Le tensione presente prima di un intervento chirurgico – per quanto questo possa essere semplice- viene acuita con sapienza, alimentando il terrore dell'imponderabile, dell'imprevisto che condanna all'oblio.
Ottimo thriller di ambientazione ospedaliera, per nulla fiaccato dallo scorrere del tempo e sempre capace di generare una buona tensione.