La caduta del comunismo in Russia ha reso disilluso il giovane aspirante poeta Babylen che, vendendosi al consumismo di massa, ha accettato di lavorare per un'agenzia di pubblicità, andando incontro a una serie di successi. Quando però la sua carriera sembra essere arrivata a un punto morto e la sua creatività bloccata, Babylen ritrova l'ispirazione grazie a un cocktail di lsd, cocaina e vodka, aprendo la mente a un continuo viaggio tra realtà e immaginazione, in cui trova come musa il fantasma di Che Guevara, impegnato nella teoria del "wowismo" secondo cui la televisione distrugge lo spirito individuale. A complicare maggiormente la sua vita vi è poi l'introduzione in un'agenzia che funge da copertura per un culto babilonese che venera la dea Ishtar.
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